La Stampa, 21 settembre 2019
Intervista a Bruno Vespa sul confronto tra i due Mattei
Manca un mese scarso al confronto dei due Mattei della politica italiana tra il 14 e il 17 ottobre. Bruno Vespa è il primo ad essere pronto alla grande sfida.
Vespa ha già in mente le regole d’ingaggio?
«Ci manca tempo ma, conoscendo i due, l’incontro dovrebbe essere nettamente diverso da quello che vide al centro Prodi e Berlusconi. Allora si era vicini alle elezioni, tempi contingentati e par condicio. Oggi credo che la conversazione sarà molto più sciolta. Anche per un dato di vicinanza generazionale».
Avrete ospiti a Porta a Porta o gestirete all’americana?
«Proporremo che siano solo loro due con il mio solito pubblico in studio abituato a non applaudire. Meno spettacolo ma garanzia di imparzialità».
Alla decisione ci si è arrivati in diretta, con una battuta di Renzi e il suo rilancio via WhatsApp a Salvini che ha detto subito di sì.
«Era nell’aria un incontro. I due sono in cerca di legittimazione, accreditandosi in televisione come l’uno l’anti dell’altro. La legittimazione è reciproca. In prospettiva, negli anni prossimi anche Renzi per come lo conosco, sarà di nuovo candidato premier. Se ha fatto un nuovo partito, Italia viva, è per portare avanti un progetto e legittimamente vorrà concorrere. Renzi riconosce in Salvini l’avversario ideale e viceversa. Due frontmen dal punto di vista generazionale, caratteriale, molto estroversi. Sono fatti per combattersi».
L’incontro con Salvini dopo la crisi. Come l’ha trovato?
«Mi è sembrato molto deluso per la nascita di questo governo che non si aspettava ma molto motivato nel caricare i suoi. Non siamo alla vigilia di elezioni se non quelle umbre, minori, però siamo a ridosso di due appuntamenti importantissimi».
Quali?
«Siamo alla vigilia della Leopolda, per questo è stata scelta quella settimana e della manifestazione di San Giovanni, teatro storico dei raduni comunisti di Togliatti e di Berlinguer ma è anche la piazza dove nel 2010, l’anno della rottura con Fini, Bossi e Berlusconi portarono un milione di persone. Una piazza tradizionalmente di sinistra. E Salvini cercherà di riempirla».
E la Leopolda?
«E’ l’atto fondativo di Italia viva, importantissima, la decima Leopolda, decisiva. Quella settimana è strategica per entrambi»
Che consiglierebbe a Renzi e a Salvini per l’incontro in tv?
«Di andare su temi concreti. Gli slogan non servono. Sono due persone pratiche. Il pubblico apprezza quello che capisce. I contenuti sono importanti. Berlusconi vinse le elezioni del 2001 dicendo all’ultimo che avrebbe tolto l’Imu sulla prima casa. Sarà interessante vedere anche l’atteggiamento di Renzi nei confronti del Governo. Tra un mese molto potrebbe cambiare. Vedremo se il suo gruppo parlamentare sarà ampliato. Salvini ha detto che non scappa da Renzi ma i veri confronti si fanno con l’elettorato».
Vespa lei quest’estate aveva scaldato i motori per tornare in studio e seguire la crisi. Invece sembra che i Cinquestelle abbiano preferito che non se ne occupasse lei.
«Non so niente dei Cinquestelle. Quello che so è che ci avevano messo in preallarme, ma il via libera non è mai arrivato. Noi saremmo stati pronti. Hanno aumentato gli speciali del Tg1 ed è stata una scelta assolutamente legittima».
A proposito della polemica circa la sua intervista a Lucia Panigalli la donna vittima di tentato omicidio. Rifarebbe quell’intervista?
«Certo ma cercherei di stare attento a non usare frasi che possono prestarsi ad equivoci. negli ultimi 18 anni di lavoro ho dedicato 66 trasmissioni alle donne. Ho dato ampio spazio alle madri di ragazze uccise, alle donne sfregiate o violentate che hanno voluto parlare della loro tragedia. Mi hanno confortato, oltre l’ondata di aggressività che ho subito, i tanti messaggi di solidarietà, il più importante quello di Lella Golfo, presidente del Premio Bellisario dedicato alle donne».