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 2019  maggio 07 Martedì calendario

Intervista a Danny Boyle su "Yesterday"

NEW YORK - Il mio non è solo un omaggio ai Beatles. È una celebrazione dell’amore. E che cosa c’è di meglio della musica per festeggiare l’amore?". Parola di Danny Boyle, regista di Trainspotting e premio Oscar per The Millionaire, come lo definiscono i suoi attori un "drive-in umano appassionato di rock e romanticismo". La voce e i gesti di un cartoon, si presenta alle sei in punto allo Stella Artois Theatre, a due passi dal fiume Hudson a Manhattan, per presentare il film di chiusura del Tribeca Film Festival: Yesterday, nelle sale italiane a settembre distribuito da Universal Pictures.

"Tutti conoscono i Beatles e così, insieme allo sceneggiatore Richard Curtis, abbiamo immaginato un mondo dove nessuno ricorda le loro canzoni. Un film sui Beatles senza Beatles", racconta. Gli fa eco il padrone di casa, Robert De Niro, fondatore del festival: "Quando Danny ha parlato per la prima volta di Yesterday, mi è subito venuta l’idea per un altro film. Uno in cui il mondo si risveglia e nessuno ha mai sentito parlare di Trump. Farebbe felice tutti".

Mettetevi nei panni di Jack Malik, giovane cantautore che, proprio quando sta per gettare la spugna, si schianta contro un bus, provoca un blackout mondiale e il giorno dopo scopre che tutti sanno chi sono i Coldplay ma nessuno ha ancora sentito parlare dei Beatles, nemmeno la migliore amica (Lily James), segretamente innamorata di lui. "Voi, al suo posto, che cosa fareste?" incalza il regista. In una scena, Jack (l’attore inglese di origine indiana Himesh Patel, 28 anni) inserisce le parole "The Beatles" nel motore di ricerca e tutto quello che trova è, per l’appunto, un beetle (scarabeo). Tenta allora con "John e Paul" - Lennon e McCartney - e a parte papa Giovanni Paolo II non spunta altro.

Jack comincia ad esibirsi nei bar, infila Let it be, I want to hold your hand, Something, Hey Jude una dietro l’altra, poi l’ascesa quando reinterpreta Yesterday, la canzone scritta da Paul McCartney, contenuta nel quinto disco della band, Help!. Un po’ come quando Massimo Troisi in Non ci resta che piangere canta Yesterday a una giovane Amanda Sandrelli. A metà agosto del 1965 i Beatles incendieranno lo Shea Stadium di New York davanti a 55mila persone, primo concerto in uno stadio della storia della musica.

"Amo il festival di Tribeca, il posto ideale per mischiare cinema e rockers" sorride Boyle che da poco ha abbandonato la regia di Bond 25, titolo provvisorio del nuovo 007, e produrrà il biopic Creation Stories, tratto dall’autobiografia del discografico Alan McGee, scopritore degli Oasis. "I Fab Four per me sono tutto" prosegue l’autore. "La mia canzone preferita è Hello, goodbye, i miei genitori l’ascoltavano in soggiorno, fianco a fianco, dopo avermi rimboccato le coperte. Ora che ci penso, i Beatles sono un affare di famiglia: mia sorella gemella stravedeva per Paul McCartney, lo imitava scalza per casa, ballando assieme a me vestito da John. L’altra sorella era da qualche altra parte, impegnata a truccarsi da George o Ringo".

Prima di andare in sala, Danny Boyle ha chiesto il supporto dei suoi eroi: "Paul e Ringo ci hanno inviato dei messaggi meravigliosi, dando la loro benedizione". La parte più complessa? Ricreare in una piccola cittadina sul mare, di nome Gorleston, nella contea inglese del Norfolk, il famoso concerto del gennaio 1969: dopo anni di assenza dal palco i Beatles, in compagnia del tastierista Billy Preston, improvvisarono uno show gratuito di 42 minuti sul tetto della Apple Records. Nessuno poteva immaginare che si sarebbero sciolti l’anno dopo.

"Con Yesterday volevo far conoscere ai giovani di oggi la musica della band in chiave quasi surreale, come se davvero tutti l’ascoltassimo per la prima volta. Un giorno, sul set, Himesh ha tentato una rilettura di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band e Help! in modalità punk. Si sono presentate dal nulla seimila persone entusiaste". Per questo ha chiamato nel cast Ed Sheeran, cantante numero uno in Inghilterra e nel mondo, che a 28 anni vanta già un duetto con Elton John: "Anche lui, come il personaggio di Jack, è passato dall’essere un ragazzo comune a superstar. A un certo punto nel film lo incontriamo in un aereo privato e un personaggio lo prende un po’ in giro: "Mi piace quello che fai, ma il rap lascialo ai fratelli neri, è meglio". E si è prestato al gioco!". E conclude: "Quando ascolti della bella musica hai sempre un senso di déjà-vu, sono sicuro che pure McCartney, una volta composta Yesterday, dev’essersi chiesto "dov’è che l’ho già sentito questo motivo?". La musica è un sistema di valori universale. A differenza dei soldi e della guerra, noi non dobbiamo lottare per la musica. È nel nostro dna. Aspetta solo di essere svegliata".