la Repubblica, 21 settembre 2019
Greta scuote il mondo
VANITYX
Greta ha scosso il mondo e lo ha fatto scendere in piazza. Ha trasformato la sua solitaria e personale battaglia in una guerra combattuta da milioni di ragazzi, da New York a Sydney, passando per Delhi e Manila. Il suo sciopero scolastico del venerdì, da gesto simbolico, è diventato un rito collettivo. Ma soprattutto, la sua ossessione, salvare l’umanità dalla crisi climatica, è ora una preoccupazione di massa che può finalmente incidere sulle scelte della politica. Come dimostra la decisione di ieri del governo tedesco di varare un piano da 54 miliardi di euro per i prossimi 4 anni, che diventano 100 entro il 2030, per ridurre drasticamente le emissioni inquinanti e produrre il 65% dell’energia da fonti rinnovabili entro il 2030. C’è persino chi vede un “effetto Greta” nel green deal voluto della neopresidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Resta da capire come sia stato possibile che una bambina, lei stessa si definisce così a dispetto dei suoi sedici anni, sia riuscita laddove avevano fallito scienziati e leader di partito: imporre la lotta al riscaldamento globale al primo posto nell’agenda dei governi. Certo ha contato la debolezza di scienza e politica, le cui credibilità e leadership sono state erose negli ultimi anni. Fino all’ammissione di impotenza. Da decenni i climatologi mettono in guardia le istituzioni sugli effetti catastrofici del riscaldamento globale: inutilmente. Tanto che persino loro confidano in Greta. Il più esplicito è stato Sir David King, consigliere scientifico del governo britannico con Blair e Brown e capo delegazione del Regno Unito durante le trattative per gli Accordi di Parigi: «Ho 80 anni e continuo a essere ottimista, ma solo perché sul clima vedo in azione i giovani», ha confessato a Repubblica. «Greta Thunberg è intelligente e la gente l’ascolta perché capisce che i giovani come lei pagheranno il prezzo delle nostre azioni o di ciò che non faremo. Greta è riuscita a comunicare più di qualsiasi politico al mondo». Ne sa qualcosa il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, a cui va comunque riconosciuto il merito di aver voluto il meeting sul clima che si terrà a New York nei prossimi giorni. Per sottolinearne l’urgenza Guterres si era persino fatto ritrarre su una apocalittica copertina di Time : in giacca e cravatta, ma con l’acqua alle ginocchia, semisommerso dall’innalzamento dei mari prossimo venturo. Eppure, nonostante gli sforzi comunicativi dell’Onu, quanti avrebbero parlato del vertice sul clima al Palazzo di Vetro se Greta non avesse affrontato l’Atlantico in barca a vela pur di parteciparvi? C’è dunque qualcosa di peculiare in questa piccola-grande donna, che va ben oltre il vuoto lasciato da una politica debole. Quello spazio avrebbero potuto occuparlo associazioni ambientaliste più o meno agguerrite, e invece se l’è preso una sedicenne svedese a cui è stata diagnosticata la sindrome di Asperger. Una ragazzina che ha il coraggio di dire ciò che pensa, da Capitol Hill al Forum economico di Davos. Che è così ostinata nel combattere la sua battaglia da sottoporsi a prove estenuanti: non tanto i viaggi per mare o in treno, quanto i lunghi discorsi pieni di elogi retorici che è costretta ad ascoltare dai politici che la invitano. Lei puntualmente replica: «Vi complimentate con me, ma poi non fate nulla». Indimenticabili le sue facce, accigliate e severe, persino quando stringe la mano a un ex presidente amico come Barak Obama. E indimenticabili tante altre istantanee che, in meno di un anno, hanno fatto conoscere al mondo Greta Thunberg: con le trecce e il cappello di lana a protestare da sola nel freddo inverno svedese davanti al Parlamento di Stoccolma, assonnata nelle stazioni ferroviarie di mezza Europa col suo inseparabile cartello «Skolstrejk for klimatet», in barca con il secchiello di plastica da usare come wc durante le due settimane di traversata dall’Inghilterra a New York. A dispetto di chi la insulta sul web, sono i ritratti di una ragazza fuori dell’ordinario. Che proprio per questo può fare la storia e cambiare il mondo.