ItaliaOggi, 19 settembre 2019
Il governo indiano accusato di fare cassa con le multe
Il governo indiano accusato di fare cassa con le multe. Dall’entrata in vigore, lo scorso 1° settembre, della nuova legge sulla sicurezza stradale, l’ammontare delle contravvenzioni comminate si è moltiplicato. A Delhi un automobilista si è visto appioppare una multa di 200 mila rupie (2.500 euro) per guida senza patente e infrazione al regolamento anti inquinamento. Una somma enorme se confrontata al livello di vita della popolazione.A prima vista la repressione che si è abbattuta sugli automobilisti indiani sembrerebbe dettata dal buon senso. Nelle città, sulle autostrade e sulle strade secondarie le infrazioni al codice della strada sono innumerevoli. E l’India detiene il record del numero di morti sulla strada: quasi 148 mila nel 2017, ossia il 12% del totale mondiale, secondo il ministero dei trasporti e l’Oms.
Adesso gli automobilisti indiani, sorpresi da questa severità inedita e senza preavviso, sospettano che le autorità federali vogliano aumentare le tasse per ridurre il deficit, in un contesto di rallentamento economico. Di fronte alle proteste, numerosi stati rifiutano di applicare la legge o riducono le ammende, come del resto prevede la Costituzione. Dal canto suo, il ministro dei trasporti Nitin Gadkari difende le multe: «Il governo non lo fa per riempire le sue casse, ma per salvare vite», ha dichiarato nei giorni scorsi.