Il Messaggero, 25 settembre 2019
Tumori in calo
VANITYX
Nel nostro Paese ci si ammala meno di cancro. Per la prima volta, infatti, le diagnosi sono diminuite e, allo stesso tempo, sono aumentati coloro che hanno vinto i grandi killer. La montagna di dati del libro I numeri del cancro in Italia 2019, presentati al ministero della Salute dall’Associazione italiana di oncologia medica, rappresentano uno straordinario segnale di speranza.Da un lato ci dicono che quest’anno, in cui sono stati stimati 371 mila nuovi casi di cancro, volta le diagnosi sono state 2 mila in meno rispetto al 2018, dall’altro lato ci dicono che quasi 3 milioni e mezzo di italiani vivono dopo un cancro, un esercito di sopravvissuti sempre più numeroso. Un milione i guariti.
«L’indagine ci indica – commenta Stefania Gori, presidente Aiom e direttore del dipartimento oncologico dell’Irccs Ospedale Sacro Cuore Don Calabria-Negrar (Verona) – che l’incidenza delle neoplasie è in riduzione sia tra gli uomini che tra le donne». In calo sono i tumori del colon-retto, dello stomaco, del fegato e della prostata. E, solo negli uomini, quelli del polmone.
LE SIGARETTELe cinque diagnosi più frequenti riguardano la mammella (53.500 casi), colon-retto (49.000), polmone (42.500), prostata (37.000) e vescica (29.700). La nota stonata riguarda il tumore del polmone nelle donne: si stima un aumento del 2,2% all’anno a causa della preoccupante diffusione (in crescita) dell’abitudine al fumo di sigaretta fra le italiane. Aumenta anche il tumore della mammella e, in entrambi i generi, quelli del pancreas, della tiroide e i melanomi (soprattutto al Sud). Nelle regioni del Sud e nelle Isole, dove gli screening oncologici sono ancora poco diffusi, non è stata osservata la riduzione della mortalità e dell’incidenza dei tumori della mammella, del colon-retto e della cervice uterina.
Continuano, dunque, ad essere evidenti le differenze regionali. Nell’uomo, il tasso di incidenza per tutti i tumori è più basso al Centro (meno 4%, rispetto al Nord) e ancor più basso al Sud (meno 14%). Lo stesso andamento si conferma tra le donne (meno 5% nell’Italia centrale e meno 17% nell’Italia del Sud-insulare, rispetto al Nord). «È verosimile attribuire questa situazione a fattori che agiscono in senso protettivo, abitudini alimentari, vita riproduttiva, minore esposizione a fattori di rischio ambientale», spiega dice Massimo Rugge, presidente dell’Associazione Italiana Registri Tumori L’incidenza più alta si registra in Friuli Venezia Giulia, la più bassa in Calabria.
GLI SCREENING«Il tumore della mammella – aggiunge Stefania Gori – si conferma il più frequente nella popolazione, in crescita soprattutto nelle aree del Centro-Nord per l’estensione dei programmi di screening. La neoplasia viene così individuata in fase iniziale e con alte probabilità di guarigione. Senza il test sarebbero state scoperte in stadio avanzato». Quella del seno è la neoplasia più diagnosticata nelle donne, circa uno su tre è un tumore mammario.
Ed è in gran parte alla diagnosi precoce che si deve l’aumento degli italiani che hanno vinto la malattia, circa il 5,3% dell’intera popolazione. Si stima che il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi. Almeno un paziente su quattro, pari a quasi un milione di persone, è tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può considerarsi guarito. Nonostante le campagne di prevenzione sembrano aver prodotto effetti significativi sulle nuove diagnosi, c’è una fetta della popolazione colpita da cancro che ancora persiste a mantenere stili di vita scorretti dimenticando le proprie vulnerabilità.
LA SEDENTARIETÀSono le persone con più di 65 anni d’età, nonostante abbiano ricevuto una diagnosi di tumore, continuano a fumare, ad abusare di alcol, a condurre una vita sedentaria e a mangiare male. In particolare, nel report di Aiom si segnala un 11% di ultrasessantacinquenni che ha avuto una diagnosi di tumore continua a fumare quotidianamente. Il 18% fa ancora un consumo esagerato di alcol e il 40% dichiara di essere sedentario. «Va ricordato che adottando stili di vita sani – conclude Gori – il 40% dei tumori è evitabile».
Valentina Arcovio