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 2019  ottobre 03 Giovedì calendario

Biografia di Giorgio Squinzi

Giorgio Squinzi (1943-2019). Imprenditore. Chimico. Amministratore unico di Mapei. Patron del Sassuolo. Già presidente di Confindustria (2012-2016) e di Federchimica (1997-2003, 2005-2011). Malato da tempo, è morto nel tardo pomeriggio di ieri all’ospedale San Raffaele di Milano. «Il mio amore per la bicicletta è noto a tutti, e una frase di Albert Einstein l’ho fatta mia: “La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio, devi muoverti”. Io fermo non sono mai stato» • Si definiva autenticamente milanese: «Sono nato nel ’43 a Cisano Bergamasco soltanto perché la mia famiglia era sfollata, ma in quel paese sono rimasto sei mesi» • «Giorgio Squinzi, fin da giovanissimo, inizia a lavorare nell’azienda di famiglia fondata nel 1937 da papà Rodolfo, il quale gli trasmette la passione per il lavoro, il ciclismo e la lirica. Nel 1969 si laurea in Chimica industriale all’Università di Milano e l’anno successivo, insieme al padre, fonda la Mapei snc (Materiali ausiliari per edilizia e industria), andando a ricoprire il ruolo di responsabile della funzione ricerca e sviluppo della stessa. “Fin da piccino, alla classica domanda ‘Che cosa vuoi fare da grande?’, io rispondevo sicuro: ‘Il chimico’”. […] Il nuovo ruolo dà a Squinzi la possibilità di mettere in luce le sue iniziative, di renderle effettive, concrete, al punto da trasformare la Mapei snc in una società per azioni. I suoi confini oltrepassano l’oceano con lo sport: Olimpiadi di Montreal nel 1976, i prodotti Mapei servono a posare la pista olimpica. Quello è il primo passo verso una internazionalizzazione che per Mapei sarà senza sosta. Con il ruolo di direttore generale, Giorgio Squinzi trasforma una piccola realtà industriale in una multinazionale leader nel settore degli adesivi per pavimenti e rivestimenti. Nel 1994 la Mapei acquista Vinavil, l’azienda della “colla bianca”, compresi i due stabilimenti di Villadossola e Ravenna, allargando così la gamma dei prodotti e divenendo specialista nel settore degli adesivi. La fase di sviluppo prosegue anche nel terzo millennio: nuove acquisizioni sia sul fronte della produzione di prodotti finiti sia su quello dell’integrazione nella produzione delle materie prime strategiche» (Pier Augusto Stagi). «Ex presidente di Federchimica (per ben dodici anni), proprio la lunga militanza nell’organizzazione di categoria ne fa un imprenditore tendenzialmente “dialogante” con i sindacati: la componente Cgil è tradizionalmente “trattativista”, e non antagonista sul modello Fiom. […] “Sono per un colloquio continuo, costruttivo, per individuare i problemi e risolverli insieme – spiega –. Non sono per gli scontri, anche se non sono una colomba, come invece sono stato descritto. Penso che le relazioni industriali vadano costruite su un rapporto serio”. Un attimo di pausa, poi aggiunge, sornione: “Io da presidente di Federchimica ho firmato sei contratti con tutti i sindacati seduti al tavolo, senza un’ora di sciopero, ottenendo concessioni definite epocali”» (Teodoro Chiarelli). Il 22 marzo 2012, dopo il quadriennio di Emma Marcegaglia, fu designato nuovo presidente di Confindustria con 93 voti, contro gli 82 ottenuti dal principale avversario, Alberto Bombassei. «A sostenerlo nella sua battaglia per la conquista della presidenza, una compagine molto assortita, con in prima fila la stessa Marcegaglia, il romano Aurelio Regina, industriali come Leonardo Del Vecchio, il presidente degli industriali siciliani Ivan Lo Bello, Gaetano Maccaferri, Diana