il Giornale, 22 settembre 2019
L’Air Force Renzi si svende a pezzi
Il suo acquisto scatenò le ire dei partiti di centrodestra, che lo definirono «il più colossale spreco della storia d’Italia», ora l’Air Force Renzi, l’Airbus 340 preso in leasing all’epoca del governo dem per 168 milioni e 205mila euro rischia di fare una triste fine. Il velivolo si trova infatti in un hangar dell’aeroporto di Fiumicino, abbandonato a se stesso.
Le scritte «Repubblica italiana» e «Presidenza del Consiglio dei ministri» sono state tolte e nessuno fa più la manutenzione da lungo tempo. Dall’ufficio stampa di Alitalia fanno sapere che ad agosto 2018, «a seguito del ricevimento della richiesta del ministero della Difesa di scioglimento del contratto di leasing relativo all’Airbus A340-500 messo a disposizione del governo italiano, i commissari straordinari della Compagnia, valutato l’interesse dell’amministrazione straordinaria, hanno esercitato il potere ad essi conferito dalla legge e hanno inviato la comunicazione di scioglimento del contratto di leasing stipulato con Etihad relativamente al medesimo aereo». E mentre le cause vanno avanti il colosso dei cieli sta letteralmente cadendo a pezzi a Fiumicino.
Ogni tanto, quando Alitalia ha bisogno dell’hangar in cui è ospitato, lo tira fuori nel piazzale antistante, ma di fatto nessuno ha interesse a farlo volare di nuovo, anche perché per renderlo nuovamente idoneo al volo servirebbero centinaia di migliaia di euro. Oltretutto, il velivolo è vecchio e solo una compagnia inglese ha ancora in uso modelli simili, è quindi improbabile che qualcuno voglia acquistarlo, poiché sul mercato già nel 2016 si trovava a 50 milioni di euro. Oggi non vale più di 3 milioni. Ecco perché smantellarlo e venderlo a pezzi, per Ethiad che ne ha ancora la proprietà, potrebbe essere più vantaggioso.
All’epoca in cui fu fatto da Matteo Renzi, allora presidente del Consiglio, lo sbaglio di prenderlo in leasing, come svelò il Giornale, si stipulò un contratto di 168 milioni 205mila euro. Per l’anno 2016 furono sborsati 39 milioni di euro, comprensivi della spesa per l’assicurazione. Per il 2017 si pagarono 23 milioni 505mila euro e oltre 15 milioni per il 2018, anno in cui il contratto di leasing fu sciolto.
Il Movimento 5 stelle, una volta andato al governo con la Lega, fece una campagna in pompa magna per denigrare le scelte di Renzi. A bordo dell’Airbus 340-500, nell’hangar dell’aeroporto romano, alla presenza di numerosi giornalisti, salirono l’allora vicepremier Luigi Di Maio, accompagnato dall’allora ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Danilo Toninelli. Dissero chiaramente che si era trattato di uno spreco, anche in considerazione del fatto che il velivolo aveva volato pochissime volte. Un mezzo di trasporto non necessario alla flotta blu, che già contava numerosi aerei in grado di svolgere i compiti istituzionali previsti.
Poi sulla questione calò un silenzio quasi surreale. Oggi chi si trova a passare da Fiumicino può ancora notare l’Air Force Renzi parcheggiato sporadicamente fuori dall’hangar. Nessuno ne parla più. Resta un relitto, che ricorda tempi in cui a certi premier era consentito fare tutto, anche di gettare quasi 170 milioni di euro per un velivolo antiquato e molto costoso dal punto di vista della manutenzione. Uno scandalo che in molti hanno voluto insabbiare, di cui a breve non rimarrà che la carcassa. Mentre chi ebbe la malsana idea di prenderlo in leasing tra lo stupore generale, siede ancora in Parlamento.