Corriere della Sera, 19 settembre 2019
Lo smog limita la capacità di apprendere
Le metropoli europee dovrebbero cominciare a chiedersi quanto giochi l’inquinamento atmosferico sulle performance intellettive di adulti e bambini. Perché sono ormai molti gli studi che documentano come disturbi di vario grado dell’apprendimento siano correlati ai particolati e ad altri inquinanti. Scopriamo così che le nostre capacità mentali sono influenzate non solo da alcolici, fumo e stili di vita ma anche dall’aria che respiriamo. Ad esempio, gli economisti Avraham Ebenstein, Victor Lavy e Sefi Roth hanno riscon-trato come un modesto aumento nelle concentra-zioni di particolato si associ a performance inferiori degli studenti israeliani. Gli studiosi hanno anche stimato che una esposizione breve all’inquinamento degli universitari si traduca, in termini di efficienza, nella perdita di 0,15 anni di corsi e di 30 dollari al mese. Ricercatori cinesi hanno invece valutato le performance professionali di impiegati della stessa società che lavoravano in uffici ubicati in diverse città del Paese e correlato il dato alle concentrazioni di inquinanti: livelli simili a quelli che respiriamo in Europa causavano un calo della produttività del 5-6%, un dato enorme se pensiamo alle ripercussioni per una grande azienda. Un altro studio condotto a Boston ha messo in relazione i valori di black carbon con una riduzione significativa dei livelli cognitivi, di intelligenza e memoria nei bambini di 9-10 anni di età. Mentre medici spagnoli hanno descritto gli effetti nocivi su una coorte di 3.000 bambini dell’inquinamento da traffico che, attraverso meccanismi infiammatori che si innescano a livello cerebrale, influenza negativamente lo sviluppo intellettuale. I dati, poi, che legano malattie neurodegenerative come le demenze all’inquinamento sono molti e scientificamente solidi. Esistono quindi considerazioni che vanno oltre la salute e travalicano nella sfera economica e della possibile attrattività delle metropoli. Un giorno non molto lontano anche la qualità dell’aria potrà diventare un elemento da valutare nella scelta di una nuova sede lavorativa. Per una multinazionale o ancor di più per il singolo professionista, perché l’aria è ormai diventata una componente essen-ziale della qualità della vita. La strada per attrarre risorse professionali e di mercato passa anche e sempre più dal respiro.