ItaliaOggi, 27 settembre 2019
Venne il giorno in cui a mio nonno un ufficiale tedesco diede un pilota abbattuto della Raf perché lo nascondesse
Inflessibile e dispotico, mio nonno lo era anche coi gerarchi fascisti che lo volevano tesserare. Li cacciava sfottendoli. Siete dei pagliacci, diceva, porterete questo paese alla rovina. Lo tolleravano perché non faceva politica e per la professione liberale, gradita al partito. Venne la guerra. Crollò la Francia e i panzer tedeschi passarono sotto l’Arco di Trionfo a Parigi. Tornarono a visitarlo i gerarchi, ora sarà convinto della grandezza del nazifascismo, gli dissero. Coraggioso come pochi il vecchio gli rise in faccia. Poveri idioti, ve ne accorgerete, questo è l’ inizio della fine. Inglesi e americani vi faranno a pezzi. Per non parlare dei russi, nemmeno Napoleone ce l’ha fatta. Figurarsi voi.Venne El Alamein, Stalingrado, i bombardamenti su Milano. Di giorno gli americani, di notte gli inglesi.
La villa del nonno, alla Maggiolina, era in una delle aree più bombardate. Intorno, lo scalo ferroviario di Lambrate, la Breda areonautica, la Pirelli Bicocca.
A proteggere le zone industriali e i nodi di comunicazione, dall’inizio del ’43 era arrivata la contraerea tedesca, con i Flak ’88, cannoni antiaerei a tiro rapido dotati di centraline di puntamento sconosciute in Italia. Una di queste postazioni era a 200 metri dalla villa del nonno. Quando un bombardiere della Raf fu colpito, parte dell’ equipaggio riuscì a lanciarsi, un paracadute arrivò fino a noi. Toccò terra a un passo dalla contraerea. I tedeschi gli diedero soccorso, era leggermente ferito l’ ufficiale inglese.
Il comandante tedesco lo accompagnò a fine bombardamento, a casa nostra, intorno alla mezzanotte. Con un sorriso disse tenetelo voi, vi consegniamo un prigioniero, se lo trovano quelli delle SS fa una brutta fine. Voi saprete cosa fare. Il Vecchio sapeva cosa fare, già nascondeva gli ebrei.
Ci fu lo sbarco americano in Sicilia il 10 luglio del 1943.Cadde Mussolini il 25 luglio, al suo posto misero Badoglio. Decisione scellerata, disse il nonno, quell’incapace di Caporetto nel 1917, aspettiamoci il peggio. Il peggio arrivò con la firma dell’armistizio l’8 settembre e la fuga del Re, con Badoglio e tutti i generali.
Senza ordini, i comandi periferici si arresero ai tedeschi per finire nei lager o morirono sul posto per non arrendersi. I gerarchi non cercavano più il Vecchio, ma cominciarono a visitarlo i partigiani. Lei è dei nostri, lo sappiamo, aiuta ebrei e rifugiati, venga con noi. Poveri illusi, diceva il vecchio, voi insanguinerete l’Italia nella guerra civile e non servirà a nulla, tante sofferenze inutili. La Liberazione verrà quando cadrà Berlino nelle mani dei russi e quando arriveranno a Milano gli americani.
Con voi o senza di voi.
Speriamo soltanto – disse – che non si sostituisca una dittatura nera con una dittatura rossa.