la Repubblica, 25 settembre 2019
Brenda che ha fermato Boris Johnson
LONDRA – Fatti più in là, Elisabetta II. La città delle donne ha una nuova regina: lady Brenda Hale, presidente della Corte Suprema britannica. La prima di sesso femminile. L’unica nella Storia che ha avuto il coraggio di sfidare, in nome del potere giudiziario, quello esecutivo, per ridare voce al potere legislativo. Suona come una filastrocca. Invece si chiama “rule of law”, stato di diritto. Lo hanno inventato gli inglesi, nel 1215, con la Magna Carta. Ma quelli erano tutti uomini. Ad annunciare che la sospensione del parlamento decisa da Boris Johnson è illegale, «una estrema minaccia alla democrazia», è stata invece una donna: esile, minuta, a 74 anni con l’aria di una simpatica zia uscita da un romanzo di Agatha Christie. In realtà, modernissima. Che Londra sia la città delle donne della politica mondiale, è innegabile. Una donna è capo di stato, Sua Maestà, da oltre sessant’anni. Due donne sono già state primo ministro, Margaret Thatcher e Theresa May. Un’altra donna, Nicola Sturgeon, è premier del governo autonomo in Scozia, dove recentemente tutti i partiti erano guidati da una donna. E una donna, l’attivista dei diritti umani Gina Miller, è all’origine del ricorso alla Corte Suprema che ieri ha sbugiardato l’attuale inquilino (uomo) di Downing Street. Era giusto e destino che fosse una donna a condurre la Corte Suprema a questa unanime storica sentenza. Nata a Leeds nel 1945, lady Hale si è laureata in legge a Cambridge, è diventata docente e magistrato, quindi ha ricoperto un altro incarico mai toccato prima a una donna, quello di Dama Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico. Era il 1994. Poi è entrata alla camera dei Lord e cinque anni più tardi è stata nominata alla Corte Suprema, la massima autorità giudiziaria nazionale, per esserne eletta vicepresidente e infine, nel 2017, presidente. La prima presidente donna. Da sempre si proclama orgogliosamente femminista: «Che c’è di strano, dovrebbero esserlo tutti, uomini compresi», ha detto in occasione della sua campagna a favore delle quote rose anche nella giustizia, chiedendo che metà dei giudici siano donne. Si è battuta per fare riconoscere la violenza domestica come un reato più grave della sola aggressione fisica. E pure per fare approvare il divorzio senza bisogno di assegnare colpe: per separarsi basta essere infelici. La sua passione privata sono le spille. Più vistose sono, più le piacciono. Al punto da avere creato un profilo Twitter apposta per i monili di cui ama adornarsi. Mentre leggeva la sentenza, era impossibile non notare la sua spilla: ne ha scelta per l’occasione una a forma di ragno. In quella tela è ora rimasto prigioniero Boris Johnson. La regina Elisabetta non ha il potere di opporglisi e in questa storia ha finito per perdere la faccia. Sarà la strategia del ragno, tenacemente ordita da Brenda Hale, a fermare la Brexit?