7 ottobre 2019
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Biografia di Ursula Gertrud von der Leyen
Ursula Gertrud von der Leyen, nata a Bruxelles l’8 ottobre 1958 (61 anni). Presidente incaricata della Commissione Europea (entrerà formalmente in carica il 1º novembre 2019). Per quattordici anni di fila è stata ministro in Germania nei governi di Angela Merkel: della Famiglia (2005 – 2009), del Lavoro (2009 – 2013), della Difesa (2013 – 2019) • «La seconda donna più potente della Germania» (Der Spiegel) • «Medico, madre di sette figli, caschetto biondo sempre perfettamente pettinato, eleganza un po’ demodé. Composta anche nelle situazioni più drammatiche» (Paolo Valentino, Corriere della Sera, 3/7/2019) • Luterana osservante, piglio teutonico: «“Noi procediamo su questo progetto, se gli altri ci vogliono seguire, bene. Sennò, andiamo avanti lo stesso”. Ecco il tipo» (Mario Ajello, Il Messaggero, 3/7/2019) • Soprannomi: «Panzer-Urshi» (Ursula il Panzer), «Die Macherin» (la Donna-che-agisce) • Milionaria • «È l’immagine della grazia e dell’autocontrollo in ogni circostanza. Questione di lignaggio familiare aristocratico, colto e benestante. Quello suo, che la vede discendere da Johann Ludwig Knoop, industriale anseatico, imprenditore del cotone, fatto barone dallo zar Alessandro II. E quello del marito, Heyko von der Leyen, erede di una dinastia nobiliare che ha fatto le sue fortune con il commercio della seta, sposato nel 1986. Detto altrimenti, se c’è una persona che ha fatto la politica per passione questa è Ursula von der Leyen» (Valentino) • «Prima donna della storia a guidare la Commissione» (Claudio Cerasa, Il Foglio, 17/7/2019) •
Vita «Suo padre, Ernst Albrecht, fu uno dei giovani pionieri della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, partecipò alla redazione del Trattato di Roma, divenne capo di gabinetto del primo commissario alla concorrenza e poi direttore generale» (Valentino) • Ursula vive dunque i primi dodici anni della sua vita a Bruxelles. «È a scuola, dice, che ha sviluppato “l’amore per l’Europa, che mi porto dentro da tutta la vita”» (Katrin Bennhold, New York Times, 5/7/2019) • Nel 1971 la famiglia Albrecht torna in Germania: il padre diventa prima amministratore delegato dell’azienda di biscotti Bahlsen, poi, dal 1976, presidente del Land della Bassa Sassonia • Ursula studia economia all’università di Gottinga, poi alla London School of Economics dove si fa chiamare col nome di Rose Ladson: «Era vista come un potenziale bersaglio per il terrorismo rosso della Germania occidentale e ricevette una minaccia di rapimento dalla Banda Baader-Meinhof» (Chiara Pizzimenti, Vanity Fair, 18/7/2019) • Rimane poco tempo in Inghilterra ma «in un’intervista, anni dopo, dirà che l’anno passato a Londra ha formato il suo modo di vedere il mondo, aprendole gli occhi su “libertà” e “gioia di vivere”» (The Telegraph, 3/7/2019) • Dal 1980 studia medicina: laurea nel 1987 e dottorato nel 1991. Si specializza in ginecologia • «Dal 1992 al 1996 fa la mamma a Stanford, in California: suo marito Heyko von der Leyen, rampollo di una famiglia aristocratica di produttori di seta, incontrato in una corale di Gottinga, insegnava medicina nell’ateneo. Nel 1998 anche Ursula comincia a insegnare a Hannover nel dipartimento di Epidemiologia e Medicina sociale della facoltà di Medicina. Nel frattempo, e durante, ha portato a compimento sei gravidanze: così sono nati David (1987), Sophie (1989), Donata (1992), le gemelle Victoria e Johanna (1994) e poi ancora Egmont (1998) e Gracia (1999)» (Alessandra Quattrocchi, iO Donna, 2/7/2019) • Dopo la nascita dell’ultima figlia, la vita di Ursula cambia per sempre. Decide di seguire le orme del padre, entra nel suo stesso partito (la Cdu, i democristiani tedeschi) e si fa eleggere: «nel 2003 diventò ministra della Famiglia nel Land Niedersachsen [la Bassa Sassonia, ndr]. Ci rimase solo due anni. Nel 2005 