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 2019  settembre 22 Domenica calendario

Il patto Parigi-Venezia per l’Uomo di Leonardo

Martedì il ministro italiano dei Beni culturali, Dario Franceschini, incontrerà a Parigi il collega francese Franck Riester e in quell’occasione verrà firmato l’accordo sullo scambio di opere di Leonardo e Raffaello. Tra i capolavori concessi in prestito dall’Italia alla Francia ci sarà l’Uomo Vitruviano di Leonardo. Il celebre disegno potrà quindi essere esibito – ma solo per otto settimane (per poi tornare nel caveau) – al Louvre nella grande esposizione che esattamente un mese dopo (dal 24 ottobre e fino al 24 febbraio 2020) renderà omaggio al genio di Vinci nel quinto centenario della morte (avvenuta in Francia, ad Amboise). In cambio, i musei francesi presteranno a quelli italiani alcune opere di Raffaello per le commemorazioni del 2020, anniversario dei 500 anni della morte del pittore di Urbino. 
Sembra così arrivare all’epilogo una lunga vicenda che ha seguito l’andamento tormentato delle relazioni tra Italia e Francia, almeno fino alla scorsa primavera. Tra gli effetti dell’inaspettata crisi di governo estiva e della nascita della nuova maggioranza Pd-Cinque Stelle, c’è il fatto che Franceschini potrà portare a termine un lavoro da lui stesso iniziato quando era ministro nei governi Renzi e Gentiloni. Nel settembre 2016 Franceschini aveva inaugurato all’ambasciata d’Italia a Parigi, insieme alla collega francese Audrey Azoulay, la mostra su «Leonardo in Francia», primo evento di avvicinamento alle manifestazioni del cinquecentenario. Sembrava l’inizio di una facile collaborazione per rendere omaggio a Leonardo: nel 2017 era stato raggiunto un accordo italo-francese, ma le elezioni del marzo 2018 e la nascita del governo sovranista Lega-Cinque Stelle hanno complicato il lavoro dei curatori. 
L’anniversario di Leonardo è diventato a un certo punto una vittima collaterale delle tensioni tra Italia e Francia, cominciate sulla gestione dei migranti e culminate con la visita del vicepremier Di Maio ai sedicenti leader dei gilet gialli. Mentre la base leghista e grillina rispolverava l’eterno «ridateci la Gioconda», gli esponenti del governo frenarono sull’accordo di prestito. Nel novembre 2018 l’allora ministro Alberto Bonisoli (Cinque Stelle) cominciò a suggerire che l’intesa era troppo sbilanciata a favore della Francia, e la sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni fu esplicita: «Leonardo è italiano, in Francia ci è solo morto. Lui non è Leonardò come lo chiamano loro ma Leonardo». 
Una volta tornato l’ambasciatore francese Masset a Roma, il disgelo tra Roma e Parigi è stato sancito dall’incontro Macron-Mattarella ad Amboise il 2 maggio, giorno della morte di Leonardo, quando i due presidenti si sono raccolti sulla sua tomba. Ma pochi giorni dopo di nuovo un malinteso: il ministro francese Franck ha annunciato che «l’Italia presterà alla Francia l’Uomo vitruviano e l’Autoritratto di Leonardo. Grazie alla cultura, siamo riusciti a riavvicinare la Francia e l’Italia». Solo che pochi minuti dopo il governo italiano smentì: «Quanto all’Uomo Vitruviano e all’Autoritratto, nulla è stato deciso da entrambe le parti», disse Bonisoli. 
Nei mesi successivi le trattative sono andate avanti, e si è raggiunto un nuovo accordo favorito dal recente ritorno al ministero di Franceschini, da sempre favorevole alla celebrazione congiunta. Tra le opere prestate al Louvre ci sarà anche l’Uomo Vitruviano, che secondo il Corriere del Veneto ha ottenuto il via libera di più esperti e in particolare dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro.