la Repubblica, 3 ottobre 2019
La mostra sulla storia delle scarpe
«Le scarpe di Celine con le unghie? Sono nate da un’opera di Pablo Picasso, uno scatto di Man Ray e l’intuizione di Elsa Schiaparelli». Inizia così il racconto di Federica Rossi, direttrice del Museo della Calzatura a Villa Foscarini Rossi, che svela il retroscena delle tanto discusse – e incomprese – décolleté disegnate da Phoebe Philo sei anni fa per la collezione primavera–estate del marchio di moda francese. «La stilista britannica ha citato i guanti neri che la Schiaparelli, ispirata dallo scatto di Ray del 1935 con le mani dipinte da Picasso, decorò con unghie di pelle di pitone colorate di scarlatto». Un omaggio al Surrealismo di cui pochi sanno.
Come succede per molte delle altre storie che accompagnano le scarpe prodotte da Rossimoda, manifattura fondata nel 1947 a Stra che oggi è parte del gruppo Lvmh. Racconti che la mostra In Her Shoes. Due passi nella storia della calzatura rivela agli ospiti di Mercanteinfiera, l’appuntamento di arte, antiquariato e collezionismo vintage in programma alle Fiere di Parma dal 5 al 13 ottobre. «L’intento della rassegna è incuriosire i visitatori con un’ottantina di modelli custoditi nel nostro museo, dove abbiamo 1.350 pezzi esposti ma 18mila in archivio e altri 9mila nel giacimento storico. Vogliamo aggiungere alla bellezza di ogni scarpa qualcosa in più da sapere», continua Federica Rossi. «Il sandalo di Kenzo del 2011 – che nella sua complessità formale più che una scarpa sembra un oggetto di design – è quello indossato in sfilata: solitamente nell’archivio teniamo i campioni numero 37 perché più facilmente maneggevoli, ma per avere questo esemplare abbiamo dovuto fare un’eccezione». Del resto è un capolavoro: il sapiente uso del colore e dei volumi dimostra quanto l’allora direttore creativo, Antonio Marras, sapesse mescolare nelle sue creazioni Oriente e Occidente, attingendo dal patrimonio del marchio e dai valori estetici della cultura giapponese.
La mostra ha anche l’obiettivo di valorizzare il saper fare del distretto calzaturiero del territorio, influenzato da sempre dalla sensibilità estetica della civiltà veneziana e dall’eleganza delle ville venete che la circondano, e di portare alla luce il complesso lavoro degli studi dedicati al restauro:«Dopo le minuziose riparazioni curate da Open Care Servizi per l’Arte di Milano, fanno il loro esordio in pubblico a Mercanteinfiera le ballerine con tacco cromato in plastica disegnate da Marc Bohan nel 1969 per Christian Dior, ricoperte da un mosaico iridescente di Swarovski», racconta la direttrice. «Per il nostro laboratorio è stata invece una sfida avvincente quella di cercare un materiale tanto robusto ma anche flessibile per realizzare la speciale “L” che sostituisce il tacco nel sabot di Karl Lagerfled per Fendi del 2000». Senza tralasciare che In Her Shoes, al padiglione 4, esibisce anche una contenuta ma preziosa collezione di calzature antiche, testimonianza dell’evoluzione dello stile di vita e del gusto delle donne.
Per esempio le pantofole da boudoir, ciabattine che a fine Ottocento venivano indossate dalle signore rigorosamente in casa e mai in pubblico e che adesso, denominate alla francese mules, sono la nuova frontiera dello stile easy chic. Un destino simile riservato anche alle “chopine”, le “antenate” delle zeppe: popolari fra il XV e il XVII secolo, misuravano fino a 50 centimetri di altezza con lo scopo funzionale di preservare l’igiene del piede; oggi il “nipote” plateau slancia la silhouette. Con qualche centimetro in meno.