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 2019  settembre 29 Domenica calendario

I segreti delle bandiere

The Big Bang Theory, il protagonista Sheldon Cooper è un ex bambino prodigio che a sei anni compilava la dichiarazione dei redditi della famiglia ed è diventato un fisico teorico, un disadattato asessuale e un ossessivo compulsivo. Oltre al suolavoro di ricerca sullaastrusa teoria delle stringhe, ha una fissazione per i treni e per le bandiere, alle quali dedica un personale programma divulgativo, Divertiamoci con le bandiere, che registra sul divano di casa, sfoderando bandiere dimenticate dalle storie ammorbanti. Quindi, perché uno dovrebbe aver voglia di comprare un libro sulle bandiere, a meno che non desideri rimanere solo per il resto della vita? Il titolo originale, in inglese, del libro appena uscito per Garzanti Le 100 bandiere che raccontano il mondo (298 pp., 20 euro) del giornalista britannico Tim Marshall contiene la risposta: «Worth dying for. The power and the politics of theflags», ovvero «Valela penamorire. Il potere e la politica delle bandiere». Cioè, la bandiera è una delle prime cause di morte della storia dell’umanità e continua ad ammazzare parecchiagente pure oggi, pensate al vessillo nero dell’Isis. FOTO INDIMENTICABILE Nella prima pagina del volume, Marshall – per trent’anni corrispondente estero di BBC e Sky News, inviato di guerra in Croazia, Bosnia, Macedonia, Kosovo, Afghanistan, Iraq, Libano, Siria e Israele – racconta l’immagine della bandiera americana issata sulle macerie delleTorriGemelle,l’11 settembre del 2001. Tre vigili del fuoco, elmetto, t-shirt, i pantaloni blu impastati dal bianco pulviscolo dei detriti, gli occhi strizzati peril sole,aemergenzafinita «si sentivanoin obbligo difare qualcosa di buono in mezzo alla morte e alla distruzione», scrive il giornalista. Quellafoto, “Rising the Flag at Ground Zero”, scattata da Thomas E. Franklin, è stata annoverata da Life Magazine come una delle cento istantanee che hanno cambiatoilmondo.C’è un precedente anche più illustre, che Franklin aveva ben in mente: Raising the Flag in Iwo Jima», scattata da Joe Rosenthal il 23 febbraio del 1945, durante la battaglia di Iwo Jima, piccola isola a sud di Tokyo, della secondaguerramondiale. Seimilitari americani sollevano la Stars and Stripes sulla vetta del monte Suribachi, appena conquistato. Gli americani possono dare lezioni al mondo su come ubriacarsi d’orgoglio perla proprianazionee quindi perlapropria bandiera. Ma tutti gli altri che cosa se ne fanno di quello “straccio colorato”? «Che cosa vuol dire tentare di incapsulare una nazione in una bandiera?», si chiede Marshall, «Vuol dire tentare di unire una popolazione entro un insieme omogeneo di ideali, scopi, eventi storicie convinzioni; un compito pressoché impossibile. Le bandiere hannomoltoa chefare con le nostre tendenze tribali tradizionali, e coni nostri vecchi concetti di identità, cioè l’idea del “noi contro di loro” (…) ma in un mondo moderno qual è il ruolo delle bandiere?» Sempre lo stesso: da quelle coloratissime degli Stati africani a quelle con i simboli islamici dei Paesiarabi, dalla Jolly Roger dei pirati alla svastica di Hitler,allafalce emartello delComunismo, a quella arcobaleno della comunità Lgbt, fino a quella dell’Unione Europea, ridicola, suggerisce l’autore quando racconta del perché sullo sfondo blu si stagliano dodici stelle in cerchio, cioè che unitaliano disseche tredici portava sfortuna. IL VERDE DELL’AVOCADO Non importa quanto le nazioni possano sembrarecosmopolite, saranno sempre “tribù con delle bandiere”, tanto da essere adottate pure come emoticon da WhatsApp. Da quiilmotivo per cuiil vessillo europeo, che cerca di unire qualcosa che unito non è, “non tira”: Charles De Gaulle, già negli anni Sessanta, ammisela sua difficoltà nell’amministrare la sola Francia dicendo «come sipuògovernare un Paese che ha 246 diversi tipi di formaggio?», ed era De Gaulle, ed era solo la Francia. E quella dell’Italia? Scrive Marshall che il verde, il bianco e il rosso gli ricordanoil cibo e,in particolare,l’insalata diavocado,mozzarella e pomodoro. Avocado. In Italia. Eppure, va giù meglio una caprese sbagliata chela verità: la bandiera italiana, sotto la quale scorrazzarono per mezzo stivale Mazzini e Garibaldi, per dirne due,è unacreazione di... Napoleone: il quale, varcatele Alpi nel 1796 alla volta di Milano, fece aggiungere il rossoall’uniforme verde e bianca della milizia milanese, che divenne la guardia nazionale della Repubblica Transpadana. Eccoli i nostri colori nazionali, decisi daifrancesi;l’avocado nella Caprese, a confronto, “val bene una messa”. ©