Il Messaggero, 23 settembre 2019
A Roma troppi turisti low cost
ROMA Tanti turisti, ma in gran parte low cost. E un sistema infrastrutturale già inadeguato per i bisogni dei tre milioni di abitanti – per non parlare di studenti e lavoratori pendolari e fuorisede – figurarsi per la prevista invasione di turisti che, da qui al 2030, rischio di diventare per Roma un problema da affrontare, più che una risorsa da cui attingere. E non è soltanto è una questione di capacità delle strutture alberghiere. Anzi, con il boom di b&b, affittacamere e case vacanza – troppo spesso anche irregolari – la Capitale italiana in questi anni sta aumentando l’offerta ricettiva, e la percentuale di stanze occupate resta mediamente intorno al 60 per cento.
I TEMIA far inserire la Città eterna nel novero delle metropoli che, da qui al 2030, non saranno in grado di sostenere l’ondata del turismo internazionale, sono soprattutto i problemi che i romani affrontano quotidianamente: in primis i trasporti, ma anche la gestione del ciclo dei rifiuti, la manutenzione stradale, la cura del decoro cittadino, l’abusivismo. Il primo tema da affrontare resta comunque quello dell’afflusso di turisti, destinato a moltiplicarsi nel prossimo decennio – partendo dal dato attuale, 13 milioni di arrivi l’anno, per puntare verso quota 20 – e della necessità di offrire un’accoglienza adeguata. Attualmente a Roma ci sono circa 1.200 alberghi attivi e 12 mila strutture registrate tra b&b, affittacamere, ostelli e altre strutture, per un totale di centomila posti letto. A questo dato va aggiunto il mercato parallelo di stanze e appartamenti che si trovano sul web. Soltanto sul portale Airbnb, uno dei leader mondiali del settore, si trovano quasi 33 mila offerte di sistemazioni in città, con altri centomila posti letto disponibili.
IL TARGET«Tutto questo avviene però in assenza di una normativa che regoli il settore – sottolinea Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma – E questo porta sempre più verso un modello di turismo low cost, che vede numeri più alti come presenze ma incassi più bassi, perché la città attira visitatori che spendono poco e mangiano un panino seduti sui gradini in piazza di Spagna. Il turismo di segmento alto, come quello congressuale, preferisce altre mete, dove il livello delle infrastrutture e del decoro cittadino è più alto». I prezzi delle stanze negli alberghi sono tra i più bassi d’Europa: nella Capitale si spende in media 121 euro per una stanza di hotel, mentre a Parigi si arriva a 191 euro e ad Amsterdam a 161. «Un dato dovuto in gran parte proprio a questa offerta selvaggia, che trascina sempre più verso il basso il target del turismo romano», osserva Roscioli.
GLI INVESTIMENTIIl Campidoglio incassa ogni anno circa 120 milioni di euro dalla tassa di soggiorno pagata dai turisti, nonostante il tasso di evasione ancora molto alto soprattutto da parte delle strutture esterne ai circuiti ricettivi tradizionali. «Ma allo sviluppo del settore turistico vanno appena 900 mila euro», lamentano gli operatori del settore. Qualcosa di buono è stato fatto, negli ultimi anni, per esempio sui collegamenti ferroviari tra l’aeroporto di Fiumicino e la stazione Termini. Ma a mettere la città a rischio di overtourism, e quindi di non essere in grado di affrontare l’afflusso previsto, sono i limiti strutturali della città. «I servizi sono già insufficienti per i romani, dagli autobus che vanno a fuoco all’immondizia che resta per giorni nelle strade – sostiene il leader cittadino di Federalberghi- In questo contesto la Capitale molto difficilmente potrà essere in grado di reggere l’urto di un significativo aumento dei turisti, soprattutto se si continuerà a privilegiare, di fatto, il segmento low cost».