Angela Merkel la chiamò a Berlino affidandole lo stesso incarico nel governo federale» (Valentino) • «Sembrava possedere allora le prerogative ideali per occupare il dicastero chiave tanto caro al conservatorismo tedesco. Ma in veste di ministro, “Ursula la mansueta”, la “fedelissima di Angela” - come veniva soprannominata all’epoca […] - avviò una piccola rivoluzione tradendo la vecchia immagine della donna propagata da generazioni e generazioni di patriarchi della Cdu di “madri tutta casa e chiesa”» (Walter Rauhe, La Stampa, 3/7/2019) • La Merkel lascia libertà di coscienza sul tema delle nozze gay e lei si dice favorevole • Le piovono addosso «tante accuse di svendere i valori tradizionali della famiglia dalla destra del partito» (Valentino) • «L’obiettivo delle sue politiche sociali era […] consentire alle donne tedesche di conciliare la maternità con la carriera professionale: nei primi tre mesi del mandato, coadiuvata dal ministro delle Finanze socialdemocratico Peer Steinbrück che l’ha aiutata a trovare le coperture finanziarie, ha fatto approvare i provvedimenti per garantire asili gratis e sussidi economici per i genitori che restano a casa coi figli» (Maria Pia Mazza, Open, 7/2019) • Il suo motto è «Donne, tornate a lavorare e fate più bambini» (Caterina Soffici, Ma le donne no, Feltrinelli, 2010) • Dicono di lei: «Troppo bella, troppo ricca. Con sette figli puoi fare la ministra solo con un esercito di tate» • «Nel 2009 […] passò al ministero del Lavoro, battendosi senza successo per le quote rosa nei consigli di amministrazione di quel club per soli uomini che è il capitalismo renano» (Valentino) • «Il suo motto è “volere è potere”: una massima che peraltro non intende come incoraggiamento, ma come un dato di fatto. Pare che per lei non ci sia nulla di impossibile se lo si vuole veramente» (Andrea Affaticati, Il Foglio 11/01/2014) • «Negli anni della crisi greca, si fece notare per aver proposto che Atene ipotecasse le sue riserve auree nazionali a garanzia del prestito concesso dai creditori internazionali. Una posizione talmente radicale che il governo tedesco fu costretto a prenderne le distanze» (il Post, 3/7/2019) • Il falco Wolfgang Schäuble arriva a dichiarare che tenere a bada la crisi dell’euro in mezzo a colleghi come la ministra Ursula era «come attraversare con una candela accesa una stanza piena di nitroglicerina» (Ajello) • Ursula è ambiziosa. Nel 2010, per un giorno soltanto, sembra poter essere candidata alla presidenza della Repubblica, ma niente. Nel 2013 vuole il ministero degli Esteri, e invece la Merkel le dà la Difesa • «Se dovessimo cercare un filo conduttore nella veloce carriera politica della “madre coraggio di Hannover”, questo è senz’altro la sua capacità camaleontica di travolgere aspettative, luoghi comuni. Sopratutto quelli che vengono diffusi nei suoi confronti. Von der Leyen viene ritenuta come una delle fedelissime di Angela Merkel, ma al tempo stesso è sempre stata la sua principale rivale e concorrente. L’unica donna cristiano-democratica in grado di contenderle il trono di cancelliera. Ed è proprio per questo, ovvero per neutralizzarla politicamente», che ottiene l’incarico • Alla Difesa deve vedersela con i pochi fondi e con il maschilismo dei militari • È molto anti-russa e filo americana ma tiene testa a Obama (alto 35 centimetri più di lei), che vuole organizzare un’esercitazione militare ai confini dell’Ucraina per far paura ai russi • Va anche in Arabia (senza velo) • È l’unico ministro ad aver fatto ininterrottamente parte dei quattro governi Merkel dal 2005 «I maligni dicono che a tanta longevità abbiano contribuito anche le molte controversie che l’hanno indebolita politicamente soprattutto negli anni alla Difesa. “Alla Merkel – dice una fonte governativa – piace circondarsi di persone non troppo popolari o che siano nel mirino delle critiche, che non possano diventare un pericolo per lei”» (Valentino).
