La Stampa, 7 ottobre 2019
Uomo del clan non ha figli E il boss gli regala un neonato
Il clan come una mitologica grande madre. Ha echi arcaici e al tempo stesso eduardiani la vicenda emersa ieri a Napoli, grazie ad alcune intercettazioni telefoniche, su un caso di "utero in affitto" al clan, ovvero l’intervento di un boss per risolvere i problemi di infertilità di una coppia del suo quartiere.
Oltre a versare 10mila euro a una donna dell’Est europeo in cambio del frutto della gravidanza, infatti, il capoclan si è poi attivato per dirimere gli aspetti burocratici, a cominciare dall’iscrizione negli elenchi municipali con scambi di persona e false informazioni. A beneficiarne sarebbe stato un uomo della cosca ma il camorrista, come precisa il giudice per le indagini preliminari, «avrebbe agito per fornire la dimostrazione sul territorio della forza della propria organizzazione, tanto da mostrarsi in grado di procurare un figlio a uno dei suoi affiliati». Insomma, un gesto strategico più che munifico, destinato a ribadire il solito messaggio: state tranquilli che a risolvere tutti i problemi ci pensa il boss.
La commedia
Scenari e dinamiche che a molti hanno fatto tornare in mente le gesta del celeberrimo don Antonio Barracane, protagonista della commedia "Il sindaco del rione Sanità" di Eduardo De Filippo, storia di un criminale feroce e generoso al tempo stesso che fungeva da "giudice di pace", un po’ come facevano i guappi ottocenteschi che esercitavano la loro giustizia e calmieravano le tensioni sociali. Una di quelle figure border line che daranno vita al pessimo ossimoro del "guappo-buono" e finiranno sul grande schermo grazie al cantante Mario Merola.
A stroncare sul nascere ogni possibile quanto deleterio equivoco sono stati gli stessi magistrati della Dda (Direzione distrettuale antimafia) che, come anticipato dal "Mattino", hanno fatto riferimento alla possibile «esistenza di un contesto criminale organizzato avente a oggetto un traffico illegale di bambini che, trovando avallo nelle dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia e da altre fonti investigative, appare suscettibile di un approfondimento investigativo».
Intanto gli inquirenti cercano la madre biologica del neonato – che dopo aver lasciato la zona dove viveva (le cosiddette Case Nuove, un vecchio feudo del clan Mazzarella) pare sia rientrata nel suo Paese – perché vogliono capire se ci sono stati altri casi che confermerebbero l’esistenza di un mercato di neonati gestito dalla camorra.