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 2019  settembre 20 Venerdì calendario

Perché gli alieni non esistono

Massimo Polidoro, scrittore e divulgatore scientifico, è segretario nazionale del Cicap, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze di cui Piero Angela è presidente onorario. ARepubblica racconta perché la marina militare statunitense ha confermato l’avvistamento degli "ufo" e perché è così improbabile che si tratti di fenomeni alieni.
È la prima volta che arriva una conferma del genere?
«Diciamo che in passato è stato coniato il termine Ufo, acronimo di Unidentified Flying Object, proprio per parlare di oggetti non identificati nel tentativo di spiegare qualcosa che non potevamo capire o riconoscere. Col tempo però quella parola grazie a film e fantascienza è diventata sinonimo di extraterrestri e alieni, quindi non più utilizzabile da organi ufficiali. In questo caso è una delle prime volte che, per rispondere ai dubbi, la Marina si sbilancia confermando la presenza di "fenomeni aerei non identificati". In sostanza, sanno che quelli ripresi nei tre filmati sono velivoli chiaramente di natura umana, ma non riescono a riconoscerli, identificarli e definirli».
Lei cosa crede che siano?
«Si potrebbero fare tante ipotesi, ma con una qualità scarsa delle immagini è difficile dirlo.
Potrebbero essere dei droni, ma anche dei velivoli militari, dei modelli aerei sperimentali o armi di altri Paesi magari coperte da segreto. Di sicuro non sono dischi volanti per come vengono intesi nell’immaginario collettivo anche se certo, pensarlo e lasciare aperta l’idea di civiltà aliene ha un grande fascino».
Gli Ufo: fascino intramontabile.
«È un fascino divertente, qualcosa su cui fantasticare, ed è per questo che sono amati, sognati e improvvisamente avvistati. Ma scientificamente pensare che civiltà aliene siano in grado di arrivare sino alla Terra viaggiando per milioni di anni luce direi che è abbastanza impossibile. E se fosse significherebbe in primo luogo che hanno imparato a muoversi alla velocità della luce e poi, nel caso dei filmati americani, che sono arrivati fin da noi per mettersi a giocare a nascondino. Immaginarlo è un bel gioco, e se vogliamo volare con la mente, io penso piuttosto che siano i nostri pronipoti venuti dal futuro a vedere come ce la passavamo nel passato».
Crede che ci saranno altri avvistamenti?
«È inevitabile che si verificheranno sempre più avvistamenti del genere. Arrivano ovunque sempre più segnalazioni. Viviamo in una società dove la tecnologia, tra droni e oggetti volanti, permette di costruire a qualsiasi Mario Rossi del mondo un disco volante nel proprio garage e poi telecomandarlo in aria. E lo può fare di qualunque forma e modello. Abbiamo migliaia di occhi puntati sullo spazio, ma è molto più difficile sapere quello che "parte" dalla nostra Terra».