In Europa Nel maggio 2019 ci sono le elezioni europee e vince il fronte europeista (popolari, liberali, socialisti) • In teoria, secondo il sistema degli Spitzenkandidat il presidente della Commissione dovrebbe farlo il tedesco Manfred Weber, perché lo ha indicato il Partito popolare, e il Partito popolare ha ottenuto la maggioranza dei seggi. Ma la Francia mette il veto • I liberali vogliono Margrethe Vestager, i socialisti Frans Timmermans • E così, quando il Consiglio europeo si riunisce, il 20 e il 21 giugno, non arriva a nessun risultato • Al G20 di Osaka, Francia, Germania, Spagna e Olanda si mettono d’accordo su Timmermans, ma il 30 giugno, al nuovo Consiglio europeo, tutto si ferma di nuovo • «Il blocco di Visegrád ha rivendicato la vendetta nei confronti di Timmermans, colui che aveva aperto contro Polonia e Ungheria una procedura per violazione dello stato di diritto» (Veronica De Romanis, Il Foglio, 7/2019): Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca votano contro. A loro si aggiungono Croazia e Italia • «Ne ho coordinato il dissenso» (Giuseppe Conte, citato da De Romanis) • Infine, dopo tre giorni di trattative, a sorpresa, Macron propone la von der Leyen • «Il coniglio nel cilindro» (il capo dei liberali tedeschi Christian Lindner) • Nessuno se lo aspettava • «La proposta di von der Leyen da parte del presidente francese aveva un doppio vantaggio: mostrare che la Francia non nutriva una riserva antitedesca per la presidenza […] e facilitare la nomina di un posto politico di grande peso nello scacchiere europeo per la Francia, obiettivo poi raggiunto con la nomina di Christine Lagarde alla Banca centrale europea. […] Secondo una ricostruzione di Der Spiegel, Merkel l’avrebbe considerata un’ottima candidata al ruolo di alto rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza dell’Unione in un esecutivo guidato da Timmermans» (Giorgia Bulli, Treccani) • «Dietro il volto nuovo femminile della leadership comunitaria, c’è un’operazione gattopardesca […] un ritorno indietro al monopolio franco-tedesco über alles e a una scelta che più di casta o di élite o di establishment non si potrebbe immaginare» (Ajello) • «I due spitzen principali, Manfred Weber (Ppe) e Frans Timmermans (S&D), si sono trovati accomunati dallo stesso destino: essere prima illusi e poi scaricati» (Alberto Magnani, 16/7/2019) • Ursula riceve il via libera dal Parlamento europeo il 16 luglio, con solo nove voti in più del minimo indispensabile. Le votano contro i socialisti tedeschi. A sorpresa, però, votano a favore i grillini italiani • «Non molti sanno che dietro […] c’è Elisabetta Trenta. È stata lei ad aprire i contatti tra la tedesca e i 5 Stelle quando è arrivata sul tavolo l’ipotesi della sua candidatura. Le due si sono conosciute meno di un anno fa a Bruxelles durante i vertici Nato. Hanno stretto un rapporto: bilaterali, saluti, colazioni, caffè. Tanto che dopo la sua nomina la von der Leyen ha scritto un messaggio alla Trenta: “You did that, I will remember. Tnks” (È merito tuo, me ne ricorderò, grazie)» (Dagospia, 19/6/2019).
