ItaliaOggi, 20 settembre 2019
Macao, uno spettacolo teatrale per tenere in vita la lingua patuà
È stata l’ultima colonia europea in terra asiatica, una zona portuale, dove tante culture si sono incontrate e mischiate, dove Oriente e Occidente hanno dato origine a qualcosa di unico, come la lingua che si parlava a Macao: il patuà, un idioma creolo che raccoglie influssi malesi, singalesi, cantonesi e portoghesi.Oggi la Macao coloniale è un lontano ricordo, in questa regione cinese turismo e gioco d’azzardo la fanno da padrone. E nella Las Vegas d’Oriente il patuà rischia l’estinzione: sono solo una cinquantina di persone – per lo più discendenti di commercianti portoghesi che hanno sposato donne cinesi – a parlare questa lingua e a conoscerne le regole e i segreti.
Tra questi c’è Aida de Jesus, 103 anni, che ha insegnato a sua figlia Sonia Palmer questa lingua ibrida. «Ma quando andavo a scuola a mia madre non piaceva che io parlassi patuà, perché pensava non fosse vero portoghese», racconta la donna al South China Morning Post.
È l’Unesco ad aver lanciato l’allarme estinzione per il patuà e Palmer sente di essere tra gli ultimi testimoni di un capitolo della storia coloniale portoghese, di una cultura destinata a sparire. Ed è anche una questione demografica: meno dell’1% della popolazione ha oggi origine portoghese e spesso nella Macao moderna questi cittadini sono scambiati per stranieri a causa di un aspetto non propriamente orientale. Da quando il gioco d’azzardo è stato liberalizzato, la popolazione è aumentata in fretta, passando dai 440 mila residenti del 2002 ai 653 mila del 2017, e gran parte di questo aumento è dovuto ai lavoratori entrati nella regione per dar manforte ai casinò, molti dei quali provenienti dalla Cina continentale. I macanesi si sono così «diluiti» nella penisola di Macao, ma molti – come rileva uno studio di Roy Eric Xavier dell’Università di Berkeley – sono sparsi nel mondo: sarebbero oltre 1,5 milioni, dall’Africa all’Australia.
Ma i macanesi all’estero, anche grazie ai social network, cercano di rimanere in contatto e c’è un rinnovato interesse verso la cultura macanese. Per preservare la lingua patuà Sonia Palmer ha fondato una compagnia teatrale amatoriale che ogni anno mette in scena uno spettacolo nella lingua creola, coi sottotitoli in cinese, portoghese e inglese. Un lavoro che ancora oggi la donna porta avanti ed è intenzionata a farlo anche in futuro: «Stiamo facendo qualche cosa di buono», dice, «anche se è una lingua ormai morta, l’abbiamo conservata per 25 anni e speriamo di continuare».