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 2019  ottobre 01 Martedì calendario

La pelliccia biologica di Stella McCartney

Dopo tanti bla-bla sulla moda sostenibile, arriva finalmente chi sull’argomento bagna il naso a tutti: Stella McCartney. La stilista da 18 anni sfila con questa missione. Ieri, all’Opéra Garnier, ha presentato la sua collezione ecofriendly al 75%. Un traguardo unico. E per puntualizzare che non si fermerà qui, annuncia che dal prossimo anno produrrà la prima pelliccia ecologica-biologica (si chiama Koba Fur Free Fur), creata da Du Pont con Ecopel utilizzando ingredienti vegetali. Il prototipo per ora lo ha indossato la top model Natalia Vodianova, ospite al defilé di Stella. 
Vegetarian e cruelty free la griffe è sempre stata sensibile al benessere degli animali. Tanto che sui muri della sala, poco prima dello show, vengono proiettate immagini di zebre, ippopotami e tigri «in amore». Una celebrazione della vita per sottolineare come queste specie, molte in via d’estinzione, siano da salvaguardare. La colonna sonora è Love to love you baby, di Donna Summer. In platea c’è anche papà Paul (con la moglie Nancy Shevell), più assediato del solito dai flash per i 50 anni della mitica canzone Abbey Road. Ma lui non ci fa caso, sprizza orgoglio da tutti i pori per questa figlia così politically correct.
Spiriti liberiEccentricità e semplicità si fondono nei capi di Stella, pensati per donne forti dallo spirito libero, energiche, pronte a sovvertire le regole. Atletiche nelle tute in viscosa eco, morbida come seta. Composte da cerchi di tessuto, smerlate come castelli medievali. Tutto scivola addosso, le tuniche hanno maniche alate. Gli abiti per seratine al mare sono punteggiati da microscopiche margherite. Souvenir della stilista, quando da bambina andava in bicicletta nella campagna inglese. Turchese, arancione, ginger: i colori si accendono decisi. La logo bag è in alter nappa. O rafia intrecciata dalle donne del Madagascar che lottano per la deforestazione. Incedono veloci le modelle in passerella, accompagnate da note adrenaliniche. Amber Valletta sta quasi per scivolare, ma si riprende subito con un balzello, sorridendo. L’esperienza aiuta. 
Denim mon amourClare Waight Keller per Givenchy unisce con un fil rouge Parigi e New York. Ricordando quando nel 1993 approdò nella Grande Mela. Così nasce il suo connubio urban femminile. Da una parte, c’è lo spirito ruvido americano, corroborato da abbondanti dosi di denim. Nei corti e baggy jeans svarechinati. Nelle gonne sfilacciate, strappate e ricucite, come usava un tempo unendo due paia di pantaloni riciclati. Look conditi da ciabattone e bluse bon ton. Dall’altra, trionfa il romanticismo dei fiori retrò, tipici della Ville Lumière. Vedi le lunghe toilette da castellana su cui palpitano corolle découpage in pizzo colorato. Tra balze e fiocchi che sbocciano sui ricchi abiti da notte degli Oscar, si insinuano anche scultorei robe manteau in shantung, senza maniche. Passe-partout minimal modernissimi, facili e super chic.
Passioni bucoliche«Benvenuti nelle case di donne speciali. Come lo sono state nel passato Peggy Guggenheim o Gloria Vanderbilt. E oggi Eugenie Niarchos e Giovanna Battaglia. Tutte appassionate di giardini», dice Giambattista Valli che sfila al Museo delle Arti Decorative, in rue de Rivoli, dove ha ricostruito salotti fioriti. L’estetica bucolica è un’ossessione che invade il guardaroba con spolverini erbario ricamatissimi. Abiti di organza e chiffon dove si ricorrono anemoni, ortensie, rose canine. Leggeri, danzano lievi.
Giamba - come lo chiamano le it-girl desiderose di sposarsi e andare alle feste con le sue creazioni - è bravo a far sognare le clienti. Basta dire Valli per far brillare gli occhi alle donne. E sono già tutte in fibrillazione nell’attesa di comprare a prezzi popolari, dal 7 novembre, i capi da mille e una notte della capsule che lo stilista romano ha ideato per H&M.