8 ottobre 2019
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Biografia di David Cameron
David Cameron, nato a Londra il 9 ottobre 1966 (53 anni). Già primo ministro del Regno Unito (dal 2010 al 2016) • Viene da una famiglia nobile e benestante, ha studiato a Eton e a Oxford: «Gli basta aprire bocca per rivelare, con l’accento, la sua inconfondibile origine sociale» (Enrico Franceschini, la Repubblica, 8/4/2010) • È stato per undici anni leader del partito conservatore (dal 2005 al 2016) e per quindici anni membro del Parlamento per il collegio Witney • Ha lasciato la politica dopo il referendum sulla Brexit, referendum che lui stesso ha fortemente voluto, supponendo che avrebbe vinto il Remain • Per questo, «sarà ricordato nei libri di storia […]. Un classico Cavallo di Troia: […] aveva indetto la consultazione per consolidare la sua posizione. E invece ha firmato la sua fine politica» (Stefano Iannacconi, gli Stati generali, 24/6/2016) • «È stato il politico conservatore più abile per diciassette anni, ha conquistato un partito con 20 milioni di sterline di debiti, meno di 200 seggi in Parlamento e aveva appena vissuto la […] peggior sconfitta elettorale della sua storia. [Lui invece], ha ottenuto, nel 2010, più seggi che qualsiasi altro leader dei Tory (eccetto il governo di coalizione nazionale del 1931) e nel 2015 la sua prima maggioranza da 23 anni. […] Ma la leadership di Cameron è finita con un fallimento catastrofico, tale da mandare a gambe all’aria lui, la sua parte politica e forse anche il suo paese. Sicché il partito sembra aver dimenticato i suoi successi, anche più velocemente e più drasticamente di come il Labour ha dimenticato Tony Blair» (Stephen Bush, New Statesman, 25.9.2019) • «Se l’è proprio cercata» (Daniele Guido Gessa, Il Fatto Quotidiano, 24/6/2016) • «La Storia non lo giudicherà con gentilezza» (Bobby McDonagh, The Irish Times, 30/9/2019) • «Un figlio di papà» (Marco d’Eramo, il Manifesto 12/8/2011) • Uno dei «“Toff”, damerini, vengono chiamati così i New Tories, dalla nappina d’oro che gli aristocratici sfoggiavano nelle università di Oxford e Cambridge» (Annalisa Piras, L’espresso, 3 dicembre 2009) • Ora è tecnicamente disoccupato: ha scritto un libro di memorie e tiene conferenze • Nel 2016 un fondo di investimenti immobiliari lo ha pagato 120mila sterline per parlare un’ora dei rischi della Brexit: «Come chiedere consiglio sul pericolo che una nave affondi a colui che ha fatto un buco nella stiva» (Enrico Franceschini, la Repubblica, 2016).
Vita Nasce in centro a Londra. Suo padre fa l’agente di borsa, membro di un ricco clan di industriali scozzesi. Sua madre è figlia di un baronetto • «Discende da uno dei dieci figli che Guglielmo IV ebbe dalla propria amante Dorothea Bland. Tutt’altra cosa, lasciano intendere gli appassionati di araldica sulla stampa inglese, dal salumiere o dal trapezista da circo che diedero i natali rispettivamente a Margaret Thatcher e John Major» (Andrea Romano, La Stampa, 7/12/2005) • È lontanamente imparentato con la Regina • David «è cresciuto nella bambagia» (Franceschini) • Passa l’infanzia nel Berkshire con il fratello maggiore e le due sorelle • Poi, «a sette anni, fu mandato a Heatherdown, scuola preparatoria frequentata anche dai principi Andrea e Edoardo, e il cui atteggiamento di classe era inequivocabile: nei giorni di escursione i cessi portatili erano designati da “Ladies”, “Gentlemen” e “Chauffeurs”. E quando Margaret Thatcher fu eletta premier, la scuola celebrò con un’improvvisata partita di cricket alunni contro insegnanti. Al liceo, Cameron fu mandato nella più prestigiosa scuola privata inglese, Eton (la retta annua è di 27.000 sterline, circa 31.000 euro), la fucina della classe dominante» (d’Eramo) • «Che cosa volete fare da grandi? “Il primo ministro, of course”, rispondono in coro i ragazzi in frac, biondi, belli, dinoccolati, con i libri sottobraccio e l’aria di chi è pronto a conquistare il mondo, per poi scoppiare a ridere tutti insieme. Ma non è una battuta» (Franceschini, la Repubblica, 8/4/2010) • Da Eton infatti, al 2019, sono usciti venti primi ministri (tutti conservatori) • Lì «Cameron fu sorpreso a farsi una canna e per punizione dovette ricopiare 500 righe di latino» (d’Eramo). Non viene espulso solo perché la droga l’ha solo consumata e non venduta • E proprio a Eton Cameron incontra per la prima volta Boris Johnson: «David, di due anni più giovane, studente modello, diligente, lineare (e pare pure un filino noioso); Boris dapprima defilato (e ricordato dai vecchi colleghi più per la chioma che per la carriera scolastica e le medaglie al merito) poi sempre più in vista a causa della sua poliedricità […] adorava recitare i classici. […] È sullo storico giornale studentesco di Eton, The