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 2019  ottobre 03 Giovedì calendario

I lupi costano un sacco di soldi

Abbiamo trascorso qualche giorno in un agriturismo a pochi chilometri da Manciano. Il giovane agricoltore si lamentava, non ce la fa più a far quadrare i conti, solo un pneumatico del trattore costa circa 1.000 euro. E i lupi minacciano le sue pecore, è obbligato a prendere un cane pastore, nel suo caso una cagna, poco efficiente, e a riportare alla sera il gregge all’ovile. Lupi in Maremma? Mi assicura di sì, avrà ragione, ma credo che siano più pericolosi i branchi di cani randagi, e i funzionari di Bruxelles che decidono sulla sorte dei coltivatori diretti.Se fosse passato il Ttip, il trattato sul libero scambio tra Europa e Stati Uniti, in dieci anni si sarebbero estinti, misero in guardia i francesi. Ma la nuova ministra dell’agricoltura, non importa come ama vestirsi, ha dichiarato di essere favorevole al Ceta, l’accordo con il Canada, che aprirebbe le porte agli americani. I lupi sono tornati anche in Germania, che è un buon segno per chi ama la natura, e non crede alle favole. I lupi non aggrediscono l’uomo.
Quest’anno, i diversi Länder spenderanno almeno 14 milioni di euro per proteggerli, e risarcire gli allevatori che subiscono danni. In tutto il paese sono stati censiti 97 branchi, con almeno otto lupi ciascuno. Contando i single, anche i lupi amano la solitudine, e le coppie, si arriva a un totale di un migliaio di animali. Ognuno costa al contribuente in media 14 mila euro.
Il wolf che si aggira solitario in Renania Palatinato costerà 180 mila euro, 500 al giorno. All’Est, il collega solitario che vaga per i boschi della Turingia, arriva a 100 mila euro. Niente in paragone con il lupo single del Baden-Würrtemberg, che ha tutta la Foresta Nera a disposizione: 870 mila euro.
Nella Saar, al confine con la Francia, non è stato avvistato alcun lupo, ma in bilancio sono previsti 2 mila euro, per ogni evenienza. Magari sconfinerà un lupo francese per salvarsi la pelliccia. Nella patria di Macron, i branchi sono 57, e le autorità autorizzano l’abbattimento del 10% ogni anno. Anche in Assia, di lupi neanche un’orma, eppure si spende mezzo milione di euro, chissà perché.
Nel minuscolo e povero Schleswig-Holstein, sul Baltico, i lupi sono due, o forse quattro, e costano 3 milioni e 100 mila euro. All’Est, in Sassonia, si stanziano ben 3 milioni e mezzo per i 160 lupi presenti in regione. All’Ovest, in Bassa Sassonia, i lupi sono 200, ma costano di meno: 2 milioni e 800 mila. La regione che ne ospita di più è il Brandeburgo, che circonda Berlino: i lupi sono 300, ma sono parsimoniosi, il conto è di appena 680 mila euro. Prima o poi qualcuno si spingerà in città.
A Roma, i gabbiani passeggiano tranquilli tra i turisti. A Berlino, a cinque minuti da casa mia, in pieno centro, nel parco del Castello di Charlottenburg, ho avvistato pivieri, falchi, cigni, martore, orsetti lavatori e una coppia di castori, anche questi odiati dagli agricoltori. A poche decine di chilometri da Berlino potete fotografare le cicogne e le aquile. Senza dimenticare i cinghiali che hanno invaso a migliaia i boschi intorno alla capitale, e che spesso si spingono fino in periferia. Sono più pericolosi dei lupi, se passeggiano con i cuccioli.