Libero, 25 settembre 2019
L’Italia sarà anche povera, ma gli italiani sono ricchio
C’è una classifica dei grandi problemi europei, quelli che rischianodiaffossarel’economia del continente,nella quale il nostro Paese non figura tra i principali colpevoli. A dirla tutta, anzi, non vi appareaffatto.A differenza di Germania, Francia, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Olanda e altri presunti modelli di virtù finanziaria. Forse è proprio per questo, perché per una volta l’Italietta ne esce a testa alta e i reprobi sono altri, che simili giudizi sono passati inosservati, malgrado siano stati appena espressi dal Comitato europeo per il rischio sistemico (...) segue ➔ (...) (Esrb), al cui vertice siede MarioDraghi, presidente della Bce. L’argomento del rapporto pubblicato da questa agenzia della Ue è molto concreto: si parla di case, mutui, famiglie indebitate e banche che concedono prestiti con eccessiva facilità. Dovrebbe ricordarci qualcosa: l’ultima grande crisi globale, quella del 2007, fu causata proprio dalle insolvenze sul mercato dei mutui statunitensi. Stavolta non siamo a quei livelli d’allerta, ma ilcompito dell’organismoguidato da Draghi consiste proprio nel prevenire un nuovo contagioall’interno dell’Unione, evitando che la storia si ripeta. A tale scopo, redarguisce i Paesi il cui andazzo rappresenta una minaccia per la stabilità dell’intera Europa. È quelloche haappenafatto,individuando nelle condotte di undici Stati «vulnerabilità» che «possono essere fonte di un rischio sistemico perla stabilità finanziaria». I CATTIVI I “cattivi” sono divisi in due gruppi. Germania, Francia, Repubblica Ceca, Islanda e Norvegia (le ultime due, sebbene esterne alla Ue, fanno parte dell’Esrb) hanno ricevutoun “avvertimento”, checorrisponde al primo livello d’allarme, emesso quando il comitato diDraghiiniziaavedere rischi significativinella condotta di un Paese. Ai governi di Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Olanda, Finlandia e Svezia è stata inviata, invece, una “raccomandazione”: trattamento riservato a chi già era statomessoin guardia sui guai che stava causando e non vi ha posto rimedio. I problemi principali di questi Paesi, scrivono gli economisti di Draghi, «si riferiscono all’indebitamento delle famiglie, elevato o in aumento, alla capacità delle famiglie di rimborsareilloro debito ipotecario, alla crescita del credito ipotecario e all’allentamento dei criteri con cui i prestiti sono concessi, nonché alla valutazione o all’andamento dei prezzi degli immobili residenziali». Si capisce così perché, per una volta, gliitaliani nonfigurano tra gli untori. Quel patrimonio immobiliare trasmesso da una generazione all’altra, che sindaci e ministri di ogni colore vedono come un’immensamucca damungere a colpi d’imposte patrimoniali, è in realtà la nostra vera ricchezza,il grande punto di forza dell’Italia nei confronti degli altri Paesi europei. Abbiamo uno Stato gestito malissimo, che ha accumulato un debito superiore ai 2.400 miliardi, corrispondenti a 39.910 euro per ogni abitante, neonati inclusi: la nostra palla al piede, sempre più pesante. Al vizio pubblico corrisponde, però, una virtù privata: quasi 19milioni difamiglie, più del 70% di quelle che risiedono nello Stivale, vivono in case di proprietà, e solo 3,6 milioni, ossia il 19,2% del totale, sono soggette a un mutuo. Un altro 10% vive in abitazioni di cui ha l’usufrutto, il restante 20% in affitto o subaffitto. E siccome, ovunque, la prima ragione per cui le famiglie chiedono soldi in prestito è l’acquisto della casa, ciò rende noi, almeno sotto l’aspetto privato, più ricchi e solidi degli altri europei, indebitati sino al collo per il loro appartamento. I tedeschi, ad esempio, cittadini di uno Stato le cui finanze sono ritenute così affidabili che gli investitori gli prestano soldi a tasso negativo (cioè rimettendoci), rappresentano un rischio proprio a causa del loro mercato immobiliare. Le debolezze principali della Germania, avvisa il rapporto dell’Esrb, sono la sopravvalutazione delle abitazioni, l’elevata crescita dei prezzi delle case e l’indebolimento dei criteri con cui i prestiti sono concessi alle famiglie. Nulla di apocalittico, ma la miscela preoccupa lo stesso gli esperti guidati da Draghi. TANTI MUTUI Anche perché, avvertono, «sebbene il tasso di proprietà delle case in Germania sia il più basso della Ue», tanto da risultare di poco superiore al 50%, «la percentuale di proprietari con un mutuo è il 25% del totale della popolazione». Una quota altissima, superiorea quella degliitaliani, che pure possiedono quasi tutti un proprio appartamento. Sotto questo aspetto, possiamo dire che i tedeschi sono assai più indebitati di noi. Un po’ peggio di loro stanno i francesi. La diagnosi dell’Esrb evidenza un elevato debito a carico delle famiglie transalpine, forte crescita dei prestiti immobiliari, sopravvalutazione delle abitazioni nellegrandi città e un’eccessiva facilità nella concessione deimutui da parte degliistituti di credito. Decisamentepiù gravela situazioneinDanimarca, Olanda, Norvegia e Svezia, nonché nel piccolo Lussemburgo di Jean-Claude Juncker: tutti Paesi dove la condizione delle famiglie è giudicata «ad alto rischio». Per le loro banche e per la salute finanziaria dell’Europa, e dunque pure della nostra, anche se i governanti italiani, carini e garbati come sono, si guarderanno bene dal farlo pesare. ©