Chronicle, che sia Cameron che Johnson firmano i loro primi articoli. Johnson, com’è noto, del suo scrivere ne farà un mestiere, approdando poi alla politica attraverso il giornalismo; Cameron invece scalerà il Partito con la più classica e brillante delle carriere politiche» • Nel 1984 prende un anno sabbatico, gira il mondo, e grazie ai contatti del padre lavora per tre mesi come portaborse di un deputato conservatore, poi, per altri tre, per l’azienda Jardin a Hong Kong • Torna in Inghilterra, e va a Oxford • Johnson è suo compagno anche lì: «La posta in gioco tra i due […] era chi sarebbe arrivato alla poltrona di primo ministro di Sua Maestà Britannica e quanto a lungo sarebbe riuscito a mantenere quella carica» (Business Insider Italia, 23/7/2019) • Diventa socio del Bullingdon Club, super esclusiva combriccola di giovani piuttosto ricchi e generalmente debosciati, che vestivano in tight, si ubriacavano selvaggiamente e avevano l’abitudine di distruggere i pub dove organizzavano le riunioni (tanto a pagare i danni ci pensava papà)» (Franceschini) • Solo il tight che indossano costa mille sterline • «Ragazzi travestiti da donna, completi di parrucca, tacchi a spillo e abbigliamento “bondage” — sadomasochista, per i poco informati di queste cose. Ragazze coperte nei punti strategici di frutta, verdura e poco altro. Droga. Sesso, anzi diciamo pure orge. Rock and roll. E un sacco di teste di maiale, conficcate su pali, deposte sulla tavola a bocca aperta, piazzate dappertutto. Questi sono i festini delle “società segrete” di Oxford» (Franceschini) • «La domanda è arrivata a lui stesso, durante un programma tv: ha preso droghe pesanti, tipo eroina o cocaina? Secca e insolita la risposta: “Come tanti all’università ho avuto i miei eccessi. Ma non ho intenzione di rispondere a questa domanda. Anche gli uomini politici hanno diritto a una vita privata, e ciò che è passato è passato”» (Alessio Altichieri, Corriere della Sera, 20/10/2005) • Si laurea con il massimo dei voti in PPE (Politics, Philosophy and Economics, Scienze Politiche, Filosofia, e Economia) • Nel 1988 trova lavoro nel partito conservatore, allora al governo. Nel 1992 è nello staff del Cancelliere dello Scacchiere (il ministro del Tesoro, cui consiglia di non entrare nell’euro) poi in quello del Segretario per l’Interno • Quando vanno al potere i laburisti dice «Siamo fottuti» • Nel 1994 inizia a lavorare come dirigente per una compagnia televisiva, ma la sua strada è la politica • Nel 1997 si candida alla Camera dei Comuni nel distretto di Stafford, ma perde • Nel 2001 ci riprova a Witney, e stavolta ce la fa: inizia così la sua ascesa • «Giovanile, telegenico, sorridente, riempie i discorsi di parole come “compassione” e “progresso”, tiene la barra al centro e aspira a “un futuro migliore”. Non si chiama Tony Blair, ma gli somiglia: non per nulla il soprannome di David Cameron [...] è “Tory Blair”. [...] Parla magnificamente a braccio, è rilassato e ironico davanti alle telecamere, piace istintivamente al pubblico. [...] promette di “riformare” il partito, esattamente come fece Blair: se il Labour si trasformò in “New Labour”, gettando alle ortiche marxismo e sindacalismo, i nuovi Tory [...] daranno al Regno Unito un “moderno conservatorismo compassionevole”, dove l’accento è su “modernità” e ”compassione” [...] Cameron mira a riprendersi i valori della destra, espropriando a sua volta qualcosa alla sinistra: “compassione”, il suo eufemismo per solidarietà, e “giustizia sociale”» (Enrico Franceschini, ”la Repubblica” 7/12/2005) • Il partito, nel 2005, perde le elezioni, Howard si dimette da capo e Cameron prende il suo posto • Ha 38 anni • Fa di tutto per apparire moderno e middle class: porta i blue jeans, dice di cambiare di persona i pannolini ai figli e va in Parlamento in bicicletta • «Almeno a parole, insomma, David Cameron è il primo dei successori della Thatcher triturati uno dopo l’altro da Blair (Major, Hague, Duncan Smith, Howard) a segnalare un rinnovamento nella destra britannica» (Franceschini 2005) • «Era malvisto sia dall’ala più conservatrice del suo partito sia da quella più anziana, che lo considerava troppo giovane e inesperto» (Il Post, 8/5/2015) • «Non può essere il capo del partito conservatore, non porta la cravatta» (Margaret Thatcher quando glielo presentano) • «Ma del gruppo ristretto dei suoi collaboratori, ben quindici sono Old Etonians» (d’Eramo) • Sia come sia, Cameron piace: nel 2010, i conservatori arrivano primi alla elezioni e la regina dà a David l’incarico di formare un nuovo governo • «Era diventato a 43 anni il secondo primo ministro più giovane della storia del Regno Unito (il primo fu Lord Hawkesbury, ma nel 1812)» (Il Post) • Il suo sogno di bambino, finalmente, è realizzato.
