La Stampa, 6 ottobre 2019
Memorie di Elton John
Due famosi attori di Hollywood, Richard Gere e Sylvester Stallone, stavano per prendersi a pugni nel corridoio della casa di Elton John perché entrambi quella sera volevano conquistare una donna: la principessa Diana. Lo rivela il cantante nella sua biografia, Me, Elton John, un libro pieno di pettegolezzi mai rivelati prima.
L’impari scontro tra Rambo e l’«Ufficiale gentiluomo» è stato evitato all’ultimo momento da David Furnish, marito di Elton, ma ha guastato definitivamente i rapporti tra i due attori. Era successo che Jeffrey Katzenberg, capo della Disney, aveva chiesto al cantante di incontrare la principessa Diana. Alla cena erano stati invitati, oltre a Gere e Stallone, anche George Michael, Richard Curtis e sua moglie Emma Freud, tutti in Inghilterra in quei giorni. Diana e Gere si erano piaciuti subito e si erano isolati davanti al caminetto. Lei aveva appena divorziato da Carlo, lui da Cindy Crawford. «Stallone - scrive Elton John nell’anticipazione del Daily Mail - era arrivato con la chiara intenzione di farsi Diana, ma i suoi piani erano stati rovinati».
Al momento della cena gli ospiti si erano seduti a tavola ma di Sly e Gere non c’era traccia. Mandato a cercarli, David li aveva trovati in corridoio, i pugni stretti, pronti a darsele. «Si parla tanto - scrive il cantante - dell’effetto-Diana come di qualcosa che spingeva la gente a occuparsi di Aids o di campagne meritevoli, ma c’era un altro effetto-Diana: quello che poteva indurre superstar di Hollywood a fare a pugni per lei, come due teenager idioti che si sono presi una cotta». Dopo la cena, Diana e Gere continuarono le loro chiacchiere. Stallone se ne andò sbattendo la porta e borbottando: «Se avessi saputo che anche il Principe del Fottuto Fascino era qui…». E poi, sprezzante, su Diana: «Se l’avessi voluta, me la sarei presa».
Elton John aveva incontrato Diana per la prima volta nel 1981, prima del matrimonio con Carlo, alla festa per i 21 anni del principe Andrea nel castello di Windsor. Era previsto che cantasse, ma nell’attesa un disc jockey intratteneva gli ospiti con qualche disco. Elton stava ballando con la principessa Anna quando «è entrata la Regina con la sua borsetta e ha chiesto se poteva unirsi a noi. La musica è stata immediatamente abbassata per non offendere le sensibilità reali. Era bassa al punto che un’altra riduzione l’avrebbe spenta. Una scena surreale: ballavamo e sentivamo solo il rumore dei nostri piedi sul pavimento».
Elton John racconta che Elisabetta è però molto divertente nelle occasioni private. Una volta aveva chiesto al figlio di sua sorella Margaret, l’allora visconte Linley, di occuparsi della madre che era tornata nelle sue stanze perché non si sentiva bene. Di fronte alle resistenze del nipote gli aveva dato una serie di schiaffetti sul viso, così descritti da Elton John: "Non - schiaffo - discutere - schiaffo - con me - schiaffo -. Io - schiaffo - sono - schiaffo - LA REGINA!». Il cantante confessa il suo disagio in situazioni come quella: «Pensavo: sono un artista che viene dalle case popolari di Pinner Road, che ci faccio qui?».
Ma con Diana si trovava bene. «Era capace di mettere ognuno a proprio agio in sua compagnia, come i suoi figli oggi». Era anche la persona più pettegola del mondo: «Terribilmente indiscreta: potevi chiederle qualunque cosa e lei te la raccontava». A un certo punto, poco prima della morte della principessa nell’incidente di Parigi, i rapporti si guastarono a causa di un’iniziativa di Elton John e Gianni Versace: un volume fotografico i cui proventi dovevano andare a una fondazione per l’Aids nel quale c’erano anche foto di William e Harry affiancate a quelle di modelli seminudi. «Diana aveva visto e approvato - rivela Elton John -, qualcuno nel Palazzo deve averle fatto cambiare idea. Le scrivevo chiedendole di ripensarci, le mi rispondeva con lettere che cominciavano: Dear Mr. John…».
Si è sempre detto che la riconciliazione sia avvenuta durante i funerali di Versace a Milano: una foto di Diana che si china verso il cantante è stata considerata il momento nel quale lei lo conforta. Ma non era così: «Diana voleva solo una caramella alla menta. Le parole di conforto che mi disse furono: ‘God, I’d love a Polo’». Quando Diana morì Elton John chiamò il paroliere Bernie Taupin perché cambiasse i versi di Candle in the Wind. Lui li mandò per fax poche ore dopo, «per l’approvazione della Regina e dell’arcivescovo di Canterbury». Il cantante chiese per la prima volta di avere sul pianoforte uno schermo con le nuove strofe, per non sbagliare e confondersi con la versione per Marilyn Monroe. E dopo avere fatto piangere con la sua canzone centinaia di milioni di persone, oggi ammette: «Il cordoglio per Diana a un certo punto è sfuggito di mano. Non credo fosse quello che lei avrebbe voluto».