il Fatto Quotidiano, 25 settembre 2019
Guantanamo è costato agli americani 6 miliardi di dollari
eGARY BROWN oggi è un colonnello in pensione. È stato un consulente legale dei vertici delle “military co m m i ss i o n s”, i tribunali militari) di Guantanamo. Brown è diventato il w h i s t l e b l owe r del centro di detenzione di massima sicurezza situato nella nota base navale americana dell’isola di Cuba e voluto da George W. Bush nel 2002. In un servizio della National Public Radio (Npr), rilanciato ieri dall’associazione Nessuno tocchi Caino, Brown attacca chi ha gestito i tribunali militari e la struttura di detenzione. Parla di “i n ge n t i sprechi finanziari” e “pessima gestione”. Un conto che per i cittadini statunitensi assomma a oggi alla cifra di 6 miliardi di dollari. Morris Davis, procuratore capo di Guantanamo dal 2005 al 2007, ha dichiarato sempre a Npr: “A Guantanamo sono stati spesi miliardi di dollari che erano totalmente inutili”, e ha criticato i tribunali militari come “un fallimento t ravo l ge n te”. Un’inchiesta del New York Ti m e s del 16 settembre scorso ha rivelato che la prigione e i tribunali militari della baia di Guantanamo costano ai contribuenti “circa 13 milioni per ciascuno dei 40 prigionieri d e te n u t i” o un totale di 540 milioni nel solo 2018. Sebbene non abbia offerto alcuna soluzione al problema, il presidente Donald Trump ha dichiarato il 18 settembre che il costo annuale di 13 milioni di dollari per detenuto era “fo l l e”. Nel servizio del Nyt Morris Davis ricordava di essersi dimesso nel 2007 per le troppe pressioni da parte dei suoi superiori perché utilizzasse le prove che erano state ottenute dalla Cia interrogando gli imputati con metodi di tortura. Dopo le sue dimissioni, un giudice militare stabilì che in effetti le prove estorte con la tortura non potevano essere utilizzate nei processi, nemmeno nei processi “speciali” di G u a n t a