10 Downing St David governa in coalizione con i liberaldemocratici • Deve vedersela con la crisi economica e il debito pubblico: lui taglia la spesa e alza le tasse (quelle universitarie vengono triplicate) • Promuove politiche ambientali più responsabili, le donne vescovo nella Chiesa anglicana e il matrimonio gay • «Il matrimonio mi appassiona molto e penso che se va bene per gli eterosessuali come me, dovrebbe andar bene per tutti» • Affronta le primavere arabe e la guerra civile in Ucraina, bombarda Gheddafi in Libia assieme alla Francia e interviene a fianco degli americani contro l’Isis in Iraq • Vorrebbe attaccare anche Assad, ma la Camera non gli dà l’autorizzazione • Nel 2014 concede alla Scozia un referendum: dalle parti di Edimburgo vogliono l’indipendenza e Cameron vede la scommessa: «è considerato uno dei suoi principali successi politici […] Ha risvegliato (approfittandone) sia il nazionalismo inglese, di cui si è avvantaggiato direttamente, che quello scozzese, che ha molto danneggiato il Labour. E la Scozia è rimasta nel Regno Unito» • Nel 2015 i conservatori stravincono le elezioni e Cameron può governare da solo • Sembra tutto vada bene per David, ma qualcosa lo preoccupa. «La paura di vedersi soppiantato da un nascente leader, [l’anti-europeista Nigel] Farage, che alle europee aveva convinto quasi il 33% degli elettori. Contro il poco più del 26% del suo partito: la formazione di Margaret Thatcher e degli anni d’oro dei conservatori, di quando la Lady di ferro costringeva i minatori alle barricate, vincendo quasi sempre, e i ferrovieri agli scioperi infiniti, trionfando allo stesso modo. Cameron non poteva rovinare un’eredità così importante ed ecco così l’idea […] di indire un referendum “per dare voce ai britannici» • «Should the United Kingdom remain a member of the European Union or leave the European Union?» • Cameron lo promette in campagna elettorale, fissa la data per il 23 giugno 2016 • L’Europa non gli è mai piaciuta, ma dopo negoziati durissimi ottiene un trattamento speciale per il Regno Unito da parte della Commissione europea e, basandosi su questo accordo, fa campagna per il Remain • «Un patto relativamente modesto» (The Economist) • «Un accordo vuoto e inutile» (i membri del partito conservatore) • «Il primo ministro aveva appena concluso i negoziati con l’Europa e, tornato a casa, voleva chiamare [Boris Johnson] per renderlo partecipe delle prossime mosse in vista del referendum […] Lui, Boris, era partito per qualche giorno di meditazione nel suo ritiro nell’Oxfordshire. In verità, stava meditando sulla posizione da assumere: con o contro il mio caro Cameron? Al Daily Telegraph aveva preannunciato che presto avrebbe scritto un articolo sul suo pensiero. Boris Johnson staccò il telefono e si rese irreperibile al vecchio compagno di studi e di baldorie. Buttò giù due articoli. Uno a favore dell’Europa. E uno contro. Era il suo referendum personale, privato, segreto. Due calcoli di convenienza, e disse no: no all’Europa. Se Cameron fosse caduto, la strada per Downing Street si sarebbe aperta. Passarono le ore, e silenzio. Poi, quando mancavano cinque minuti alla consegna del pezzo al Daily Telegraph, alzò la cornetta e comunicò la lieta novella al suo leader, che immaginava di averlo con sé nella battaglia. La reazione di Cameron, parole di testimoni, fu da film dell’orrore. E lì finì il loro sodalizio» (Fabio Cavalera, Corriere della Sera) • Anche il ministro della Giustizia Michael Gove lo tradisce • Il 23 giugno il 51,89% dei britannici vota per uscire dalla Ue • «Al Paese serve una nuova guida» • L’11 luglio Cameron si dimette da primo ministro, il 12 settembre lascia anche il suo seggio ai Comuni • «Un suicidio perfetto» (Iannaccone).
