ItaliaOggi, 27 settembre 2019
Abitare nel villaggio olimpico che Hitler aveva fatto appositamente costruire nel 1936 alle porte di Monaco, vicino a Dachau
I giochi olimpici nel 1936 furono una riuscita propaganda per il regime nazista. Il lager di Dachau, alle porte di Monaco, era già in funzione, all’inizio vi venivano rinchiusi comunisti e persone considerate asociali, come gli omosessuali. Ma il mondo aveva voglia di chiudere gli occhi. Appena tre anni dopo la presa di potere, Hitler poteva dimostrare di aver condotto la Germania fuori dalla crisi. Ottenne anche gli elogi di Churchill.Ai giochi di Los Angeles, nel 1932, gli atleti erano stati ospitati in baracche di legno. A Berlino i 3.600 partecipanti di 50 nazioni trovarono alloggi moderni e confortevoli nel Dorf des Friedens, il villaggio della pace, a Elstal, 16 chilometri dallo Stadio Olimpico, 136 villette a un piano e 5 a due piani, tutte con acqua corrente, riscaldamento, telefono e una terrazza. La squadra finlandese ottenne che venisse installata una sauna, la prima in Germania. Per la propaganda nazista erano «le più belle caserme al mondo»: finiti i giochi, avrebbero ospitato reparti della Wehrmacht.
Ottanta anni dopo, a causa della mancanza di alloggi nella metropoli, si è cominciato a trasformare le case degli atleti. Sorgerà un nuovo quartiere per tremila abitanti, ben collegato con il centro. Ma non è un’occasione per le giovani coppie: il prezzo partirà da 4.500 euro al metro quadrato. L’affitto medio sarà di dodici euro a metro quadrato. Non caro per abitare in un luogo storico. Il progetto era degli architetti Werner e Walter March, i lavori durarono dal 1934 fino alla vigilia delle Olimpiadi. La consegna fu puntuale. A evitare problemi, il Dorf fu riservato agli uomini, le 330 atlete vennero sistemate in un centro a poche centinaia di metri dallo stadio. Un giornalista britannico, supercritico, osservò che nel villaggio mancavano le cicogne, che secondo lui non dovevano mancare in Germania. Gli organizzatori reagirono prontamente trasferendo sui tetti delle villette le cicogne dello zoo.
Il Dorf fu circondato da una rete di filo spinato, «per proteggere la tranquillità dei concorrenti». Le serate erano allietate da spettacoli allestiti in puro stile nazista, per esaltare la bellezza e la superiorità della razza ariana. Ma non turbarono gli ospiti. Per non irritare il padrone di casa, anche gli americani avevano evitato di selezionare atleti ebrei. E pensare che i giochi erano stati assegnati alla Germania, durante la Repubblica di Weimar, grazie all’intervento di influenti personalità ebraiche.
Dopo la fine della guerra, il villaggio olimpico, oggi protetto come monumento nazionale, fu occupato dall’esercito sovietico, che vi rimase a lungo anche dopo la caduta del Muro e la riunificazione, fino al 1992. Due anni fa la società Terraplan Immobilien ha rilevato il villaggio e le zone adiacenti, in tutto 52 ettari. Gli impianti rischiavano di crollare, e saranno restaurati rispettando l’architettura originale. L’operazione costerà non meno di quattro miliardi di euro, compresi i collegamenti, strade, linee telefoniche, acqua, gas, luce elettrica, in parte coperti dall’intervento pubblico. La Terraplan investirà circa 100 milioni di euro. Ma gran parte degli appartamenti è già stata venduta prima ancora dell’inizio dei lavori, sulla carta.