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 2019  settembre 23 Lunedì calendario

Le strane leggi che regolano la vita delle mogli

Una bimba di 14 anni che si chiama Jackline Chepnegeno va a scuola. Ha quattordici anni, abita a Kabiangek, quasi trecento chilometri a ovest di Nairobi, in Kenya. Vestita con la divisa scolastica, arriva in aula, segue le lezioni; ma quando si alza
 
(...) per la ricreazione, a sorpresa la maestra la caccia dalla classe: «Rimani fuori», si sente dire la ragazzina, «sei sporca». Jackline ha il menarca, il suo primo ciclo mestruale, non sa che cos’è né che cosa bisogna fare. Torna a casa, racconta l’episodio ai genitori, dice: «Vado a prendere l’acqua» e non torna. I genitori la trovano impiccata. Jackline ha usato il “kanga”, il grande fazzoletto che viene usato come pareo o come copricapo dalle donne dell’Africa orientale e che, in swahili, vuole dire “gallina faraona” perché ha gli stessi colori sgargianti di alcune specie africane del pennuto. Il Kenya dal 2004 ha eliminato le tasse sugli assorbenti e dal 2017 ha una legge che obbliga le scuole a fornirli gratuitamente alle studentesse. Ma i 4,5 milioni di dollari stanziati dallo Stato non bastano a migliorare la situazione: il budget, se davvero si volesse coprire tutto il territorio nazionale, dovrebbe essere dieci volte tanto. Se il Kenya è considerato uno dei Paesi più all’avanguardia in questo ambito, secondo un rapporto Unesco del 2014 una ragazza su dieci, nell’Africa sub-sahariana, duranteil ciclo non va a scuola: a fine anno vuol dire aver perso il 20 per cento delle lezioni.
Abbiamo preso una delle nazioni a prima vista più indietro per quanto riguarda la condizione femminile, ma a guardare uno studio dello scorso febbraio della Banca mondiale sono soltanto sei i Paesi al mondo in cui esiste una vera parità di diritti tra uomo e donna. Sono il Belgio, la Danimarca, la Francia, la Lettonia, il Lussemburgo e la Svezia. L’Italia si è classificata tra gli ultimi Stati europei, ma facciamo meglio di Ungheria, Germania, Cipro e Slovenia. A livello globale, comunque, le donne godono solo di tre quarti dei diritti che spettano agliuomini. Per esempio, tornando al problema mestruale: in Giappone, dal 1947, esiste una legge che permette un congedo di tre giorni alle donne che soffrono di dismenorrea, ovvero dolori mestruali acuti, come mal di pancia, nausea, stipsi o diarrea, in alcuni casi vomito, che si protraggono durante tutto l’arco del ciclo e che costringono ad assenze dal lavoro. Nel 1948 la stessa legge venne introdotta in Indonesia, nel 2001 in Sud Corea, nel 2013 a Taiwan. La Nike, dal 2007, ha inserito il congedo mestruale nel proprio codice di condotta aziendale; nel 2016 fece notizia la Coexist, una piccola azienda di Bristol, nel sud del Regno Unito, che concesse spontaneamente tre giorni di permesso alle donne: vogliamo assecondare i ritmi biologici, dichiararono, le donne al ritorno sono più produttive, non solo recuperano il lavoro perso ma sono in grado di raddoppiarlo. Da noi, nada: la proposta di legge risale al 2017, ma non se n’è mai fatto niente; lo stesso vale per la “Tampon tax”, proposta di legge presentata da Pippo Civati nel 2016, che puntava a ridurre l’Iva sugli assorbenti dal 22 al 4 per cento. Quest’ultima, l’aliquota minima, viene applicata sui prodotti definiti di primaria importanza, come, tra glialtri, il latte, i prodotti ortofrutticoli, i pelati, il canone tv; gli assorbenti, no.
Oltre alle leggi che non ci sono, però, conviene dare un’occhiata a quelle che sono in vigore e fanno disastri: per esempio, il matrimonio infantile è legale in oltre cento Stati del mondo. In Sudan, se un giudice acconsente, si possono prendere in moglie anche le bambine di dieci anni. In Nigeria al marito è legalmente consentito essere violento con la moglie purché lo faccia “allo scopo di correggerla”. Succede anche in Occidente: nello stato americano dell’Arkansas – la legge risale al 1800 – è legale picchiare la propria consorte, a patto che succeda un’unica volta al mese. A Malta se un uomo, dopo aver rapito una donna, la sposa, evita grane con la giustizia. Idem in Libano. In 29 Stati del mondo le donne non possono legalmente lavorare di notte e in 18 esistono leggi che vietano alle donne di svolgere alcuni mestieri: in Russia, per esempio, sono preclusi al genere femminile 456 lavori, come fare il comandante di navi, guidare camion o treni; in Cina niente signore in miniera; in Madagascar le donne non puossono vendere giornali, dipinti, poster; in Pakistan non possono lubrificare i macchinari delle fabbriche; in Francia non possono svolgere attività lavorative che comportino il trasporto di carichi superiori a 25 chili, o 45 se il trasporto avviene tramite una carriola. Sempre in Francia, nel 2013, hanno abrogato la legge che vietava alle signore di indossare pantaloni a Parigi: una norma mai abrogata dal 1799, nella quale era stato stabilito che una donna avrebbe dovut ochiedere il permesso all’ufficio di polizia competente per indossare un paio di braghe.
Entriamo ora nella zona della follia americana: in Florida è illegale che una donna single faccia paracadutismo di domenica ed esiste una multa per le donne che si addormentano mentre usano il phon (sic). In Kentucky, nel sudest degli Stati Uniti, una donna non può risposare lo stesso uomo più di tre volte (non è chiaro se la norma dovrebbe tutelare lei o lui, o eventuali pargoli). Spostiamoci a ovest: nello Utah si può sposare la propria cugina, se entrambi sono Over 65. E sulla costa orientale, in Massachusetts, è illegale che la donna stia sopra durante il rapporto sessuale. Nel Vermont, una moglie deve chiedere il permesso al marito per poter indossare la dentiera. E in Arizona bisogna farsi bastare due vibratori, al terzo scatta la sanzione. Non lamentiamoci: a Hong Kong una legge permette alla moglie di uccidere il marito se lo scopre a tradirla. Ma c’è la fregatura: dovrà farlo a mani nude. E nel Regno Unito le donne incinte sono le uniche che possono fare pipì dove più aggrada loro. A Samoa, infine, regalia ssicurati: è illegale dimenticare il compleanno della consorte