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 2019  ottobre 04 Venerdì calendario

Tardelli ha 65 anni. Intervista

«Per carità non chiamatemi anziano, al massimo diciamo che sono semplicemente un po’ cresciuto», respinge la fredda classificazione dell’Organizzazione mondiale della sanità Marco Tardelli.
Dal 24 settembre scorso, data del suo sessantacinquesimo compleanno, è entrato ufficialmente nella fascia degli «over». L’età degli sconti in treno e, soprattutto, delle vaccinazioni gratuite che vengono raccomandate a livello internazionale per dribblare le malattie infettive e difendere l’organismo da una serie di complicanze serie. La terza età in cui, a prescindere dall’individuale condizione fisica e mentale, si smette di essere adulti per varcare dal punto di vista sanitario la soglia della vecchiaia.
Ecco perché la rete nazionale di ricerca Italia Longeva presieduta da Roberto Bernabei – tra i promotori i medici di famiglia della società Simg – lo ha subito preso come testimonial di una campagna per promuovere tre profilassi-scudo contro influenza, pneumococco (causa di polmoniti) ed herpes zoster. Nello spot Tardelli è l’allenatore di una squadra di pensionati e quando uno di loro segna esulta come fece lui dopo lo storico gol contro la Germania ai Mondiali di Spagna dell’82.
Come si sente oggi?
«Tutto tranne che anziano, mi sento giovanissimo e comunque respingo ogni classificazione. L’età dipende da come siamo dentro. Certo, ognuno di noi cambia e anche io sono cambiato. Però a differenza di tante persone che quando le incontri non le riconosci, non mi sono trasformato nel fisico anche perché non mi sono mai lasciato andare. Sono un ragazzino con tanta voglia di scoprire e mille progetti. La progettualità è il segreto, ho ancora troppe cose da fare».
La formula vincente?
«È composta di amore, movimento e alimentazione attenta ma non esageratamente sacrificata. Non resisto a un piatto di buone lasagne. Ma la vera ricchezza sa qual è? Ho la grande fortuna di essermi innamorato all’età di 62 anni», dice pensando a Myrta Merlino, la conduttrice del programma «L’aria che tira» su La7.
La formula vincente per invecchiare bene è composta di amore, movimento e alimentazione attenta ma non troppo sacrificata. Io non resisto a un piatto di buone lasagne, in compenso bevo moltissima acqua
Anche per lei Marco è un amore grande: «Però nei confronti della malattia siamo diversi. Io ansiosa e ipocondriaca, lui stoico, non si farebbe mai visitare e con la febbre non si mette a letto. Tanto passa, mi dice quando cerco di portarlo dal medico. Tipico del campione. In compenso ha il credo della prevenzione. In questa stagione si vaccina e sono contenta che lo faccia».
Tardelli, ma lei come si allena per restare giovane?
«I miei stili di vita mantengono il tracciato di quando ero in attività. Gioco a tennis, cammino molto e tutti i giorni a passo veloce, niente più pallone per evitare il rischio di infortuni, alimentazione più sana possibile, mangio spesso al ristorante e mi contengo, un bicchiere di vino a pasto e tanta acqua. La notte ne bevo un litro e mezzo, il giorno sto attento a non sentirmi mai disidratato. La regola base è fare tutto in modo adeguato. È sbagliato praticare sport estremi».
È ingrassato?
«Ho appena cinque chili in più rispetto al peso forma degli anni migliori, un aumento fisiologico. Il professor Bernabei mi ha detto che oggi un uomo di 65 anni ha un’aspettativa di vita di altri venti (per le donne è di venticinque ndr). Sono contento di avere ancora tanto tempo a disposizione, metterei la firma per arrivare agli 85 in buone condizioni. Mi ricordo che quando mio padre aveva quarant’anni io lo consideravo un vecchio. Spero che i miei figli non pensino che io lo sia già adesso. La vecchiaia può attendere».

Si vaccinerà?
«Certo, ma contro l’influenza l’ho sempre fatto. Adesso sono ancora più motivato. Ho visto le tabelle che mostrano cosa si rischia se non ci si difende dalle malattie che possiamo evitare e mi sono spaventato. Per dirla con lo spot della campagna, la longevità è una partita che si vince giocando d’anticipo».