Giudizi «L’artefice di una delle più grandi sciagure dei tempi moderni» (Jean-Claude Juncker) • «Non ha mai avuto un lavoro, se non nelle pubbliche relazioni e si vede. La gente mi chiede: “Cosa pensi di lui?”, ma non è uno che mi suscita pensieri» (Christopher Hitchens citato dal New Statesman, 12/7/2010) • «Un attore, non ha mai fatto il lavoro per cui è nato» (l’attore Danny Dyer) • «Ha creato forse la maggiore crisi politica del dopoguerra in Gran Bretagna» (Franceschini 2016)
Rimorsi «Ci penso ogni singolo giorno: al referendum, alla sconfitta, alle conseguenze, e alle cose che si potevano fare diversamente. Sono preoccupatissimo per quello che succederà» (citato dal Post) • Dice di essere «enormemente depresso», ma non al punto di prendere farmaci • Secondo The Guardian (17/1/2019) è stato in vacanza in un resort in Costa Rica da 1.728 sterline a notte, ha scritto le sue memorie (per 800mila sterline), presiede pro bono l’associazione britannica per la ricerca sull’Alzheimer e il consiglio direttivo del National Citizen Service Patrons, che organizza corsi per adolescenti. Dalla fine del 2018 presiede il Fondo di investimento Cina-Regno Unito • «Ha detto agli amici di essersi rotto le p***e a casa, e che gli piacerebbe fare il ministro degli Esteri nel prossimo governo» (The Week).
Famiglia Sposato con Samantha Gwendoline Sheffield, seconda figlia del baronetto Sheffield, discendente di Re Carlo II e imparentata alla lontana con la famiglia di Winston Churchill. «Lavora nella celebre ditta di generi di lusso Smytson di Bond Street ed è stata premiata come Miglior Disegnatrice di accessori dal British Glamour Magazine» (d’Eramo) • «Nel 2018 ha detto al Times che “non si è per niente divertita” a fare la moglie del primo ministro […] Ha detto che la cosa più fastidiosa era dover salutare in pubblico “Non siamo mica membri della famiglia reale. Non ero proprio capace”» (The Week) • «Quattro figli: il primo, Ivan, è morto nel 2009 a sei anni per una malattia genetica, l’encefalopatia epilettica» (Il Post)
Gatti Larry, adottato nel 2010, portato a Downing Street e nominato Chief Mouser to the Cabinet, Cacciatore di topi in capo dell’Ufficio di Gabinetto • «Non è un animale privato» (un portavoce del governo) • Popolarissimo, ha un fan club e un pagina su Wikipedia (qui) • È rimasto nella sede del governo anche dopo che Cameron se ne è andato, con Theresa May e Boris Johnson. Boris però ha preso anche un cane.
Maiali Un ex finanziatore del partito conservatore, Lord Ashcroft, arrabbiato per essere stato escluso dal governo, ha scritto Call me Dave, Chiamatemi Dave, mettendo in girò la voce che durante uno dei festini di Oxford Cameron avrebbe infilato «una propria parte anatomica» nella testa mozzata di un suino morto.
Soldi 3,2 milioni di sterline, più un milione che erediterà (stima del New Statesman, 1/10/2009)
Soldi nascosti Il padre Ian era socio di un fondo con sede a Panama • «Ma nulla di quel che è emerso suggerisce che la famiglia del primo ministro abbia violato le regole» (Bagehot, The Economist, 10/4/2016)
Curiosità La puntata di Blackmirror in cui alcuni terroristi rapiscono una principessa e accettano di liberarla solo se il Primo ministro fa sesso con un maiale è ispirata alla sua storia • Sui suoi trascorsi all’università hanno fatto anche un film: «Tratto dalla pièce teatrale omonima, Posh, di Lone Scherfig racconta la (de)generazione destinata a passare da Oxford alle poltrone eccellenti del Regno Unito» (Arianna Finos, la Repubblica, 22/9/2018) • Ha detto che, da giovane, alcune spie del Kgb lo contattarono per farlo passare dalla loro parte • Durante la campagna elettorale del 2001 teneva una rubrica fissa su The Guardian • Tifa Aston Villa e segue anche il cricket • La sua casa di Notting Hill è eco-sostenibile (raccoglitore d’acqua piovana, pannelli solari, turbine a vento) • Anche se è imparentato con la famiglia reale non può avanzare pretese sul trono britannico, perché discende sì dal figlio di un re, ma un figlio illegittimo • Secondo Mike Savage, dell’Università di Manchester: «In questo Paese le differenze di classe esistono ancora» (Franceschini 2010).