Il Sole 24 Ore, 24 settembre 2019
Bisogna produrre più cereali
Sono riprese le esportazioni statunitensi di soia e carni suine destinate alla Cina. Nei giorni scorsi è stato sottoscritto un contratto per la fornitura di 600mila tonnellate di soia, che arriveranno sul mercato cinese tra ottobre e dicembre. In termini di quantità, è la singola fornitura più importante da oltre un anno.
La ripresa delle vendite ha riguardato anche le carni suine, con un acquisto da parte di operatori privati cinesi di circa 11mila tonnellate nella prima settimana di settembre.
Si tratta di importanti segnali di distensione, in vista della ripresa del negoziato bilaterale all’inizio di ottobre.
L’evoluzione del contenzioso tra Stati Uniti e Cina ha un rilevante impatto sui mercati agricoli dell’Unione europea; nella speranza che, nel frattempo, si riesca a scongiurare la “guerra” commerciale tra Ue e Usa a causa degli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing. Una vicenda che si trascina dal 2004 e che ora rischia di compromettere la stabilità di intere filiere produttive agroalimentari soprattutto in Italia e Francia.
Fino al 2017, il 60% della soia americana era esportata sul mercato cinese. A due anni di distanza, la situazione è profondamente cambiata. La Cina assorbe meno del 20% della produzione Usa e gli Stati Uniti sono diventati il primo fornitore della Ue, con un aumento delle esportazioni del 120% nella corrente campagna di commercializzazione.
Se il mercato cinese tornasse ad aprirsi totalmente all’export americano, è da mettere in conto un sensibile impatto sui mercati a livello internazionale. Non è un problema di disponibilità, ma di prezzo. Stando agli ultimi dati della Commissione europea, la soia brasiliana costa 28 euro a tonnellata in più rispetto a quella statunitense.
In questo quadro, vanno aggiunte altre variabili che non hanno niente a che vedere con la produzione agricola: l’impatto della speculazione finanziaria, l’evoluzione del cambio del dollaro e del prezzo del petrolio.
La produzione mondiale di soia e farine di soia è concentrata per oltre l’80% in quattro Paesi: Stati Uniti, Brasile, Canada e Argentina. I raccolti nella Ue incidono per circa un punto percentuale sulla produzione mondiale. Per soddisfare il fabbisogno interno, in primo luogo l’alimentazione del bestiame, gli Stati membri importano ogni anno oltre 15 milioni di tonnellate di semi di soia, di cui 9 dagli Stati Uniti (il doppio rispetto a due anni fa).
Di fronte a queste cifre e agli scenari in atto a livello internazionale, la Confagricoltura solleciterà la nuova Commissione europea a varare con urgenza un piano per aumentare la produzione di cereali e proteine vegetali, allo scopo di ridurre l’eccessiva dipendenza del sistema agroalimentare dalle importazioni e l’esposizione alla volatilità dei prezzi sul mercato mondiale.
L’Unione europea è il primo esportatore al mondo di prodotti agroalimentari, grazie anche agli ottimi risultati conseguiti dal made in Italy. Le vendite sui mercati esteri sono ammontate a 138 miliardi di euro alla fine dello scorso anno. L’Unione è anche il secondo importatore su scala mondiale, con un saldo dell’interscambio commerciale con i Paesi terzi positivo per 22 miliardi.
L’apertura dei mercati, il libero scambio, gli accordi commerciali su basi di reciprocità sono, quindi, essenziali per le prospettive del sistema agroalimentare europeo. In quest’ottica, è importante l’impegno assunto dai leader del G7, a fine agosto, in Francia, per la riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto).
Il commercio internazionale, gestito con regole concordate in sede multilaterale, serve anche alla stabilità dell’economia mondiale e per far fronte in modo globale alle nuove sfide poste dai cambiamenti climatici.
Le tensioni commerciali in atto da oltre un anno, comunque, dimostrano l’importanza per l’Unione europea di avere a disposizione un sistema produttivo in grado di garantire, in larghissima misura, la sicurezza alimentare e l’ampia disponibilità di prodotti di qualità.
Presidente Confagricoltura
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Massimiliano Giansanti