Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  ottobre 03 Giovedì calendario

Gli europei non vogliono più andare in guerra

Settant’anni di pace hanno reso l’Europa pacifista. Un’ottima cosa visti i cinquant’anni precedenti. In un mondo improvvisamente pericoloso, marcato da regimi autoritari e aggressivi, occorre però chiedersi se il pacifismo estremo non sconfini nel compiacimento rischioso. Per capire come stiano le cose tra i cittadini, lo European Council on Foreign Relations ha commissionato nei primi mesi dell’anno un sondaggio d’opinione (60 mila persone in 14 Paesi) a YouGov (citato anche dalla rivista Aspenia). I risultati si possono leggere da diverse angolature ma alcuni sono piuttosto scioccanti. Alla domanda «Quale parte dovrebbe prendere il tuo Paese in un conflitto tra Russia e Stati Uniti?» hanno risposto «nessuna parte» l’85% degli austriaci, l’81% dei greci, il 71% degli ungheresi, il 70%dei tedeschi, il 65% degli italiani, il 63% dei francesi e così via. La percentuale più bassa dei non allineabili è quella dei polacchi, 45. Solo in tre Paesi una piccola quota sceglierebbe più Mosca rispetto a Washington: Austria (6% contro 4%), Grecia (7% a 5%) e Slovacchia (20% a 6%). Negli altri prevale la vicinanza agli Usa (in Italia 17% a 9%) ma sempre in misura infinitamente minore rispetto a chi non vuole scegliere. Se invece di «Russia» nella domanda si mette «Cina», il risultato sostanzialmente non cambia: il 73% dei tedeschi, il 64% dei francesi, il 63% degli italiani non vorrebbero che il loro governo prendesse una posizione. E su percentuali simili sono i cittadini di tutti gli altri Paesi. L’impressione è che gli europei pensino che nel mondo di oggi l’Europa possa essere neutrale, in caso di conflitto ma probabilmente più in generale nelle relazioni internazionali. Quando si passa al commercio (oggi materia di competenza esclusiva dell’Unione europea) si scopre anche che l’elemento nazionale è ancora prevalente. Alla domanda «Chi meglio rappresenta gli interessi del tuo Paese nei negoziati commerciali?», il «governo nazionale» arriva primo in ogni Paese escluse la Francia, che vorrebbe un sistema misto Parigi-Ue, e la Romania, i cui cittadini per il 28% lascerebbero il compito a Bruxelles. La nuova presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha promesso che la sua sarà una «Commissione geopolitica». Farà fatica a spiegarlo ai cittadini: sembra che vedano l’Europa come una Grande Svizzera.