Corriere della Sera, 2 ottobre 2019
I 200 tir che ogni giorno portano altrove i rifiuti romani
I numeri della disfatta sono nelle 5 mila tonnellate di rifiuti prodotte dalla Capitale che ogni giorno 200 Tir disperdono in 50 località diverse d’Italia (e non solo). Nei 200 milioni spesi dal Campidoglio per trasportare l’immondizia fuori città, a fronte dei soli otto milioni di ricavi da differenziata. Nei 268 euro pro capite di Tassa rifiuti (Tari), la più alta d’Italia, pagati dai romani per vedere cassonetti quasi sempre traboccanti di spazzatura.
Con un bacino di utenza di tre milioni di persone (tra residenti, pendolari e turisti) e un’area da pulire pari a sette volte Milano, dieci volte Parigi o Barcellona, non c’è dubbio che il compito dell’azienda romana dei rifiuti (Ama) sia immane. La produzione giornaliera di rifiuti è di 5 mila tonnellate, di cui solo duemila è costituita dalla differenziata, che riguarda al momento il 45,6% della spazzatura prodotta (a Milano la percentuale è del 65,5%) con l’obiettivo di arrivare al 70% entro il 2021.
«In due soli anni (dal 2017, ndr) i rifiuti indifferenziati di Roma sono cresciuti di oltre il 10% all’anno». Scrive così la Regione Lazio nel Piano rifiuti varato appena due mesi fa. Alle 3 mila tonnellate di differenziata storicamente Roma ha fatto fronte con i quattro maggiori impianti di Tmb (trattamento meccanico biologico): due dell’Ama e due di un privato, Manlio Cerroni. L’emergenza è scattata quando l’impianto Ama del Salario è andato a fuoco mentre, dei due privati, uno è finito sotto sequestro e l’altro ha ridotto l’attività per manutenzione. La situazione così venutasi a creare, ritenuta sospetta dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha prodotto una denuncia in Procura. Il Campidoglio ha messo nel mirino anche le gare d’appalto Ama da 188 milioni che in tre anni sono andate deserte due volte. Da mesi si lavora solo in emergenza e affidamenti diretti con tariffe concordate tra Ama e privati.
Gare deserte
Le gare d’appalto dal valore di 188 milioni sono andate deserte tre volte in due anni
Al momento l’indifferenziata va a finire nell’impianto Ama di Rocca Cencia per sole 750 tonnellate (meno di un quarto del totale) e in misura ridotta, circa 200 tonnellate (1.500 a regime) negli impianti privati. Circa 220 tonnellate vengono depositate presso il tritovagliatore di Ostia, mentre Ama era in procinto di acquistarne un altro da 500 tonnellate. Il resto finisce presso altri impianti in tutta Italia: in alcune province laziali e in molte Regioni, soprattutto nelle Marche e in Abruzzo, che di recente hanno accettato una proroga dei contratti. Quello che non si riesce a spedire in giro si accumula nel deposito di Rocca Cencia.
Il combustibile da rifiuti (Cdr) prodotto nei Tmb finisce nei termovalorizzatori, a partire da quello di Acea a San Vittore nel Lazio, ma anche in Emilia Romagna e Lombardia e all’estero. Un viaggio tutto diverso fanno invece le circa duemila tonnellate al giorno di rifiuti differenziati raccolti da Ama. Il multimateriale «leggero» passa sia dagli impianti Ama di via Laurentina e di Rocca Cencia, sia da impianti di terzi. Gli scarti alimentari e organici, invece vengono inviati presso gli impianti di compostaggio vicino Roma (quello Ama di Maccarese tratta complessivamente circa 30 mila tonnellate annue) ma anche in Veneto ed Emilia Romagna. La carta e il cartone vengono destinate alle cartiere principalmente nel Lazio e nel centro Italia.