ItaliaOggi, 27 settembre 2019
Diritto & Rovescio
Fra poco Mario Draghi (sinora da tutti definito «SuperMario» per come è riuscito a contenere la crisi in Europa) dovrà lasciare la sua carica per fine mandato. E subito molti suoi omologhi (che sinora erano rimasti accondiscentemente silenziosi) hanno cominciato a criticarlo apertamente per avere inondato di liquidità l’Europa. Il quotidiano francese Le Figaro, dissociandosi da questo andazzo, non ha esitato a scrivere: «Draghi avrà adesso la possibilità di meditare sull’ingratitudine della natura umana. Lui che ha impiegato con successo tutti i mezzi a sua disposizione per salvare l’Europa dal fallimento e gli europei dalla rovina». Gli omologhi di Draghi, perdendo l’aplomb che avevano sinora manifestato, non esitano a far rinascere la demagogica opposizione fra l’Europa-formica dei paesi del Nord che gestisce i suoi soldi con oculatezza e l’Europa-cicale del Sud che spende con disinvoltura, senza contare. Nell’Europa unita (?) risorgono gli stereotipi.