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 2019  settembre 28 Sabato calendario

Il figlio di Sarcinelli in galera per violenze

Milano «Ammetto la lite, l’ho colpita». Carcere di San Vittore, ieri mattina.
Davanti al giudice c’è un uomo di 47 anni. Ha casa in un palazzo di via Fiori Chiari, a Brera, uno dei quartieri più chic di Milano. Romano, carriera da top manager di banca, e una vita piena di lusso e privilegi. Ora però Marco Sarcinelli è passato dal mondo dell’alta finanza all’ala del carcere milanese riservata ai detenuti con dipendenze, in questo caso l’alcol.
A denunciarlo è stata la compagna, con la quale ha due figli, oggi di 3 e 5 anni, stanca della sua gelosia ossessiva. La donna, di pochi anni più giovane, ha messo a verbale una serie di accuse dopo che l’uomo, nella notte tra sabato e domenica, nel corso di una lite violenta, è stato arrestato per lesioni e maltrattamenti in famiglia dagli agenti dell’Ufficio prevenzione generale della Questura.
Marco Sarcinelli è figlio di Mario, economista di fama, che fu vice direttore della Banca d’Italia, e presidente della Banca Nazionale del Lavoro. Un cognome «pesante», nel mondo bancario. Un ambiente nel quale Marco ha sempre operato, completati gli studi universitari.
Il padre
Marco Sarcinelli è figlio di Mario, che fu vice direttore di Bankitalia e presidente di Bnl
Dopo le prime esperienze a Londra, ha lavorato in vari istituti di credito, fino all’approdo al Monte dei Paschi, con incarichi dirigenziali nel settore finanziario. Nella vita privata, però, le cose non sono andate di pari passo con i successi professionali. Anzi, sono deragliate in un baratro di atteggiamenti ossessivi, liti, violenze, prevaricazioni nei confronti della compagna.
In primavera i carabinieri sono dovuti intervenire in un parco pubblico a poche decine di metri dall’abitazione, a causa di una scenata dell’uomo nei confronti della partner, talmente esasperata da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine per riportare la calma. Motivo della sua «rabbia»: la convinzione che lei lo tradisse. Una convinzione che l’ha portato a «rifugiarsi» nell’alcol. Un bicchiere dopo l’altro, bevute e bevute, insieme a pacchetti di sigarette consumati convulsamente, un perenne stato di nervosismo e di furore sfociato in liti furibonde e sempre più frequenti. La donna, esasperata, ha riferito anche di incursioni del marito persecutore nei suoi profili social, dove lui ha scritto frasi volgari per offenderla e metterla in cattiva luce. Il culmine di mesi di tensioni e violenze domestiche, secondo le accuse, si è consumato, appunto, nella notte tra sabato e domenica, nell’elegante appartamento della coppia. Urla, continue urla, e poi schiaffi, minacce, e lei che si è sentita braccata e, preoccupata di ulteriori, tragici sviluppi, ha telefonato alla mamma che ha subito avvisato il 112. All’arrivo dei poliziotti, l’uomo non si è affatto calmato, cercando un’altra aggressione, davanti agli agenti, come se fosse il padrone del mondo, con il diritto all’impunità. L’hanno arrestato in flagranza di reato e hanno attivato il «codice rosso», il nuovo protocollo a tutela delle donne vittime di violenze di genere.
All’udienza di convalida, Sarcinelli, difeso dall’avvocato Salvatore Catalano, non ha contestato il fatto che gli è costato l’arresto, e ha ammesso di avere un problema con l’alcol, che ha dichiarato di voler risolvere sottoponendosi a cure adeguate.