Corriere della Sera, 24 settembre 2019
Imma, tentativo di un Montalbano femminile
«Una donna determinata, forte, preparata e decisamente fuori dagli schemi». Impossibile non notarla in Procura, e non soltanto per quell’abbigliamento dai toni accesi e stravaganti. Lei è Imma Tataranni (Vanessa Scalera), insieme a un giovane appuntato indaga su una serie di crimini che scuotono la Basilicata.
Sperando di ripetere l’incredibile successo tv del Commissario Montalbano di Andrea Camilleri, Rai Fiction propone il primo crime d’autore al femminile: arriva dai romanzi di Mariolina Venezia Imma Tataranni – Sostituto procuratore la serie che mixa giallo, commedia e genere family in sei prime serate su Rai 1, la domenica sera.
Mariolina Venezia ha vinto il Campiello nel 2007 e, in tutta sincerità, non è che si ricordino molto i suoi romanzi. Si ricorda piuttosto l’amara frase del grande Carlo Fruttero giunto ultimo in quella edizione: «Gli italiani sono di bocca buona, dato che ha vinto una sceneggiatrice». Anche lo sceneggiato Imma Tataranni è per spettatori di bocca buona, sia detto senz’offesa. La scrittura è stata volutamente semplificata, resa un po’ grossolana, quasi caricaturale. E proprio qui sta il difetto maggiore della proposta: mescolare i generi è un’operazione sempre intelligente, ma il mix dev’essere compiuto. Quando il profilo dei personaggi non è una maschera (come spesso succede), il loro carattere deve definirsi progressivamente, con l’avanzare dell’azione: l’interesse è tutto rivolto allo scavo psicologico dei singoli individui, la sorpresa viene dalla loro interiorità e non da strabilianti eventi esterni. Ecco, in Imma Tataranni l’aspetto poliziesco è piuttosto debole e il resto sfiora sempre la caricatura o il moralismo spiccio. La serie è coprodotta da Beppe Caschetto. Bravo e spietato come agente dei divi tv (è uno dei «padroni» della tv italiana), come produttore lascia molto a desiderare.