La Stampa, 22 settembre 2019
Greta all’Onu
VANITYX«Ieri milioni di persone in tutto il globo hanno marciato e chiesto azioni reali sul clima, soprattutto i giovani. Abbiamo dimostrato che siamo uniti, e inarrestabili». Così Greta Thunberg ha celebrato il successo della protesta planetaria di venerdì, aprendo ieri lo Youth Climate Summit all’Onu, insieme al segretario generale Guterres e ad altri settecento ragazzi arrivati da tutto il mondo. La marcia però è stata solo un punto di partenza, non di arrivo, come ha sottolineato l’attivista delle Fiji Komal Karishma Kumar, lanciando questo avvertimento ai leader politici: «Non dubitate della scienza, tornate ad applicare gli impegni presi con l’accordo di Parigi. E ricordatevi una cosa: noi vi obbligheremo a rendere conto delle vostre azioni. Se non lo farete, ci mobiliteremo per cacciarvi con il voto».
Lo Youth Climate Summit è stato pensato da Guterres e dal suo inviato speciale Luis Alfonso de Alba, come anticipazione del Climate Action Summit che si terrà domani con i capi di Stato e di governo. Lo scopo era sfruttare la spinta prodotta dal movimento dei giovani, per aumentare la pressione sugli adulti, che dovranno presentarsi con piani concreti d’azione. Lo ha ammesso lo stesso Guterres: «Quando avevo cominciato, un paio di anni fa, ero molto scoraggiato. Stiamo fronteggiando un’emergenza climatica, ma c’era un senso di apatia. All’improvviso, però, ho iniziato a sentire un nuovo slancio». Il segretario ha avvertito che l’emergenza c’è ancora, ed è peggiorata: «Stiamo ancora perdendo la corsa. I cambiamenti climatici corrono più veloci di noi. Abbiamo ancora i sussidi per l’energia fossile, le centrali a carbone vengono costruite, e tante cose che dovrebbero accadere non succedono. Ma c’è un cambio nell’abbrivio. In larga parte è dovuto alla tua iniziativa (di Greta, che stava seduta vicino a lui ndr), e del coraggio con cui hai avviato questo movimento, trasformandolo in un fenomeno che ha coinvolto milioni di persone nel mondo. Non solo chi decide deve cambiare, ma dovrà rendere conto di cosa fa». Guterres ha notato che per secoli gli uomini si sono scontrati fra loro, ma ora si stanno scontrando con la natura, «e ciò può essere distruttivo per il nostro futuro».
L’emergenza umanitaria
L’emergenza non riguarda solo l’ambiente, ma «molte persone che che stanno drammaticamente morendo e soffrendo per l’impatto dei cambiamenti climatici». Il segretario ha detto che è possibile conciliare la crescita economica con la protezione dell’ambiente, e ha concluso: «Alcuni vi diranno che è molto pericoloso, complicato. Vi solleciteranno ad essere prudenti. Io no, non sono prudente per nulla. Vi incoraggio ad andare avanti. La mia generazione ha fallito finora nel preservare la giustizia e il pianeta. Io ho delle nipoti, e voglio che vivano in un pianeta vivibile. È la vostra generazione che deve assicurare che non tradiremo il futuro dell’umanità».
Vivere nella paura
Kumar ha denunciato che «molti giovani in tutto il mondo vivono nella paura costante e l’ansia per il clima, l’incertezza per la propria salute e la vita dei loro figli». Bruno Rodriguez ha attaccato: «Dobbiamo fermare il comportamento criminale e contaminante delle grandi corporation. Quando è troppo è troppo». Il vertice dei giovani però non è stato fatto solo di parole. Alcuni di loro hanno proposto progetti concreti per contrastare il riscaldamento globale, presentandoli ai rappresentanti di aziende tipo Google che dovevano votarli e sponsorizzarli. Secondo lo spirito delle iniziative pratiche che domani i leader dei paesi membri, incluso l’italiano Conte, dovranno annunciare.
Uscendo alla chetichella dal summit, Greta è andata con i suoi accompagnatori a rilassarsi un momento nel giardino di Tudor City, davanti al Palazzo di Vetro: «Questa è una grande vittoria, che non mi sarei mai aspettata così in fretta. Ora però abbiamo bisogno di fatti concreti. E se non verranno dal summit di domani, noi andremo avanti. Arrendersi non è un’opzione».