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 2019  settembre 20 Venerdì calendario

Duemila anni di infedeltà femminile nell’arte

L’ineluttabile forza dell’Amore, che cieco per natura comanda le azioni umane, spinge inesorabilmente gli uomini e le donne verso vizi e passioni dai quali l’arte ha attinto per creare veri e propri capolavori. Tra questi impulsi un ruolo di primo piano merita l’infedeltà coniugale – un comportamento la cui valenza etica e morale varia a seconda dei contesti storici e sociali – che i maestri di ogni epoca si sono sbizzarriti nel tradurre in immagini facendo ricorso alla mitologia, ai testi sacri, alle allegorie. Da Giotto che nella Cappella degli Scrovegni a Padova rappresenta l’Infedeltà come un uomo che regge in mano un idolo; a Paolo Veronese che, nel ciclo delle Quattro allegorie di Londra, dipinge una donna, di spalle e nuda, con il marito alla sua destra che la tira verso di sé e un altro uomo con il quale la donna scambia un biglietto. E poi c’è Tintoretto, con il suo Venere, Vulcano e Marte: all’interno di una camera da letto il Dio del fuoco e del ferro si avvicina alla moglie, la Dea dell’Amore e le toglie la stoffa che la stessa si era posata sopra al pube per coprirsi in tutta fretta. Il marito era entrato di sorpresa nella stanza, convinto di cogliere la donna in flagrante con l’amante che invece ha fatto in tempo a nascondersi sotto al letto. Vulcano però non se n’è accorto; solo il cane sa dove si trova Marte. Lei, a metà tra lo sconcerto e lo stupore, ha ancora il braccio sinistro sospeso nell’intento di coprirsi. In una culla affianco al suo letto si trova Cupido che dorme beato. FONTE DI ISPIRAZIONE Per quanto si tratti di una scena della mitologia classica greco-romana, l’ambiente e lo stile sono visibilmente rinascimentali e più precisamente veneziani: segno che il tradimento è contemporaneo. L’opera di Tintoretto, graficamente rielaborata, è una delle immagini simbolo della mostra Così fan tutte che inaugura il prossimo 24 settembre allo Spazio Dante di Milano con una lectio magistralis del curatore, Vittorio Sgarbi, che racconterà come l’infedeltà coniugale, in particolare quella femminile, faccia parte del tessuto storico della società occidentale e come ne abbia plasmato storia, costumi e cultura. L’esposizione – ideata da Gleeden, il più importante sito per gli incontri extraconiugali d’Europa, in occasione del suo decimo anniversario – attraverso installazioni, video e fotografie condurrà i visitatori in un vero e proprio viaggio interattivo dentro un tema controverso ma che da sempre ha ispirato poeti, scrittori e artisti di ogni epoca. «L’infedeltà femminile è uno dei grandi motori dell’arte e della letteratura», spiega Vittorio Sgarbi. «L’Iliade, il più importante poema dell’antichità, inizia con una storia di tradimento; la Bibbia stessa, da Adamo ed Eva in poi, è una sequenza di infedeltà tra uomini e donne e tra gli uomini e Dio», puntualizza Sgarbi. «Le pagine che tutti ricordiamo della Divina Commedia sono quelle in cui Dante incontra i due amanti Paolo e Francesca. L’erotismo è alla base di alcuni dei quadri più famosi della storia dell’arte, ma anche di molte opere liriche e letterarie, dalla sensuale Carmen alla tragica Madame Bovary. Insomma», conclude il critico d’arte, «l’infedeltà è da sempre una forza che scuote gli animi e determina le azioni di uomini e donne, in egual misura: l’infedeltà muove il mondo». La mostra parte con l’installazione di famosissime opere quali quella del Tintoretto, la Elena di Troia di Evelyn De Morgan e la Lesbia di Weguelin, opportunamente rielaborate graficamente per esaltarne l’elemento centrale, ovvero il tradimento. Altra sezione è dedicata alle “Opere”, i testi letterari che hanno nobilitato, ammiccato e spesso esaltato – con la scusa di condannarla – l’infedeltà. Altra sezione, dalla quale prende spunto la locandina della mostra, è quella dedicata alle “Regine”, sia per la corona che portavano in testa, sia per le libertà che sono state capaci di prendersi. Ci sono i ritratti di Isabella di Castiglia, Anna Bolena, Maria Antonietta e Caterina di Russia. Uno spazio è dedicato alla cultura pop con l’omaggio a Sergio Martino, regista di alcune delle più famose commedie di genere italiane (come Giovannona coscialunga disonorata con onore e La moglie in vacanza, l’amante in città, entrambi con Edwige Fenech) e un’area dedicata all’infedeltà attraverso la lente dei settimanali gossip con il contributo di Roberto Alessi, direttore di Novella 2000.