Corriere della Sera, 2 ottobre 2019
Le ragioni del rifiuto degli Chirac a Marine Le Pen
Caro Aldo,
la famiglia Chirac ha fatto sapere di non volere la presenza di Marine Le Pen ai funerali. Direi che è loro diritto.
Paolo Ferri
Francamente per vietare a un partito politico di rendere omaggio a una persona deceduta, perché non si hanno le stesse idee politiche, bisogna avere una visione limitata: in quei momenti lì non c’è più differenza.
Catherine Fillot
Agendo così, la famiglia ha disprezzato milioni di francesi.
Dominique Crety
Se la famiglia non gradisce la loro presenza avranno i loro buoni motivi: giusto non offendere il loro volere.
Luigi Zucchi
Cari lettori,
il gran rifiuto della famiglia Chirac, che non ha voluto al funerale Marine Le Pen, è stato molto commentato, in particolare sui social legati alla comunità del Corriere (è stata una piacevole sorpresa scoprire decine di lettori di origine francese o proprio francesi, che scrivono perfettamente la nostra lingua).
I funerali sono il momento culminante nella vita di una persona e, nel caso di un capo di Stato, di una nazione. Ricordo quelli di Mitterrand: entrai a Notre-Dame all’alba, mi nascosi in fondo alla navata destra, dove c’è la lapide che ricorda il milione di soldati dell’impero britannico caduti sul suolo francese durante la Grande Guerra, e vidi sfilare i potenti della Terra venuti a rendere omaggio a un uomo che nel frattempo era sepolto altrove, in provincia, davanti alle sue due famiglie, con lo splendido abbraccio tra la moglie Danielle e la figlia naturale Mazarine. Non c’è stato né poteva esserci un abbraccio tra Bernadette Chirac, la vedova, e Marine Le Pen.
Bernadette ha sempre incarnato l’anima conservatrice della famiglia, mentre la figlia Claude esprimeva l’anima liberal. Ma proprio per questo la moglie di Chirac ha sempre detestato la famiglia Le Pen, e non solo per via dei decenni di attacchi personali, talora ai limiti della calunnia. Troppo diverso il sistema di valori. Forse per i funerali si poteva usare maggiore comprensione. Va ricordato però che la destra repubblicana francese ha perso per quattro volte l’Eliseo, pur di non fare patti con la destra populista e xenofoba. Una fermezza di cui la destra italiana non sarebbe e infatti non è stata capace. Va detto che in Francia la destra di governo fa la destra: senso dello Stato, delinquenti in galera, lotta seria all’evasione fiscale; chi tocca un poliziotto non fa una bella fine, Gilet gialli compresi; quanto alla «castrazione chimica» dei pedofili, non la si chiama così, e la si pratica da decenni.