Giudizi «È il nostro ministro più debole. A quanto pare è sufficente per diventare presidente della Commissione europea» (l’ex presidente dell’Europarlamento, il socialdemocratico Martin Schultz) • «Molti dei critici più espliciti della von der Leyen sono uomini che hanno avuto meno successo di lei» (Bennhold) • «L’Europa non deve sciogliersi, bisogna salvarla, ha radici umane e cristiane. […] Una donna può essere adatta a ravvivare la forza dei Padri Fondatori. Le donne hanno la capacità di accomunare, di unire» (papa Francesco, intervistato dalla Stampa, 8/8/2019) • «Il Santo Padre, che intervistato dalla Stampa loda Ursula von der Leyen, patrona di Sodoma, dei matrimoni e delle adozioni omosessuali» (Camillo Langone, Il Foglio, 10/8/2019) • «Il conte Gentiloni e la nobildonna Ursula von der Leyen: una bellissima coppia. Presto a Bruxelles torneranno i parrucchini incipriati» (lettera a Dagospia, 2019) • «Ci incontravamo spesso, nelle riunioni della Nato e in Europa, ma di lei mi ha colpito la gentilezza con la quale, nel primo bilaterale Germania- Italia, a Berlino, volle personalmente accompagnarmi alla toilette. Mi aspettò pure in corridoio» (l’ex ministro Roberta Pinotti, citato da Maria Latella, Il Messaggero 3/7/2019) • «Si fida di Ursula von der Leyen? “Sì, e parlo per conoscenza diretta. È seria, indipendente, molto ben strutturata, disposta a imparare”» (il direttore italiano di Die Zeit, Giovanni Di Lorenzo, intervistato da Stefano Lorenzetto, Corriere della Sera, 8/8/2019) • «Perché ha avuto sette figli, se non sta mai a casa?» (Doris Schröder-Köpf, ex-moglie di Gerhard Schröder)
Epilogo Quando, nell’agosto 2019, deve nascere l’alleanza tra Pd e 5 Stelle per il nuovo governo italiano, Romano Prodi ha scritto sul Messaggero: «L’accordo deve prima di tutto fondarsi sul reinserimento dell’Italia come membro attivo dell’Unione europea […] forse bisognerebbe battezzare questa necessaria coalizione filoeuropea ‘Orsola’, cioè la versione italiana del nome della nuova presidente della Commissione».
Stipendi Da presidente della Commissione guadagnerà 27.903 euro (Carlo Nicolato, Libero, 27/9/2019).
Scandali Due. «Il primo, risalente al 2015, riguarda l’accusa di aver plagiato porzioni consistenti della tesi di dottorato; una commissione universitaria ha poi stabilito che le imprecisioni e omissioni sarebbero state involontarie e non avrebbero riguardato l’argomento centrale della tesi. Il secondo scandalo riguarda invece alcuni contratti di consulenza assegnati a società esterne per conto del ministero della Difesa, aggirando secondo i critici le procedure ordinarie per l’assegnazione degli appalti. Il parlamento tedesco ha istituito una commissione di inchiesta su quanto accaduto all’interno del ministero» (Fabio Parola, Ispi, 16/7/2019).
Vita privata Del marito ha detto: «Senza di lui non potrei fare il ministro. Abbiamo una vita organizzata, lui sta con i ragazzi, io nel fine settimana torno a casa. Non viaggio mai il sabato e la domenica. Salvo sia indispensabile» (Maria Latella, Il Messaggero, 3/7/2019).
Curiosità È alta 1 metro e 60 • Oltre ad avere sette figli, Ursula ha anche cinque fratelli • Suo cugino è il direttore d’orchestra Marc Albrecht • Ha accolto un profugo siriano a casa propria • Parla correntemente inglese, francese e tedesco • Pare sia una strepitosa cavallerizza • «A volte ospite del club Bilderberg» (Ajello) • Da adolescente, insieme alla famiglia, registrò due canzoni popolari. Una si intitolava Lanciamoci nel bel mondo creato da Dio (Mastrobuoni) • La battuta che circola su di lei: «Finalmente c’è un uomo alla guida dell’Europa» (Ajello).