il Fatto Quotidiano, 25 settembre 2019
La talpa della Tav
Ora che le madamine sono un po’ in disuso e anche gli scemi (ma non i giornalisti) hanno capito che il Tav è un treno, dunque è maschile, bisognava inventarsi un nuovo simbolo femminile per ingentilire i malaffari del Partito degli Affari. E oplà, ecco a voi “la talpa Federica”, che, con grave sprezzo del pericolo, ha finito “i primi 9 km”, dunque “il 18%” del “Tav Torino-Lione”. A cantarne le gesta, arrapati come non mai, sono accorsi al cantiere francese i migliori trombettieri della Banda del Buco, gli stessi che poi sbavano dietro a Greta e all’ambientalismo. Le loro cronache sono umide di polluzioni adolescenziali per quella gran gnocca di Federica, “una fresa lunga 135 metri, pesante 2.400 tonnellate” (Corriere), “una fabbrica ambulante spinta da 8 motori da Formula Uno” (Sole 24 Ore), che “sbriciola la montagna” (Messaggero) e “avanza in direzione Italia alla velocità di 15.20 metri al giorno, con punte di 28, estraendo 1,3 milioni di metri cubi di roccia” (Corriere), nientepopodimenoché “uno scavo lungo come il tunnel del Gran Sasso” (Repubblica), ma che dico: “uno degli scavi più complicati al mondo” (Mario Virano, ad di Telt, incredulo per l’impresa mai vista di bucare una montagna), “i primi 9 km che fanno la Storia” (il Giornale). E non è ancora niente: “Fra tre anni, nel 2023 (cioè fra quattro, ndr), sette talpe come quella attaccheranno contemporaneamente la montagna”: roba da orgasmo multiplo. Già che ci sono, i bucaioli di Repubblica e Corriere raccontano che la sexytalpa “svela la nudità del re”, cioè sbugiarda i putribondi ambientalisti No Tav e 5Stelle che “negano la realtà dei fatti con dati falsi spacciati per verità assolute senza alcun contraddittorio” (Rai, Mediaset, La7 e i giornaloni sono tutti house organ dei black bloc valsusini): tipo che “non esistono lavori già avanzati” e
“non c’è nessun cantiere oltre confine”, mentre “i primi 9 km del tunnel di base” sono lì bell’e pronti. L’eccitazione, si sa, gioca brutti scherzi: questi fresconi scambiano quei 9 km di “galleria geognostica” (così la definisce l’Ue che l’ha finanziata) per il “tunnel di base”, che deve ancora iniziare (usando, certo, anche gli scavi esplorativi nella stessa direzione) così come i bandi di gara. Spacciano quei 9 km per il 18% dell’opera definitiva, che prevede una galleria a due canne di 57,5 km ciascuna (totale: 115 km, di cui 9 sono il 7,8%). Tacciono che la Francia non ha stanziato un euro e che l’eventuale Tav non collegherebbe Torino a Lione, ma Bussoleno a St. Jean de Maurienne, perché la Francia ha rinviato al 2038 l’eventuale ferrovia tra il buco e il suo capoluogo. Ma vanno capiti. Al cuore non si comanda. Tira più un pelo di talpa che due pariglie di buoi.