Corriere della Sera, 2 ottobre 2019
Norbert, il migliore al test di Medicina
Alle 8 di mattina del 1° ottobre, Norbert Kereszeny da Castellanza (Varese) ha associato il suo nome alla sigla «15MP9MM4SKQ7211», che nella graduatoria del test di Medicina pubblicata dal Miur corrispondeva al migliore degli oltre 60 mila studenti che il 3 settembre hanno compilato il questionario. E ha avuto la conferma: è lui il primo, il più bravo degli aspiranti medici che andranno a occupare gli 11.658 posti a disposizione nelle facoltà di Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria di tutta Italia. Ha totalizzato un punteggio di 82,4 su un massimo di 90.
Diciannove anni compiuti a gennaio, maturità scientifica (100 e lode) al Tosi di Busto Arsizio, Norbert vive in Italia da tredici anni, da quando è arrivato dal suo paese natale, Sighetu Marmatiei, in Romania, per ricongiungersi con i genitori, infermieri all’ospedale di Castellanza.
Attesa finita, Norbert. Ti aspettavi un risultato così?
«Sapevo di essere andato bene perché poche ore dopo il test avevo scaricato le soluzioni e calcolato il punteggio: mi ricordavo tutte le risposte, ed ero sereno. Certo, non pensavo di aver superato tutti. Ma ne ho avuto certezza il 17 settembre, quando sul sito del Miur sono stati pubblicati i punteggi anonimi. Il più alto coincideva con il mio, e proprio alla Statale di Milano, dove ho sostenuto l’esame».
Hai già avuto modo di festeggiare, allora...
«Sì, sono stato in Romania, dove torno appena posso per far visita ai nonni e ho festeggiato con i miei amici».
Se lo sono chiesto in tanti, ieri, anche sui social: come hai fatto?
«Ho iniziato a prepararmi dalla terza liceo, appena ho capito che era questa la mia strada: ho preso i libri e ho iniziato a studiare. In quinta ho fatto anche i corsi di Alphatest, per consolidare la preparazione. Ma devo soprattutto ringraziare i miei professori di liceo: tutti i miei compagni che hanno tentato il test – il 45% della classe – lo hanno superato. E sono andati nelle università che avevano indicato come prima scelta».
Come ti sono sembrate le domande?
«Mi preoccupava che ce ne fossero tante di cultura generale. Ne ho sbagliata una sulla vita di Leonardo da Vinci; però in generale non erano difficili. Non ho avuto esitazioni in matematica (anche se erano molto difficili i quesiti con le funzioni trigonometriche e l’equazione esponenziale), o in chimica e fisica, che erano anche le mie materie preferite al liceo».
Hai tentato altre strade?
«In primavera ho fatto il test dell’Humanitas, in inglese, e sono arrivato secondo. Ma è un’università privata e ha rette troppo alte».
Preparare il test di Medicina e al tempo stesso la maturità è stato faticoso?
«Non particolarmente, perché ho iniziato al momento giusto. Studio tanto, ma non sono un secchione. Mi piace uscire con gli amici, chattare, leggere».
Sport?
«Purtroppo no, non ho tempo. Fino alla terza liceo facevo scherma a livello agonistico, e nuoto. Mi piacerebbe rimettermi in forma».
L’esperienza dei tuoi genitori ha influenzato la tua scelta?
«Sì, si può dire che sono cresciuto in ambiente “medico”, lo sento familiare. Ma forse ha contato di più la mia attitudine a stare a contatto con le persone, farle sentire bene. Mi sento a mio agio quando posso prendermi cura degli altri, aiutare chi sta male. E non mi vedo a fare un lavoro d’ufficio, o in laboratorio».
Che consigli daresti a chi vorrà provarci il prossimo anno?
«Di curare la preparazione a scuola, ma anche di fare più simulazioni possibili».
Cosa pensi del test di accesso? È il sistema giusto per selezionare gli studenti?
«A me non dispiace, mi sembra che sondi bene la capacità di ragionare. In Romania è diverso, i test sono a livello locale e le domande molto mnemoniche. Puoi farcela solo se sei uno sgobbone e impari a memoria la teoria».