Corriere della Sera, 22 settembre 2019
Il successo di Montalbano
VANITYX
Chiamatele, se volete, «killer application», nel senso sia della sua capacità di essere vincente nel tempo sia in quella di «azzoppare» la concorrenza diretta: si tratta della serie Il commissario Montalbano, che funziona costantemente su Rai1 per limitare l’ascolto dei programmi in partenza sulla concorrente Canale 5. In attesa che la stagione inizi in modo definitivo, la Rai ha usato la sua «killer app» contro due produzioni di casa Mediaset: domenica contro Live. Non è la d’Urso e lunedì contro Temptation Island Vip.
Montalbano conferma ancora una volta la teoria della ritualità del palinsesto televisivo. «Il senso del tatto» è un episodio andato in onda, per la prima volta, nell’ottobre del 2002, e poi variamente replicato. Lunedì sera ha portato a Rai1 4.424.000 spettatori medi, per una share del 20,6%. Insomma, un ascolto superiore alla media delle produzioni in prima tv.
Domenica, invece, «Tocco d’artista», che risale addirittura al 2001, ha raccolto 4.365.000 spettatori, per una share del 21,8%. Come se la sono cavata i concorrenti? Domenica Barbara d’Urso è tornata con Live con 1.555.000 spettatori, e l’11,1% di share, mentre Temptation Island Vip (versione aggiornata del successo dell’estate) ha raccolto 2.959.000 spettatori, per una share del 17,8%. Certo, gli spettatori delle repliche del Commissario sono soprattutto anziani (oltre il 50% della platea ha più di 65 anni), ma anche piuttosto trasversali per livello di istruzione (28% di share fra i laureati), mentre a seguire Temptation sono soprattutto i giovani (32,8% fra 15 e 24 anni), prevalentemente di sesso femminile (21,6% di share). È anche vero, però, che utilizzare fino allo sfinimento (che ancora non è avvenuto) un prodotto di ottima fattura in pura funzione «anti-programmazione» lascia non poche perplessità. (a. g.)
In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel