Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  settembre 22 Domenica calendario

Biografia di Francesca Di Maolo

Ad Assisi e dintorni, ottenere un parere su Francesca Di Maolo non è poi così difficile. La conoscono tutti. E, facendo la tara alle formule di rito (“brava persona”, “sempre gentile e disponibile”), l’aggettivo più ricorrente è “francescana”. Che qui, nella patria del Cantico delle Creature, ha un certo peso. Non tanto per la città che le ha dato i natali, ma più per la vita dedicata agli altri, ai più deboli.
Non è un caso che proprio Luigi Di Maio avesse messo sul tavolo di Nicola Zingaretti i nomi di due donne per la presidenza della Regione Umbria, entrambe di Assisi ed entrambe molto vicine al pensiero di San Francesco: la sindaca Stefania Proietti e la stessa Di Maolo. Sulla prima il Pd ha fatto muro anche per i suoi rapporti spigolosi con gli altri sindaci umbri, la seconda invece ha messo d’accordo tutti.
D’altronde, dalle marce per il reddito di cittadinanza Perugia-Assisi Beppe Grillo va dicendo che “il Movimento 5 Stelle è nato sotto il segno di San Francesco”. E una candidata più “francescana” di Di Maolo era difficile da trovare. Basti recuperare una delle sue ultime uscite pubbliche: “Io credo che tutta la politica italiana ed europea debba trarre spunto dagli insegnamenti di San Francesco e anche seguire il suo esempio nell’umiltà – aveva detto – tutti noi pecchiamo di poca umiltà, però quando vieni e respiri l’aria di Assisi ti ricordi che il più grande valore dell’uomo è proprio l’umiltà”.
Quarantotto anni, dopo una laurea in Giurisprudenza e una lunga carriera da avvocato, nel 2013 la sua vita cambia: viene nominata dal vescovo di Perugia presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, un ente ecclesiastico di eccellenza nato nel 1871 che svolge assistenza e cura socio-saniaria per bambini e giovani adulti con disabilità psichiche e fisiche. Chi la conosce bene racconta che, da quando ha assunto l’incarico, Di Maolo vive 24 ore su 24 pensando al Serafico: “Pensavo che avrei dovuto occuparmi solo di numeri e bilanci, invece quest’attività mi ha preso mente e cuore” ha detto a La Nazione tre anni fa.
La cosa a cui tiene di più sono i “suoi” ragazzi: organizza le loro feste di compleanno, le vacanze al mare, li accompagna personalmente alle partite di calcio e volley a Perugia. Dal 2016 ha rimesso in ordine i conti dell’Istituto e l’ha rinnovato: se prima esisteva solo la riabilitazione dei ragazzi disabili, Di Maolo ha coinvolto maggiormente i ragazzi con laboratori creativi e impresso una svolta green al Serafico introducendo il lavoro negli orti e i corsi di equitazione.
La prima polemica sul suo incarico è scoppiata ieri quando l’esponente della Lega umbra, Stefano Pastorelli, ha accusato Di Maolo di conflitto d’interessi, visto che il 70% delle entrate dell’Istituto Serafico sono pubbliche, con fondi anche della Regione Umbria: “Immaginiamo che Di Maolo prenderà la decisione di dimettersi immediatamente per evitare un enorme, anzi gigantesco, conflitto di interessi. Ci auguriamo che il Vescovo nomini in sua vece una personalità di alto profilo che segni una netta discontinuità rispetto all’attuale vertice del Serafico per fugare ogni dubbio circa la Commistione tra Chiesa e Stato”.
Dal 2017 Di Maolo è alla guida anche dell’Aris Umbria, l’associazione che riunisce tutti gli istituti di ricovero, ospedali e case di cura religiosi della Regione e sarebbero stati proprio i suoi incarichi a procurarle entrate di alto livello nella Curia umbra su su fino al Vaticano, grazie al suo rapporto col cardinale e arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti. Nel 2013 Di Maolo andò addirittura fino a San Pietro da Papa Francesco per parlargli dell’attività dell’Istituto Serafico in rappresentanza di tutte le strutture sanitarie cattoliche italiane: “È stata un’emozione incredibile” disse.
Lei vede l’aiuto degli altri come una “vocazione” e per questo ieri, dopo la richiesta di Pd e M5S, si è presa qualche ora per sciogliere la riserva: “Adesso è il momento della riflessione”. Chi la conosce, però, sa che Di Maolo è molto combattuta: “Non vorrebbe per nessuna cosa al mondo lasciare il suo lavoro”, ma allo stesso tempo la presidente dell’Istituto Serafico era già pronta ad accettare la proposta di Di Maio venerdì pomeriggio quando i due si sono incontrati in un hotel perugino. Poi la decisione del M5S di puntare ancora sulla sindaca di Assisi avrebbe fatto slittare la trattativa, ma alla fine la candidata che metterà d’accordo Pd e M5S sarà lei. Sarebbe stata proprio Proietti a fare il nome dell’amica Di Maolo al capo politico del M5S: tra “francescane” ci si intende.