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 2019  settembre 24 Martedì calendario

Il candidato del centrosinistra in Umbria ha sempre votato a destra

C hissà se qualcuno al Nazareno si sia già pentito. In fondo, il nuovo candidato a governare la rossa Umbria in nome e per conto del Pd ha dichiarato candidamente di aver votato un Alemanno di centrodestra come sindaco di Norcia alle ultime elezioni, che si sono svolte soltanto tre mesi fa. Vincenzo Bianconi, imprenditore, indicato da grillini e dem come «apripista» di un nuovo esperimento politico, lo ha ammesso con franchezza nel corso di un’intervista a Repubblica: «Ho votato Nicola Alemanno, perché mi sembrava il più convincente». E ha aggiunto: «Sono un uomo libero e di azione».
Bianconi dovrà sperimentare sul campo quanto valga la teoria avanzata dal think tank, guidato dal dem Walter Verini, che sta dietro alle prossime elezioni umbre. Un candidato della società civile come soggetto terzo rispetto ai due alleati, cioè Movimento Cinquestelle e Partito democratico.
Purtroppo il suo nome è venuto fuori dopo una lunga lista di persone che hanno dato forfait. E questo certo non è il passo migliore con cui iniziare la campagna elettorale. Però ha un curriculum di tutto rispetto. La sua famiglia è nel settore alberghiero dal 1850, lui ha seguito le orme del nonno e del padre e ha guidato l’associazione dei giovani alberghieri per dieci anni. Nel terremoto ha perso un albergo e ne ha avuti due lesionati, uno dei quali però riaperto poco dopi giorni.
Lui dice di essere stato convinto dai rappresentanti del mondo dell’associazionismo, prima ancora che da Di Maio e Franceschini scesi a Norcia per conoscerlo. Ai due ha già chiesto garanzie sulla libertà di movimento, segno che non vuole rinunciare alla sua indipendenza di pensiero. Si dice appassionato soprattutto di un cosa: far ripartire l’Umbria. Solo questo vuole. E a dimostrazione della sua indipendenza non c’è soltanto l’amicizia con Alemanno (Nicola), ma il suo apprezzamento per il lavoro portato avanti dal ministro leghista Gian Marco Centinaio nel primo gabinetto Conte. Ieri sui social è divenuto virale il suo entusiastico commento a un intervento, a Montecitorio, del ministro che aveva la delega al turismo lo scorso dieci luglio.
I grillini non hanno apprezzato la scelta. Soprattutto la base umbra del Movimento. Ieri si sono addirittura riuniti a Perugia in assemblea. Evento affatto insolito per il partito fondato da Grillo, tanto che lo stesso Di Maio ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco dicendo che «è cosa assolutamente normale». Di tutt’altro parere la deputata Tiziana Ciprini che confessa: «Su Rousseau io ho votato contro». «È vero – aggiunge – che la maggioranza in Rete si è espressa a favore, ma il voto è stato nazionale: vorrei sapere cosa ne pensano gli umbri».
Intanto si rincorrono le voci di una corsa solitaria di Andrea Fora, il candidato civico scelto dai dem prima che il suo nome venisse affossato dai 5 Stelle: per scongiurare questa eventualità si starebbe cercando una soluzione con lo stesso Fora.
Sul fronte opposto si ricompatta la squadra del centrodestra. Ieri, nel corso di un’intervista a Rtl, Matteo Salvini ha rassicurato gli alleati: «Le elezioni si vincono con un gioco di squadra». Rassicurazione che ha senz’altro rasserenato gli animi. Come dimostrano le reazioni positive di personaggi del calibro di Mariastella Gelmini, capogruppo forzista alla Camera dei deputati. «Mi fa piacere – commenta – che Salvini abbia detto di preferire il gioco di squadra all’uomo solo al comando». Resta il nodo della candidatura. Salvini ha già lanciato quella di Dontaella Tesei, ma inevitabilmente la discussione sul nome si intreccerà con quella sulla futura legge elettorale sulla quale i partiti della coalizione hanno ancora posizioni distanti.