la Repubblica, 21 settembre 2019
Lucio Presta, nuovo guru renziano
Al centro del Giglio magico adesso c’è Lucio Presta, che però è di Cosenza. «Matteo, tu sei una star e ti devi comportare da star». Detto fatto: è nato un partito personale, nel quale tutto ruota intorno al divo. Motivatore, consigliere, amico, uomo di relazioni: Presta per Renzi è tutto questo. Agente delle star tv, manager di Roberto Benigni, Paolo Bonolis, Amadeus, Lorella Cuccarini, Antonella Clerici e della moglie Paola Perego, Presta, 59 anni, conosce Renzi, racconta, «da quando era presidente della Provincia di Firenze». Ma il rapporto si è fatto più stretto negli ultimi tempi. Fra i tanti, anche Presta ha suggerito all’ex premier lo strappo dal Pd. «Ma io che c’entro con la politica? Tenetemi fuori, non è il mio mestiere, non do consigli a Matteo che poi non li ascolterebbe nemmeno. Perché è un numero uno, questo sì, un cane sciolto, un istintivo» Ex ballerino di Fantastico e degli spettacoli di Renato Zero, Presta è diventato un ricco, potente e temuto signore della televisione. Dicono sia uno squalo nel mondo degli agenti (non diverso da altri). Che impone i suoi assistiti col pugno di ferro, che offre pacchetti di stelle prendere o lasciare giocando sulla concorrenza tra Rai e Mediaset. E sui contratti milionari ha la sua percentuale, ovviamente. Ma a parlarci sembra gentilissimo, quasi timido. Sarà che la politica è un terreno scivoloso e su Renzi non si può sbagliare. «Lo sento spesso, è vero. Ho prodotto il suo documentario Firenze secondo me e se vuole saperlo stiamo preparando un altro documentario. Lo gireremo nei prossimi mesi ». Però non è tutto così alla luce del sole.
Presta sta diventando qualcosa di più. È il primo che Renzi chiama per un consiglio sulla comunicazione, sull’immagine. I due, oltre a preparare la seconda esperienza televisiva, stanno cercando il format giusto di un giro d’Italia per lanciare il nuovo partito. Che non sia il camper, già usato dall’ex sindaco nel 2012, che non sia il pullman legato all’immaginario prodiano. «Ci vuole una chiave, un marchio riconoscibile», dice Renzi a Presta. Si lavora a testa bassa su un’idea originale.
L’agente racconta che quando lui e Renzi si sono incrociati nel campo della politica, ci ha sempre rimesso le penne. «Mi ero candidato sindaco a Cosenza, la mia città, e il Pd si è unito contro di me. Sono dovuto scappare. Con Renzi segretario, capisce? Campo Dall’Orto, che ha fatto fuori mia moglie dalla Rai, l’ha messo lui». Ma i due si piacciono molto. Sono affiatati, si cercano, si trovano. Succede anche con Flavio Briatore, ma non è la stessa cosa. Sicuramente Presta ha un altro ruolo, un altro peso. Sarà l’uomo che agisce nell’ombra per la comunicazione. Lo spin doctor che non ti aspetti.
Prodi ha detto che Italia viva ricorda uno yogurt: «Chi sono io per rispondere a Prodi? Non ho la sua cognizione». Che ne pensa del nuovo partito? «Da cittadino mi auguro un momento di serenità e stabilità per l’Italia». Presta svicola e allo stesso tempo si prepara a essere protagonista del momento clou del renzismo, la Leopolda di metà ottobre. «Audio, luci, riprese. Gestisco io l’evento, ma questo è il mio lavoro». Come se la “regia” della kermesse non fosse in sé sostanza, contenuto, uno dei principali della narrazione renziana. Sul palco fiorentino ritornerà Bonolis, già presente la scorsa edizione. Il sogno di Renzi è avere Benigni, ma forse neanche Presta può realizzarlo.Il manager fa finta di niente. Ma nel mondo renziano, fra quelli che vogliono bene al capo, qualcuno ne osserva con sospetto l’ascesa e l’influenza: «Matteo può diventare prigioniero di Lucio Presta», dicono. Come una delle star gestite dall’agente, quelle che muove da un canale all’altro, a volte più simile a un burattinaio che a un impresario. Lui giura che no, non è il suo ramo. «Renzi fa quello che vuole in politica. Non ascolta me, non ascolta nessuno. Io intervengo solo quando facciamo qualcosa per la tv. Se giriamo il documentario, lì comando io. Fine».
Da Bonolis a Renzi, dagli studi televisivi ai giochi del potere, è un bel salto. Pericoloso anche per un ex ballerino. Presta sa dosare modi spicci e prudenza, ma senza il Pd di mezzo il suo ruolo cresce. «L’immagine è certo importante, quello è il mio settore. Non mi sognerei mai però di diventare un consigliere politico». Magari qualcosa di diverso, ma ugualmente centrale.