Corriere della Sera, 25 settembre 2019
Perché diminuiscono i malati di cancro
VANITYX
Cominciamo a ragionare partendo dai numeri. Si stima – ma precisiamo: si tratta di una stima perché, ovviamente, l’anno in corso non è ancora concluso – che nel 2019 si conteranno 2000 casi di tumore in meno rispetto all’anno precedente. I veri conti si faranno dopo, ma comunque la tendenza è in atto. Allora chiediamo perché, in Italia, sarebbero in diminuzione i tumori a Giuseppe Curigliano, Direttore della Divisione di Sviluppo di Nuovi Farmaci all’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano.
Secondo i dati del rapporto presentato ieri sarebbero in calo soprattutto i tumori del colon-retto, dello stomaco, del fegato, della prostata. E del polmone, negli uomini. Come si spiega?
«Probabilmente questa tendenza è in parte riconducibile a modificazioni dello stile di vita. In positivo. Una migliore alimentazione può contrastare la nascita di alcuni di questi tumori, come quello del colon-retto. Ma c’è di più. La prevenzione di tumori dello stomaco è passata anche attraverso il controllo dell’Helicobacter pylori (quel germe responsabile delle ulcere ed eliminabile con una semplice terapia antibiotica, ndr). Quella del fegato attraverso la vaccinazione contro l’epatite B (obbligatoria in Italia, ndr) e le nuove terapie per combattere l’epatite C. Un po’ più misteriosa rimane la riduzione dei casi di tumore alla prostata».
E il polmone?
«Ecco, in questo caso la riduzione fra gli uomini è dovuta alla rinuncia al fumo. E non a caso questo tumore è in crescita nel sesso femminile dove la sigaretta continua a prendere piede».
Comportamenti virtuosi, come una corretta alimentazione (i consigli in questo caso si sprecano, con l’aggiunta del suggerimento di associare una adeguata attività fisica, ndr) possono dunque mettere al riparo dai tumori?
«Certamente, ma non dobbiamo dimenticare la diagnosi precoce che ce li fa scoprire proprio al loro esordio. E ci permette di curarli fin dall’inizio. Con la mammografia per il seno, ad esempio, la ricerca di sangue occulto per il colon e via dicendo».
Le differenze
Al Sud ci si ammala meno, però si muore di più, perché l’accesso alle terapie è minore
Sì, ma la diagnosi precoce scopre un tumore quando già c’è. Prevenzione primaria, invece, significa impedire al tumore di nascere.
«Tecnicamente è così. Quindi bisogna puntare sulla prevenzione primaria fatta di corretti stili di vita (un mantra, ormai noioso, ma efficace che non si finirà mai di ricordare, ndr). Ma la possibilità di identificare un tumore al suo esordio significa anche un’altra cosa: curare subito e ridurre la mortalità».
Come per il cancro al seno?
«Sì, per il cancro al seno si assiste a un aumento di diagnosi, dovute proprio al fatto che i nuovi esami di imaging lo intercettano ai suoi primissimi stadi. Ma così si cura meglio».
L’ultimo rapporto segnala disparità fra Nord e Sud. Sembrerebbe che al Sud ci siano meno tumori.
«Ecco. Ritorniamo al distinguo fra la prevenzione primaria (che grazie agli stili di vita dovrebbe ridurre l’incidenza di tumori, ndr) e la diagnosi precoce e gli screening che dovrebbero intercettare la malattia al suo esordio. Forse al Sud si fa una vita più sana (forse: l’obesità, uno dei fattori di rischio per i tumori, è molto diffusa nel Meridione. E poi ci sono situazioni di inquinamento ambientale drammatiche, ndr); ma si fanno anche meno programmi di screening e quindi si intercettano meno casi. Ma al Sud, bisogna dirlo, poi si muore di più perché si ha un minore accesso alle terapie».
Insomma, buone notizie, ma anche qualche perplessità su come nel nostro Paese si sta conducendo la lotta ai tumori. Con molte eccellenze da un lato. E molte mancanze dall’altro.