Corriere della Sera, 22 settembre 2019
Quello che le scrivanie raccontano
Anatomia della scrivania. Il TG3 della Campania ha intervistato il sindaco di Napoli Luigi de Magistris nel suo ufficio. Per l’occasione, ha filmato la sua scrivania, piena di soprammobili, libri, fotografie (due di Che Guevara), corna e cornetti, ferri di cavallo, gufetti, piccole coppe, figure della tradizione napoletana. Le scrivanie raccontano di noi molto più di quanto immaginiamo, senza necessariamente dover ricorrere a un analista.
Vedendo quella scrivania così disordinata e bizzarra, non stupisce che la Corte di Cassazione abbia assolto i principali imputati del processo «Why Not»: non ci fu nessun complotto dei «poteri forti» per sottrarre le inchieste «scomode» dalle mani di Luigi de Magistris, quando questi era pubblico ministero a Catanzaro. Si squaglia al sole settembrino il teorema alimentato in tutti questi anni da de Magistris e, cosa molto grave, utilizzato come trampolino di lancio per la carriera politica dell’attuale sindaco di Napoli. L’ex pm vedeva complotti ovunque (politica, mafia, massoneria…), come se il mondo fosse la sua scrivania. Forse per colpa sua è caduto un governo, alcune persone hanno patito le pene d’inferno, ma lui se la ride impunito, beandosi dei suoi ninnoli.
La giustizia è un treno in perenne ritardo; in orario c’è solo il rapido della giustizia sommaria.