Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  ottobre 09 Mercoledì calendario

Le foto sui social non sono prove per il divorzio

Una buona notizia per i fedifraghi di orientamento social. Se postate una foto con la vostra amante vi rendete colpevoli di un oltraggio alla vostra intelligenza ma potete consolarvi considerando che almeno la scottante immagine non potrà essere utilizzata come prova per chiedere il divorzio, anche se comunque non vorremmo essere nei vostri panni. Perché il vostro partner ve la farà pagare in mille altri modi. Molto poco social.
La novità è sancita da due differenti sentenze, entrambe in arrivo dalla Sicilia, terra dove la gelosia è materia quasi letteraria, e per questo ancora più significative. Del primo caso si è occupato il tribunale di Catania: una causa di divorzio in cui gli avvocati della moglie avevano depositato nel fascicolo alcune fotografie pubblicate su un social network in cui il marito era evidentemente in grande confidenza con un’altra donna. Il giudice ha deciso che quelle immagini, pur avendo un valore indiziario, non erano sufficienti a comprovare il carattere adulterino della amicizia molto stretta tra l’uomo e la terza incomoda.
Il secondo caso arriva invece da Palermo ed è decisamente differente anche se alla fine giunge alle stesse conclusioni. La Corte d’Appello del capoluogo siciliano non ha accettato come «pistola fumante» i messaggi platealmente sensuali che una donna aveva ricevuto da uno dei tanti dongiovanni da social. Evidentemente in questo caso il giudice ha ritenuto che la natura incorporea e astratta del corteggiamento non costituisse un vero e proprio tradimento. Una decisione che rappresenta una vittoria per tutti coloro – e sono tanti – che utilizzano lo smartphone per «giocare» all’avventura, accogliendo e qualche volta stimolando frasi galanti (e talvolta a luci rosse) di estranei che non si sono mai conosciuti.
Il problema in realtà è molto più serio di quanto si possa pensare dal tono leggero con cui lo stiamo trattando. Il fatto è che i social network hanno di fatto sostituito gli investigatori privati nelle «inchieste» domestiche condotte da coniugi che abbiano il sospetto che la dolce metà cerchi lo zucchero in un altro barattolo. Ormai qualsiasi moglie sospettosa o marito disperato come prima cosa si mette a spiare i profili Facebook, Instagram e anche Tripadvisor non solo del partner ma anche degli amici comuni. E non è raro che il fedifrago venga pescato anche inconsapevolmente in flagrante grazie a un selfie scattato dall’amante e postato incautamente. Diciamo che forse – se proprio non si può fare a meno di tradire – meglio evitare la vanità social e rifugiarsi nella tradizionale prudenza. Otello era Otello senza bisogno di uno smartphone da sbirciare.