ItaliaOggi, 20 settembre 2019
La Via della Seta ha 3.500 anni
La Via della Seta? Secondo la scienza, ha almeno 3.500 anni.Da una ventina d’anni la genetica e una delle sue branche, la paleogenetica, si occupano dei movimenti delle popolazioni nel corso dei secoli. Lo studio, oggi possibile, dei Dna antichi permette di chiarire le relazioni tra popolazioni diverse e di tracciare le migrazioni che hanno avuto luogo nel corso dei secoli.
Il più grande studio mai realizzato, riguardante un periodo che va dal 12000 al 2000 avanti Cristo e un’area compresa fra l’Anatolia e l’Ovest dell’Iran, fino all’Afghanistan e all’India, passando per la Siria, ha permesso di mettere in luce vasti movimenti migratori, specialmente nel terzo e nel secondo millennio avanti Cristo. Anche gli scambi commerciali erano numerosi, così come il melange di popolazioni lungo una sorta di Via della Seta preistorica. E popolazioni di pastori delle steppe europee hanno contribuito al patrimonio genetico degli attuali abitanti dell’India.
L’articolo relativo a queste ricerche, pubblicato sulla rivista Science, ha mobilitato 117 ricercatori di 80 laboratori: 78 hanno fornito i fossili e due hanno realizzato le analisi genetiche. Sono stati effettuati prelievi di Dna su 523 scheletri preistorici, una quantità eccezionale, che corrisponde al 25% di tutto il Dna antico mai analizzato. Le sequenze sono state comparate fra loro e con quelle di altri Dna antichi e moderni. «Il campione è importante per la sua quantità, per la distribuzione geografica e per quella temporale», ha spiegato a Le Figaro Anna Degioanni, ricercatrice presso il Laboratoire méditerranéen de préhistoire Europe-Afrique MMSH. «I risultati sono importanti perché permettono di chiarire la preistoria di una vasta regione ancora sconosciuta dal punto di vista paleogenetico e di comprendere meglio l’origine delle popolazioni rientrate in Europa verso il 3000 a.C., che hanno trasformato la struttura genetica degli europei. Lo studio mostra le mescolanze che hanno accompagnato il passaggio dal cacciatore-raccoglitore all’agricoltore-allevatore».
Leggendo nei geni, i ricercatori hanno potuto rilevare che una popolazione ancestrale era derivata dalla cultura di Yamnaya: si tratta di una popolazione che praticava la pastorizia nelle steppe orientali e che, intorno al 3300 a.C., è sciamata verso Ovest e verso Est. La sua presenza è attestata nell’Europa occidentale verso il 2500 a.C. e in Pakistan intorno al 1700 a.C.
Nell’Europa occidentale le popolazioni ancestrali sono derivate dai contadini dell’Anatolia, in quella orientale dagli agricoltori iraniani.
Questi due gruppi sono portatori di una componente genetica europea più antica, che data dal Neolitico.
In India invece essi si sono mischiati tra il 5400 e il 3700 a.C. con una popolazione già presente, quasi certamente, spiegano i ricercatori, cacciatori-raccoglitori simili agli indiani delle isole Andamane, un arcipelago a Sud del Subcontinente.