La Stampa, 23 settembre 2019
Il mercato dei droni
Sarà la Serbia il primo paese in Europa ad acquistare droni militari cinesi. L’accordo con la Cina prevede l’acquisto di 9 Chengdu Pterodactyl-1 (Wing Loong): velivoli senza pilota che potranno essere impiegati per missioni di sorveglianza e ricognizione aerea, ma anche per attacchi mirati da remoto. Con la modernizzazione delle forze armate, nell’ultimo decennio Pechino è diventato un importante attore globale nello sviluppo e nell’esportazione degli UAV (Unmanned Aerial Vehicle). Secondo l’Istituto di Stoccolma, negli ultimi 5 anni la Repubblica Popolare ha venduto almeno 153 velivoli da combattimento senza pilota in 13 paesi del Medioriente e dell’Asia: Pakistan, Egitto, Iraq, Arabia Saudita, ma anche Myanmar e Turkmenistan. «La Cina – dice l’analista Sam Brannen – ha fornito al mondo “l’opzione Huawei” nel campo dei droni di nuova generazione». Così anche paesi con budget militare limitato hanno guardato con interesse agli UAV cinesi: prezzo stracciato rispetto alla tecnologia di Usa e Israele, che però garantiscono buone prestazioni. «Tasso di successo vicino al 100%», assicurava il ministro della difesa iracheno nel 2015 dopo aver utilizzato i cinesi CaiHong-4 in 260 attacchi da remoto contro l’Isis. Finora le forze armate di Pechino non hanno mai fatto ricorso ai droni per strike mirati, anche se nel 2013 la Cina considerò di utilizzare gli UAV nel sud-est asiatico contro un signore della droga birmano. L’Esercito ha già impiegato velivoli senza pilota in diversi scenari: operazioni di soccorso dopo disastri naturali, ma anche di sorveglianza nella provincia musulmana dello Xinjiang e sopra le isole contese del Mar Cinese Meridionale. Durante la parata militare del 1° ottobre, la Cina presenterà un nuovo drone-spia supersonico. Il velivolo senza pilota (il DR-8, già in dotazione alle forze armate) può viaggiare a una velocità superiore a 4mila chilometri l’ora e con un raggio d’azione che consente di raggiungere la base Usa di Guam. Avrà «un ruolo cruciale» nell’identificare portaerei statunitensi. «I velivoli senza pilota – notava già nel 2016 il presidente cinese Xi Jinping – sono forze operative importanti nel moderno campo di battaglia».