Bracco, Claudio Gemme dell’Anie, Paolo Scaroni dell’Eni, Mauro Moretti delle Ferrovie» (Chiarelli). • «Giorgio Squinzi […] è anche un grande appassionato di ciclismo e musica. Passioni ereditate dal padre Rodolfo. “Per la prima volta mi ha portato alla Scala il 1° gennaio del 1956 a vedere la Norma interpretata da Maria Callas e Mario Del Monaco”, ricorda Squinzi. Non perde uno spettacolo alla Scala e, spesso, vola al Metropolitan di New York, a Salisburgo o a Vienna per seguire gli appuntamenti con la musica lirica, anche se non disdegna la sinfonica. Ma le preferenze vanno al grande repertorio di Verdi, Puccini, Donizetti e Bellini. Musica, ma soprattutto ciclismo. Il padre Rodolfo, corridore professionista dal ’28 al ’32 (“Conservo una sua foto che lo ritrae in fuga durante la classica Coppa Bernocchi”), trasmette al giovane Giorgio la passione per la bicicletta. Per quasi 10 anni (dal 1993 al 2002) la Mapei è al top del ciclismo professionistico, colleziona 654 vittorie, vestono e vincono con la casacca multicolore le più importanti classiche tanti big di allora. In squadra correvano i migliori ciclisti del Belgio (per esempio Johan Museeuw), e Squinzi in quel Paese godeva di una popolarità straordinaria: “Tanti mi fermavano per strada e mi chiedevano l’autografo”. E poi grandi corridori italiani degli anni ’90: Franco Ballerini, Paolo Bettini, Andrea Tafi, rimasti legati al Dottore anche dopo la chiusura dell’attività sportiva. Un ritiro dettato dal fatto che “il ciclismo non era più pulito ed era oramai troppo distante dalla nostra filosofia”. […] Più recente l’impegno nel calcio: il patron della Mapei (grande tifoso del Milan) da alcuni anni è proprietario e sponsor del Sassuolo calcio» (Guido Palmieri). «“Mapei era già sponsor del Sassuolo alla fine degli anni ’80, ma la società l’abbiamo presa in mano nel 2004. Quella stagione sul campo la squadra era retrocessa e venne declassata alla Promozione, ma noi aggiustando i parametri finanziari venimmo riammessi in C2. […]Non nascondo che il calcio è un grande veicolo promozionale sul quale abbiamo investito volentieri. Fino a ieri Sassuolo era nota nel mondo solo per le ceramiche, oggi è conosciuta soprattutto per la squadra di una città di 43 mila abitanti che è arrivata in Serie A e ha battuto persino la Juventus dei cinque scudetti consecutivi”. 28 ottobre 2015, Sassuolo-Juventus 1-0…» (Massimiliano Castellani) • «La Mapei ha conservato tutte le caratteristiche di azienda famigliare in un contesto organizzativo “globale”: oltre a Giorgio Squinzi (amministratore unico), lavorano in azienda la moglie Adriana, i figli Marco e Veronica e il marito Emanuele, affiancati da una prima linea composta da 150 manager a livello mondiale; tutti reclutati sul posto, perché non c’è mai stata l’abitudine del dirigente “esportato”. L’imprenditore milanese […] indica in tre pilastri la filosofia aziendale: forte specializzazione (soltanto chimica per l’edilizia, dove Mapei è tra i leader nel mondo con Basf e Sika, e adesivi per la chimica, dove è numero uno), internazionalizzazione e ricerca. Questa formula ha consentito a Mapei di partecipare a costruzioni e restauri tra i più prestigiosi al mondo» (Palmieri) • Cattolico, il 27 febbraio 2016, per la prima volta nella storia di Confindustria, ha guidato un’amplissima delegazione di imprenditori a un’udienza papale in Vaticano (l’evento fu giornalisticamente definito “Giubileo dell’industria”). «L’impresa resta al centro di tutto il sistema sociale: solo da un’impresa che prospera si possono mettere in pratica gli strumenti della solidarietà per una crescita civile».