il Giornale, 23 settembre 2019
Il dramma del refuso
C os’è mai un refuso? Un apostrofo blu tra due parole sbagliate. Una piccolezza provocata dalla fretta, dai caratteri troppo piccoli, dalla presunzione. Che può avere effetti devastanti. Rovinando vite, reputazioni, conti in banca.
Un trattino nello spazio Uno degli errori più costosi è stato certamente quello commesso da un oscuro dipendente della Nasa, l’agenzia spaziale americana, il 22 luglio 1962 quando pochi minuti prima del lancio verso Venere il missile Mariner 1 si autodistrusse provocando un danno di 18,5 milioni di dollari. Tutto a causa di un errore di trascrizione di un codice da un computer all’altro, probabilmente la mancanza di un trattino. «Il trattino più costoso della storia», lo definì poi lo scrittore di fantascienza Arthur C. Clarke. Uno che di odissee nello spazio se ne intendeva.
Questa non è Kuala Lumpur Un altro refuso ad alta quota è stato quello commesso il 10 marzo 2015 da un pilota di un volo della Air Asia in partenza da Sydney, in Australia, e destinato a Kuala Lumpur, in Malaysia. L’uomo sbagliò a digitare le coordinate della destinazione nel sistema di navigazione – 01519,8 Est invece che 15109,8 Est- e l’aereo finì a Melbourne.
Trumpeide Tra i più grandi «sbagliatori» della politica attuale c’è il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, twittatore compulsivo che non ha la buona abitudine di rileggere i propri messaggi prima di dar loro il via. In un caso definì il figlio della regina Elisabetta, Carlo «principe delle Balene», aggiungendo una «h» di troppo alla parola Galles (whales invece di Wales). Un’altra volta terminò un tweet con la parola covfefe e su quell’ultima inesistente parola analisti e giornalisti si interrogarono a lungo prima di capire che si era trattato di un refuso, probabilmente per coverage, copertura. Se ora si digita covfefe su Google si ottengono oltre 2,7 milioni di risultati. Praticamente un neologismo.
Soldi «falsi» Anche le istituzioni sbagliano. La Reserve Bank of Australia qualche mese fa ha stampato biglietti da 50 dollari australiani per un ammontare di 46 milioni: la parola responsibility era priva dell’ultima «i». I caratteri erano minuscoli e ci sono voluti mesi perché qualcuno se ne accorgesse, ma la Banca centrale ha ritenuto di non ritirare dalla circolazione i soldi, che forse un giorno diventeranno preda dei collezionisti, i Gronchi Rosa della numismatica.
Il tatuaggio di Emma Emma Watson, la Hermione Granger nella saga di Harry Potter, è un’attrice brava e impegnata, attivista di molte cause importanti. Ma dovrebbe cambiare tatuatore. Si è infatti fatta scrivere sull’avambraccio destro la frase «Times Up», convinta di sostenere così il movimento femminista. Peccato che lo slogan delle donne sia «Time’s Up», con l’apostrofo. Non rosa.
Condannata a morte Errore fatale, anche se non di battitura, quello che ha commesso nel 2017 in un ospedale del Tennessee l’infermiera RaDonda Waught: si distrasse e iniettò nelle vene di una paziente, invece di un banale calmante, un «Vecuronium Bromide», usato per le esecuzioni dei condannati a morte. Charlene Murphy, di 75 anni, morì e l’infermiera è per questo sotto processo.
Rovinato da un IP Drammatiche anche le conseguenze di un errore di battitura sulla vita di Nigel Lang, un quarantaquattrenne di Sheffield, in Inghilterra, che venne arrestato per avere condiviso con il suo computer immagini pedopornografiche. Ma l’accusa era falsa e tutto era nato dall’errata trascrizione del codice IP, quello identificativo di un computer. Lang anni dopo ebbe un cospicuo risarcimento, ma nel frattempo perse il lavoro e anche la salute.
Ecco, se troverete errori in questo articolo, siate clementi: di certo non morirà nessuno.