Libero, 6 ottobre 2019
Intervista a Baldelli, l’onorevole cantante
Simone Baldelli, deputato della Repubblica dall’ugola virtuosa, vive una schizofrenia romanzesca. Di giorno è recordman di presenza alla Camera, ricopre incarichi politici prestigiosi, si trasforma in paladino dei consumatori brandendo proposte di legge e decreti attuativi. Di notte si trasforma in artista e chansonnier. Nel video del suo singolo d’esordio Tu sai perché (tradotto già in spagnolo come Ahora lo sé) l’ho appena visto trasformarsi un incrocio fra Toquinho e Julio Iglesias: atmosfera romantica fino al diabete, ritmo alla Besame mucho, parole che s’intrecciano nella storia di un triangolo amoroso. Ora, dato che la politica di oggi sembra Temptation Island – oltre il reality show – dentro la tua canzone, caro onorevole Baldelli, ho cercato la metafora dell’inciucio di Palazzo, delle futilità delle promesse elettorali, della prossima nota al Def. Non ho trovato nulla. «Perché non c’è nulla di tutto questo. Il fatto è che io, da ragazzino, ho sempre cantato. Nel 2017 ho messo su una band, Padri di figlie femmine, con cui facevamo nei teatri concerti di beneficenza destinati alle popolazioni colpite dal terremoto. Da quell’esperienza ho pensato a un disco in italiano, romantico e melodico e molto latino, su musiche boleros, ma anche bossa e tango. Scrivere un pezzo è una specie di creazione: una cosa che prima non c’era ora c’è».
Come il nuovo partito di Toti dopo la scissione da voi di Forza Italia? O come la Meloni, prima sotto di voi nei sondaggi e ora inesorabilmente sopra? Una cosa che prima non c’era e ora c’è.
«Non sei spiritoso. Non credo molto ai sondaggi. Credo che le squadre migliori si vedono quando recuperano i punti di penalizzazione. Sono convinto che, se ognuno farà la sua parte, usciremo da questo empasse. Nell’era del nuovo che avanza, di certo Forza Italia è l’usato. Ma molti torneranno a preferire l’usato sicuro. Da allievo di Berlusconi non posso che essere ottimista».
Va bene, tornerei a parlare di musica. Perché hai scelto la sudamericana invece, chessò, del rock, degli stornelli di Lando Fiorini, o dell’opera di Mariano Apicella?
«Sai, quando studi lo spagnolo, passi dalla musica, e lì scopri che Luis Miguel non è solo un ragazzino che ha cantato a Sanremo nell’85, ma uno che ha venduto 115 milioni di dischi e che, invitato allo show sudamericano di Veronica Castro, si siede al pianoforte a cantare con Don Armando Manzareno, genio messicano con cui hanno lavorato Carreras, Bosè. E ti rendi conto che Inglesias con Pensami aveva ripescato un Bolero degli anni 20; o che Desafinado di Jobin e Vinicius de Moraes racconta sì di un cuore che batte perfino nel petto di uno “stonato”, ma che possiede incastri melodici tali da renderlo un capolavoro irripetibile».
Baldelli, ohilà, mi confondi. Non è che aveva ragione Checco Zalone quando diceva che eri sprecato per la politica?
«Zalone lo adoro, è uno che è diplomato al conservatorio, s’è laureato, canta e suona praticamente tutto. Come imitatore non cresciuto con Alighiero Noschese ma con Gigi Sabani, io ti dico che oggi è diverso: sono tutti artisti a tutto tondo, che sanno recitare, cantare, suonare. Prendi Crozza o Neri Marcorè, col suo talento multitasking continua a fare spettacoli per i terremotati, Dio lo benedica».
Una domanda però, scusa la brutalità, la gente, inevitabilmente se la pone: se Baldelli fa gli spettacoli (il prossimo concerto benefico a novembre), scrive libri comici (il prossimo sarà Piovono multe in difesa degli automobilisti), fa le imitazioni di Fico, Conte perfino delle Boldrini in lacrime; be’ vuol dire alla Camera non ha proprio niente da fare?
«Le passioni sono come i figli: non è che se ne hai due dividi l’amore, semmai lo raddoppi. Io credo di esercitare degnamente il mio mandato da parlamentare, ma non vedo perché rinunciare alla passione per lo spettacolo non ci vedo nulla di male, anzi».
Però ci sono precedenti illustri, da Gino Paoli a Ligabue a Battiato: molti artisti, profondamente annoiati dal Palazzo (dove, in realtà di solito facevano pochino) hanno mollato e sono tornati alla musica...
«Ti giuro che non è il mio caso. Nelle presenze alle votazioni parlamentari non sono mai sceso sotto il 90%, ho fatto 350 interventi in aula solo nell’ultimo anno. Mi sono occupato di riforme, consumatori, autovelox, obsolescenza programmata degli apparecchi elettronici, multe ingiuste e automobilisti vessati; se la gente non parla più di maxibonus per la luce lo deve a me e a Forza Italia (e non lo ricordiamo mai abbastanza). Ho fatto anche il vicepresidente della Camera e il delegato d’Aula, lavorando nell’ombra come richiedeva il ruolo. Se non avessi avuto lo sfogo dei miei spettacoli mi sarei esaurito».
Al di là della cornetta si sente una risata, lo squittio di una topolina di 4 anni, Luna, la figlia di Baldelli; ho il sospetto che durante tutta l’intervista Simone le abbia fatto le boccacce e l’abbia tenuta sulla schiena a cavalluccio. Bolero mexicano in sottofondo...