ItaliaOggi, 26 settembre 2019
Streghe, viaggio di una cronista negli ingranaggi di una allucinante cultura inquisitoria tra il Seicento e gli inizi del Settecento
Scrivere che c’è «un’inaspettata bellezza» negli atti dei processi alle streghe è un azzardo da pokerista della Storia. Ilaria Simeone, che non è una storica ma una giornalista freelance di formazione filosofica, ha il coraggio di farlo nella postilla del suo libro Streghe, le eroine dello scandalo, giocandosi la reputazione. Eppure l’inaspettata bellezza c’è e la si nota leggendo i passi degli interrogatori, delle deposizioni, delle lettere dove le voci delle imputate, spesso incolte ma anche istruite come Caterina de’ Medici (da non confondere con l’omonima moglie di Enrico II di Francia) o di buona famiglia, echeggiano sorprendentemente con la loro forza dolente, immaginifica e persino ironica. Restituire voce a quelle voci strozzate dalla Storia è uno dei pregi del libro.Viaggio di una cronista tra Seicento e inizi Settecento, in mezzo agli ingranaggi della giustizia che mandava al rogo donne diverse per il comune sentimento del pudore del tempo. I poteri religiosi locali e quelli laici, su su fino all’Inquisizione romana, spesso si incastrano alla perfezione, altre volte stridono nella lotta per affermare la loro autorità. È una giustizia amministrata da macchine da guerra ben oliate, di una precisione quasi maniacale, straordinariamente giuste nella loro follia stritolatrice.
Il resoconto del viaggio, scritto come un romanzo, si dipana in tre storie che spaziano dal ducato di Milano e Mantova alla podesteria della repubblica di Genova, ai Quattro vicariati trentini. Ognuna racconta una caccia alle stregue diversa, con un comun denominatore: la paura della donna come scandalo nel senso etimologico di insidia, ostacolo, inciampo. Paura del potere femminile di generare o non generare, paura di chi conosce metodi di cura che fanno diventar verdi di bile i medici (maschi), paura dell’altro. E, naturalmente, paura del sesso. Che trasuda dalle pagine del «Malleus maleficarum», pubblicato in latino nel 1487 da due coltissimi domenicani, il più famoso dei testi di demonologia, vero best seller ante litteram (tirato in 34 edizioni vendette 35mila copie).
Un trattato che ha la fantasia di inventarsi un nuovo amore, l’amore «disordinato», neologismo geniale che dà il permesso alle autorità religiose di riportarlo nelle alcove di letti lindi e rifatti. Proprio per questo, tra Cinque e Seicento, Milano s’inventa le case per «donne traviate e zitelle pericolanti». L’elenco è da sorriso amaro: c’è la «Casa delle povere convertite di S. Valeria» dove le donne depravate e pubbliche meretrici vengono accolte gratuitamente; ma se gli stessi vizietti sono commessi da ragazze di famiglia agiata (e paganti), allora la destinazione cambia e diventa la «Casa delle monache rimesse di S. Maria Egiziaca del Crocifisso»; se poi una donna è «gravemente minacciata da seduttori» a salvarla c’è il «Pio luogo del soccorso»; ma se ci sono casi urgenti, cioè le traviate di ogni ordine sociale che non si sa bene come catalogare, ecco allora spuntare, come temporaneo alloggio, la «Casa di S. Maddalena».
Nel 1609 il cardinale Federico Borromeo cerca di mettere un po’ d’ordine e scopre che è meglio prevenire che curare: così istituisce il «Ricovero della Madonna del Rifugio» per «ragazze in procinto di perdere l’onestà». Ovviamente solo le donne sono «disordinate» in amore e, quando lo sono un po’ troppo, diventano streghe. D’altra parte, sentenzia il «Malleus», «la donna è più carnale degli uomini, come risulta da molte sporcizie carnali». E poco importa se il cardinale Carlo Borromeo, alla fine del Cinquecento, deve inventarsi il confessionale, un mobile con inginocchiatoi e spazi separati: escamotage necessario perché molti sacerdoti s’erano messi a indagare sulle abitudini sessuali delle devote e così, di confidenza in confidenza, qualcuno ci provava pure. Ecco, altro pregio del libro è la ricchezza dei dettagli di un’epoca raccontata attraverso il resoconto di una strage. C’è un certa bellezza (storica) nel libro di Ilaria Simeone.
Streghe, le eroine dello scandalo (Neri Pozza, 190 pag., 13,50 euro)